Uomini sempre più fragili e spaesati nella società contemporanea 

Il quadro emerso è piuttosto equilibrato nel mettere in luce una maschilità in difficoltà, in bilico tra il desiderio di mantenere alcuni tratti della tradizione e la necessità di adattarsi a nuove sensibilità sociali.

Da un lato rimane forte l’influenza dei canoni tradizionali (l’ideale estetico maschile legato alla prestanza del fisico, le pressioni sociali legate al successo, alla performance e ai ruoli di genere), dall’altro si percepisce una crescente attenzione verso la sfera emotiva e il benessere psicologico. L’elemento della “tensione” è presente un po’ ovunque: gli uomini sembrano oscillare tra il desiderio di rispettare le aspettative sociali e l’esigenza di esplorare modelli più flessibili.

L’Eurispes, dopo aver svolto un’ampia indagine sulle donne italiane, propone oggi una ricerca centrata sugli uomini. L’indagine, realizzata con la collaborazione dell’Associazione Filocolo, ha raccolto le indicazioni di un campione di 1.018 uomini e ha preso in esame diversi aspetti dell’universo maschile in relazione alla percezione del proprio corpo, all’espressione delle proprie emozioni, alle funzioni sociali e al ruolo rispetto alle donne e all’interno della società. L’indagine incrocia aspetti individuali e sociali per esplorare come l’immaginario collettivo abbia influenzato la percezione del sé degli uomini italiani.Un dato interessante è la sensazione diffusa di essere “messi in secondo piano” rispetto alle istanze femminili. Questo, se non tenuto in considerazione, potrà generare difensività e conflitto invece di contribuire a un dialogo costruttivo sulle sfide legate ai ruoli di genere.

La ricerca, in definitiva, suggerisce che la maschilità non è un monolite e risulta necessario un discorso più inclusivo, in cui gli uomini abbiano la possibilità di esprimere paure e aspirazioni senza incorrere in giudizi basati su archetipi rigidi. L’aspetto più promettente è proprio l’emergere di un bisogno di confronto: la percezione di un disagio (ad esempio, in àmbito emotivo o rispetto all’aspetto fisico) potrebbe spingere verso un ripensamento delle norme sociali e una maggiore apertura al cambiamento.

La percezione del proprio corpo

Poco meno di tre uomini su dieci (28,2%) ha un rapporto negativo con il proprio corpo. In linea con questo dato, al 63,1% degli interpellati il proprio aspetto esteriore piace (al 51,4% abbastanza, all’11,7% molto), mentre ad un non trascurabile 36,9% non piace (al 29,1% poco, al 7,8% per niente). Chiaramente sono i più giovani, tra i 18 ed i 24 anni ad apprezzare il proprio aspetto in percentuale superiore a tutti gli altri (71,1%).

Uomini, cura di sé e apparenza

Curare il proprio aspetto esteriore riveste importanza per due terzi degli uomini italiani (66,5%). Un intervistato su 3 (33,5%) si esprime in senso opposto.

La maggioranza degli uomini italiani ritiene che avere un fisico avvenente e prestante sia un fattore importante per attrarre un/una partner (67,3%). Al tempo stesso, il campione condivide, nella maggioranza dei casi, l’idea che un uomo seduce di più con la personalità che con l’aspetto fisico: lo pensa il 64,1%. La maggioranza degli uomini (53,8%) crede anche che in un gruppo di persone, avere un fisico “possente” faccia apparire più potenti/dominanti.

Per gli uomini esiste dunque un “doppio” binario: un uomo può affermarsi e conquistare con l’aiuto del proprio aspetto fisico, ma nondimeno, anche con altre caratteristiche, per esempio con la propria personalità.

Sono meno della metà (45,1%) gli uomini che modificano la propria alimentazione e/o l’attività fisica con l’obiettivo di migliorare il proprio aspetto fisico.

Risultano minoritari gli uomini che si dicono influenzati dal proprio aspetto esteriore nella vita sociale, ma esiste evidentemente una sacca di disagio per cui il 37,6% afferma che se non si sente avvenente, non è sicuro di sé nelle interazioni sociali, mentre il 31,6% non si sente sicuro nelle prestazioni lavorative.

Posti di fronte all’ipotesi di assumere steroidi anabolizzanti per raggiungere la forma fisica ideale, il 18,5% di soggetti si dice favorevole all’idea.

Un uomo intervistato su 5 (20,9%) afferma di praticare regolarmente esercizio fisico, uno su 4 lo fa spesso (24,3%), un terzo qualche volta (34,3%); un altro quinto non fa mai esercizio fisico. Il campione si caratterizza per abitudini eterogenee; tuttavia, meno della metà pratica attività fisica con una certa frequenza e non sono pochi coloro che ammettono di non farlo mai.

