Vita e Aldilà: due dimensioni, un solo destino

Esperienze oltre la morte, e ritorno: siamo ormai ben oltre il dubbio, i racconti di chi torna indietro e sceglie di restare, ancora, in questo piano di esistenza, sono centinaia, da ogni parte del mondo, a testimoniare una realtà che non lascia dubbi, o quasi. C’è però ancora qualcuno che non la pensa così, e solleva dubbi sul fatto che le storie sono spesso assai diverse tra loro. Ma esiste un essere umano uguale ad un altro, una vita, uguale ad un’altra? E perché, allora, dovrebbe esistere una vita oltre la vita, uguale per tutti? In questo podcast ti racconto qual è la risposta che ho trovato, nella speranza di aiutarti a chiarire questo dubbio, se ce l’hai. E se questo argomento ti appassiona (e dovrebbe, dato che non c’è esistenza umana che non debba percorrere questa strada, allora, continua a seguirmi e fammi sapere cosa ne pensi). Buon ascolto e buona lettura.

Sin dai tempi più remoti e sin da quando ne ha memoria, l’uomo ha da sempre creduto in qualcosa al di sopra di lui, qualcosa che lo proteggesse dai pericoli, soprattutto quelli che non poteva controllare né capire, in modo tale da sentirsi più al sicuro e lenire le sue continue paure. Sembra strano a ben pensarci, ma la spinta a credere ad un essere o più esseri superiori, è da sempre stata la paura, paura di non avere un raccolto abbondante, paura di non essere forte come il proprio nemico ecc… Sentirsi protetto quindi, questa è la ragione del suo credere, una fede che lo induceva a chiedere la benevolenza dell’essere superiore in cui riponeva la sua fiducia. Si può affermare senza pericolo di smentita che, avere fede in un essere superiore, sia insito nel nostro DNA da sempre.

Grazie alle moderne tecniche di rianimazione i casi di NDE si sono centuplicati

Per secoli, generazioni di uomini e donne, si sono affidate al proprio istinto che suggeriva loro che, qualcosa di più e al di sopra di loro, c’era. Oggi, con le nuove tecnologie e rivoluzionarie metodologie di rianimazione, questa credenza innata che fino ad ora era relegata nella speranza e nella fede, oggi ha avuto una conferma definitiva, ed è ormai provato e accertato che qualcosa di più c’è davvero, che qualcosa al di sopra o al di fuori di noi esiste, e questa è indubbiamente una delle scoperte più importanti che l’umanità tutta abbia mai avuto la possibilità di fare. Il nostro istinto di fatto, ha sempre avuto ragione quindi: qualcosa esiste e a quanto sembra, supera le nostre più rosee aspettative nonché la nostra più fervida immaginazione. I racconti non sono più solo storie, ma vite vissute, esperienze dirette di chi ha provato e toccato con mano l’altra dimensione, dove il corpo ha un’altra composizione e la materia è totalmente diversa da quella che siamo abituati a vedere e toccare. Le testimonianze ormai superano la probabilità che siano storie false o inventate.   

La risposta della scienza nello studio dei casi di NDE

La scienza non ha potuto fare a meno di accettare questa nuova sfida alla realtà dei fatti, e ha iniziato la sua ricerca della verità, cercando di fare luce su questo nuovo campo di ricerca. Le metodologie sono le stesse, anche se aggiornate ai tempi di oggi, attraverso rigidi protocolli, in modo tale da fare chiarezza sui casi di NDE. Come la scienza stessa insegna, lo fa attraverso l’osservazione diretta, e se possibile, la riproduzione delle metodologie applicate, al fine di riprodurre gli stessi risultati in laboratorio, e sotto stretta sorveglianza degli addetti ai lavori e degli esperti del settore. Gli scienziati e i ricercatori si sono resi conto però che non a tutto è possibile dare una spiegazione, quando si parla di materia/energia, un’ammissione che risente dei fallimenti degli ultimi anni, in cui lo studio dell’infinitesimamente piccolo, o per meglio dire del subatomico a livello quantistico, non ha chiarito del tutto, né dato risposte certe, su cosa sia la materia di cui è composto il nostro universo. Al momento non è stato possibile chiarire tutti gli aspetti e rispondere a tutte le domande su cosa sia effettivamente la materia, e di come sia organizzato tutto ciò che c’è nell’universo. E stiamo parlando solo di questa dimensione, figuriamoci quanto sia imponente la sfida per comprendere quella di un’altra dimensione. Quindi, accettando il fatto che, al momento, non a tutto è possibile dare una spiegazione, ci accontentiamo di raccogliere più testimonianze possibili, in modo tale da avere almeno un quadro parziale che ci faccia comprendere meglio di cosa stiamo parlando. Questo è proprio il caso delle NDE, esperienze che esulano dalla dimensione nota a tutti e che appartengono ad una dimensione diversa da quella che conosciamo. In tutto il mondo, scienziati, medici, ricercatori, hanno iniziato questo lungo e tortuoso sentiero di ricerca, in un campo del tutto nuovo, dove ogni scoperta fatta desta nuovi interrogativi e perplessità, tali da lasciare senza parole.

Gli studi scientifici fatti nella NYU Grossman School of Medicine negli Stati Uniti sui casi di NDE

Per fare un esempio tra i tanti, cito quello dei medici e ricercatori della NYU Grossman School of Medicine negli Stati Uniti che hanno da qualche tempo iniziato un’attenta analisi e studio di ricerca sulle NDE. In questo studio sono stati coinvolti 567 uomini e donne il cui cuore ha smesso di battere durante il ricovero in ospedale e che hanno ricevuto un intervento di rianimazione tra maggio 2017 e marzo 2020 negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Parliamo ovviamente di rianimazione immediata mirata a preservare l’integrità del cervello da danni dovuto alla mancanza di ossigeno. Ebbene, nonostante il trattamento immediato solo un paziente su cinque è sopravvissuto all’arresto cardiaco dopo la rianimazione cardiopolmonare.  E solo 28 sono stati in grado di parlare e rispondere all’intervista dei ricercatori. Le storie che hanno raccontato sono per lo più simili, sebbene con dettagli anche molto diversi.

Il caso strabiliante di NDE di Zack Clements, 17enne morto per 20 minuti

È cosa nota che i ricordi riportati hanno sempre degli elementi in comune, anche se le storie sembrano apparentemente diverse. Tra le tante esperienze di NDE di cui sono venuto a conoscenza, e parliamo di un numero incredibilmente elevato all’anno in tutto il mondo,  né citerò in questo podcast una recente che mi ha particolarmente colpito, non solo per la sua penetrante intensità, ma anche e soprattutto per la giovane età del “viaggiatore”, il suo nome è Zack Clements, di cui potete trovare facilmente notizia sul web compreso YouTube, è infatti un giovane di appena 17 anni, il quale racconta il suo viaggio, direttamente dal sul letto di ospedale, subito dopo il suo ritorno alla vita. Intervistato a caldo, come si dice, mentre recupera lentamente il suo stato di salute, il giovane Zack, atleta di rugby, parla ancora commosso dall’esperienza fatta, di quei 20 minuti in cui il suo cuore ha cessato di battere, a causa di un malore che lo ha colpito mentre giocava una partita con i suoi compagni di squadra. “Una moltitudine di angeli che irradiavano luce” – racconta -, “e in mezzo a loro un angelo bellissimo, il più bello di tutti, che mi si avvicina… era Gesù in persona, il quale poggiandomi una mano sulla spalla mi ha detto, “stai pure tranquillo, non avere paura, andrà tutto bene”. “Tutto qui”, lui dice terminando il suo breve racconto, ma il suo sguardo e le sue lacrime tradiscono la sua commozione profonda nel ricordare quegli eventi, la sua evidente commozione rivela ciò che ha provato, il totale coinvolgimento di una persona che è stata toccata nel suo cuore da una energia d’amore così forte, da scatenare in lui un’emozione che non è cessata neanche dopo il risveglio.

NDE che si assomigliano o completamente diverse, dov’è la verità?

Ormai le storie sul web si moltiplicano ogni giorno, sono tantissime, raccontate direttamente dagli stessi protagonisti che le hanno vissute in prima persona. Ognuno di essi ha avuto la possibilità di dare una sbirciatina dall’altra parte, il luogo dove ognuno di noi, prima o poi, dovrà andare, ma sarebbe più opportuno dire “tornare”, perché sembra essere proprio la nostra casa di origine, il luogo da cui noi tutti proveniamo. Ma perché le storie, seppur simili, si svolgono in posti e paesaggi così diversi? Molti sono gli scettici che puntano il dito proprio prendendo ad esempio la diversità dei racconti, e sollevando il dubbio che, in un modo o nell’altro, ci sia dietro qualcosa di poco chiaro. Dopo tanti anni di studio, ho potuto coltivare una mia idea di cosa sia l’altra dimensione, analizzando centinaia di storie delle più diverse, e sono giunto alla conclusione che il luogo dove andremo appena lasceremo il nostro corpo, è un luogo che cambia il suo aspetto in base a quello che ci aspettiamo di trovare. La materia di cui è costituito, perché ogni testimonianza ci parla di un luogo tangibile come quello in cui viviamo, è diverso proprio perché risponde direttamente a ciò che pensiamo debba esserci. Praticamente esso cambia e apparirà in linea con ciò che ci è più famigliare. Facendo un parallelo esemplificativo con una nuova teoria postulata ai giorni nostri, e sto parlando dell’entanglement quantistico dove due particelle, anche se agli antipodi dell’universo, mutano il proprio aspetto all’unisono, senza avere apparentemente nessun legame se non quello di essere connesse, legate le une con le altre da chissà quale legame invisibile che rimane ancora sconosciuto agli scienziati, allo stesso modo, nell’universo parallelo dell’aldilà, ciò che c’è fuori, l’ambiente che ci circonda quindi, cambia e si adegua a ciò che portiamo dentro di noi, rispondendo istantaneamente a ciò che proviamo o ci ricordiamo, o che abbiamo di più caro. Una spiaggia, una baita di montagna, un prato verde pieno di fiori e di farfalle, ciò che troviamo è esattamente ciò che desideriamo trovare. Tutto è bellissimo oltre ogni immaginazione. La luce è più brillante di cento soli eppure non nuoce agli occhi, i colori sono più numerosi di quelli che abbiamo mai visto, ogni cosa pulsa di vita ed energia che emana amore e pace. Ogni cosa è come vorremmo che fosse. Se non è questo il paradiso, non saprei cos’altro possa esserlo. Ecco infine perché ogni esperienza sembra essere diversa per ogniuno, anche se di fatto, ci sono sempre elementi ben distinti che si ripetono in tutte.