La cura del viso con prodotti specifici (skin-care, anti-age) riguarda una metà degli uomini (49,1%): il 6,1% la pratica regolarmente, l’11,8% spesso, il 31,2% qualche volta, mentre l’altra metà mai (50,9%). Valori simili si registrano per la depilazione (46,7%). Meno diffusa tra gli uomini la pratica della manicure/pedicure (39,1%). Il 24,8% ricorre alla colorazione dei capelli, mentre il 23,9% si sottopone a lampade abbronzanti.

I trattamenti estetici non chirurgici (botox, filler, carbossiterapia, ecc.) sono, per loro stessa natura, non estremamente frequenti; se la netta maggioranza degli uomini riferisce di non avervi mai fatto ricorso (85,9%), non è però trascurabile la quota di chi ammette di averli sperimentati: complessivamente il 14,1%.

Un terzo del campione (32,8%) afferma di spendere in media tra 10 e 50 euro al mese per la cura del proprio aspetto (cosmetici, barbiere, depilazione, trattamenti, ecc.), il 26,6% tra i 51 ed i 100 euro, il 22,1% stima la propria spesa media mensile addirittura al di sotto dei 10 euro, il 14,4% tra i 101 ed i 300 euro, il 4% oltre i 300 euro. Più della metà degli uomini dichiara dunque di spendere non più di 100 euro al mese per la cura del proprio aspetto esteriore (59,4%).

La chirurgia estetica maschile

Il 15,3% degli uomini ammette di essersi sottoposto alla chirurgia estetica; il 10,6% una volta, il 3,7% due volte, l’1% tre volte o più. La fascia d’età nella quale troviamo più uomini che si sono sottoposti ad interventi di chirurgia estetica è quella dei 35-44enni (circa il 20%; 1 su 5).

Gli interventi più frequenti sono la rinoplastica (23,1%), poi il trapianto di capelli (19,9%), la liposuzione (14,7%) ed il lifting (14,7%). Meno diffusi addominoplastica (10,9%), ginecomastia (10,9%), otoplastica (8,3%) e blefaroplastica (7,7%). Il 30,8% degli uomini che sono ricorsi alla chirurgia riferisce, inoltre, di essersi sottoposto ad altri tipi di interventi.

Soddisfazione e fiducia in sé stessi

L’86,3% degli uomini intervistati afferma di sentirsi sicuro della propria identità sessuale (tra questi, il 54,1% lo è molto), mentre il 13,6% dichiara, invece, di non sentirsi sicuro. Il 71% sostiene di sentirsi a proprio agio con il proprio corpo durante l’intimità (uno su 4 “molto”); il 29% sperimenta il contrario. La maggioranza si dice soddisfatta della sua vita sessuale attuale (61,1%), mentre il 38,9% non lo è.

Sono la maggioranza anche gli uomini che riferiscono di sentirsi a proprio agio nell’identificare e descrivere le emozioni che provano (60,8%), ma un non trascurabile 39,2% sostiene il contrario. Al 28,5% degli uomini capita di sentire ansia o stress legati alle aspettative sessuali.

Oltre un uomo su 4 (26,3%) confessa di sentire di dover nascondere o reprimere alcune emozioni per apparire più “forte” o “mascolino”. Una quota minoritaria ma non trascurabile di uomini confessano dunque insoddisfazione, incertezza, difficoltà. Si riscontrano, soprattutto, uomini non appagati dalla propria vita sessuale e soggetti confusi o frenati in relazione alla propria sfera emotiva.

La netta maggioranza degli uomini intervistati afferma che non cambierebbe in modo significativo il proprio corpo, se potesse (79,8%; un quinto invece lo farebbe) e che non prova frustrazione perché non riesce a raggiungere quello che ritiene essere il suo peso ideale (74,2%; uno su 4 ‒ 25,8% ‒ invece la prova).

Il 61,8% non nutre il desiderio di essere più muscoloso (ma il 38,2% sì). Quasi la metà del campione fa attenzione alla linea, controllando l’alimentazione (48,4%) o attraverso l’attività fisica (44,6%). Il 41,8%, se potesse, cambierebbe in parte il proprio corpo. Il pensiero dell’invecchiamento del corpo angoscia il 41,7% degli uomini.

Il giudizio degli altri

Nel corso dell’ultimo anno a più della metà degli uomini intervistati (52,3%) è capitato di ricevere commenti negativi sul proprio aspetto esteriore (al 47,7% mai). La maggioranza (56,3%) ha ricevuto anche incoraggiamenti a prendersi maggior cura del suo aspetto esteriore (il 43,6% mai).

Sebbene la maggioranza del campione (51,3%) non si sia sentito giudicato dagli altri in virtù di una caratteristica fisica, a poco meno della metà (48,8%) nell’ultimo anno è capitato.

Benché alla maggioranza non sia capitato (71,2%), almeno negli ultimi 12 mesi, non sono pochi gli uomini che riferiscono di essere stati incoraggiati a ricorrere alla chirurgia estetica per “migliorare” alcune caratteristiche fisiche (28,8%).