NDE negative, solo ipotesi o nuove scoperte?

Ma, c’è un ma, essendo tutta questa realtà in stretta correlazione con ciò che ci aspettiamo di trovare se nel passaggio tra questa e l’altra vita, ci portiamo dietro tormenti e colpe, il paesaggio ovviamente cambia, perché, come già detto, risponde a ciò che portiamo dentro di noi, e questo è il caso delle esperienze negative, riportate in altrettante testimonianze, dalle persone ritornate a vivere. Evidentemente, i sentimenti che sono presenti in noi, che proviamo in quel momento specifico, al momento della morte, segnano il percorso e il luogo che troveremo nell’aldilà. Cosa peraltro già conosciuta e tramandata da secoli da alcune religioni buddiste, vedi ad esempio il libro dei morti Tibetano. Comunque sia, il senso di colpa è uno dei sentimenti principali di questo cambiamento di percorso. Parliamo di persone che, una volta lasciato il proprio corpo, si rendono conto del male che hanno fatto in vita e che, giudicandosi colpevoli, consapevolmente o inconsapevolmente, questo dipende da caso in caso, si autopuniscono perché non riescono a perdonare sé stessi. Ricordo a questo proposito che con il corpo lasciamo anche parte di quello che eravamo, compreso l’Io mentale, lasciando il posto al vero Io spirituale che è pienamente consapevole e collegato a un sapere al di là di ogni comprensione che potremo mai avere quando siamo in vita in questa dimensione. È questo il caso dei suicidi, o degli assassini, o più semplicemente delle persone che hanno abusato in qualche modo di sé stessi o degli altri, spingendosi a fare azioni negative sotto l’influsso di droghe ecc.

Queste sono le tanto discusse NDE negative, cioè le esperienze in cui la persona appena deceduta non riesce a trovare la luce del perdono dentro sé stesso, nel vero senso della parola, rimanendo chiusa nel buio di sé stessa, una oscurità totale, profonda e senza fine, autopunendosi in luoghi prigione che le opprimono sempre di più. Non è questo il peggior inferno che si possa immaginare?

NDE e fede, legate da un filo unico

In ultima analisi il tanto temuto giudizio, di cui tutti parlano e di cui tutti hanno il giusto timore, non viene da qualcuno al di fuori di noi, da una persona o da un Dio che punta il dito e ti giudica decidendo del tuo destino. In realtà sembra essere proprio il contrario, secondo le testimonianze riportate da chi le ha provate sulla propria anima, questo non avviene: avviene invece che siamo noi stessi il giudice che decide dove dobbiamo collocarci, una volta trapassati. Trovo che non ci sia un giudice più giusto, imparziale ed infine più severo del nostro stesso giudizio. Chi, più della persona che ha vissuto sulla sua pelle ogni piccolo aspetto della propria vita appena trascorsa può dire se si è colpevoli o innocenti, e se si è degni di essere perdonati o meno?

La religione e gli insegnamenti del maestro

In fondo, è una cosa che sappiamo bene, perché è un insegnamento che è stato tramandato per generazioni giungendo fino a noi, che viviamo questo secolo, insegnamento rivelato direttamente da Gesù stesso, che è poi una delle colonne portanti degli insegnamenti più preziosi che arrivano dalle religioni, “non bisogna giudicare il nostro prossimo, perché con lo stesso metro con cui giudichiamo, verremo giudicati”. Viene da sé che il giudizio è personale, a maggior ragione, in un luogo dove tutto è puro amore incondizionato e dove il perdono di un Dio Padre giusto e buono, è elargito a tutti. Sappiamo bene che c’è sempre modo di redimersi se chiediamo perdono con tutto il nostro cuore. La domanda è questa: saremo in grado, una volta lasciato il corpo, e riabbracciato il nostro vero Io spirituale, di perdonarci per le azioni commesse in vita?

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