Il disturbo alimentare più comune tra gli uomini risulta essere la fame nervosa, che si manifesta con il mangiare in modo compulsivo, fare abbuffate, sperimentata dal 18,3% dei soggetti.

Il 6,7% soffre o ha sofferto di ortoressia nervosa – l’ossessione per il cibo sano e naturale. Il 3,6% afferma di aver fatto esperienza, attualmente o in passato, di anoressia, il 2,3% di bulimia.

Al fine di valutare l’influenza, reale o anche solo percepita, dei mezzi di comunicazione nel favorire aspettative nella società ed esercitare pressione rispetto all’importanza dell’aspetto fisico, al campione è stato domandato anche se, a suo avviso, i media divulghino canoni di bellezza maschile difficilmente raggiungibili. Tre quarti degli uomini (75,4%) ritiene che lo facciano.

L’essere maschio in rapporto con l’altro

Alla maggioranza degli uomini (61,2%) capita di sentirsi in competizione con i loro coetanei maschi sul piano del successo personale. Al 56,9% capita di sentirsi dire di comportarsi da “vero uomo” davanti a situazioni difficili o emotivamente coinvolgenti.

Per quanto riguarda i rapporti personali, la netta maggioranza (71,7%) riferisce di confidare ai suoi amici uomini le proprie difficoltà/delusioni personali. Sono lievemente meno numerosi, ma comunque maggioritari, i soggetti che confidano ai loro amici uomini questioni legate alle loro relazioni sentimentali: lo fa il 65,2%.

Apertura e sostegno emotivo nelle relazioni sociali

È stato chiesto agli uomini di indicare in che misura si sentano emotivamente sostenuti dai propri amici uomini. Prevalgono le risposte positive per un totale del 59,1%. Tuttavia, una quota significativa di uomini (40,9%) sente che il supporto emotivo sia insufficiente o carente, evidenziando rapporti di amicizia non sempre pienamente soddisfacenti sotto questo aspetto. La percezione del supporto emotivo ricevuto da parte delle amiche donne si distribuisce su livelli simili a quello ricevuto dagli amici uomini, benché gli uomini sentano nel complesso di poter ricevere più sostegno emotivo dagli amici del loro stesso sesso piuttosto che dalle donne.

Nella relazione con la/il partner, il 33% degli individui incontra difficoltà a esprimere le proprie emozioni e questo è più vero per i giovanissimi tra i 18 e i 24 anni di età che nel 44,5% dei casi riferiscono un disagio in maniera molto più marcata rispetto a tutte le altre fasce d’età.

Modelli e identità maschile

Gli insegnamenti ed esempi ricevuti dagli uomini della famiglia sembrano giocare un ruolo preponderante nell’influenzare la formazione dell’identità maschile (per un totale del 64,4%).

Gli insegnamenti ed esempi di amici e coetanei risultano avere un impatto meno significativo sulla formazione dell’identità maschile (51,2%); ancora meno la capacità di influire sulla formazione dell’identità viene attribuita ai modelli maschili veicolati dai media (31,5%), anche se su questo particolare aspetto sono molto sensibili, rispetto a tutti gli altri, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni (50,6%).

Identità e vita di coppia

L’aspetto esteriore viene percepito come un fattore rilevante per il successo nella vita sentimentale (60,4%). Sentirsi a proprio agio per il numero di partner sessuali avuti è una condizione condivisa dalla maggioranza degli uomini, il 57,4%; tuttavia, rimane un 42,6% che si sente a disagio almeno in parte, segnalando che il tema può rappresentare per molti una fonte di insicurezza.

L’esperienza del sentirsi fisicamente inadeguati davanti a un rifiuto sentimentale o sessuale colpisce un buon 35,3% degli uomini.

La percezione di comfort nel rispettare ruoli tradizionali di genere è elevata: il 70,6% si sente a proprio agio nell’assumere ruoli come proteggere e dare sostegno in una relazione con una donna, mentre non è così per il 29,4% degli uomini. D’altra parte, il 48,4% degli uomini afferma che non potrebbe mai perdonare un tradimento, cui si aggiunge il 30,4% che sarebbe poco disposto a farlo per un totale del 78,8%.

Il 45,7% degli uomini si sente più a proprio agio in coppia che da single, mentre sono più gli uomini, il il 54,3%, che affermano di sentirsi a loro agio più da single che in coppia. Nonostante ciò, avere una relazione di coppia stabile è un obiettivo importante per il 74,9% degli uomini e, similmente, avere figli è un obiettivo di rilievo per il 66,9%.

Fare il primo passo nel manifestare interesse verso l’eventuale partner è una “regola” ritenuta poco attuale (63%); circa uno su quattro (26,4%) ritiene l’uomo naturalmente poligamo. Gli uomini paiono piuttosto convinti di essere giudicati delle donne sulla base del proprio successo professionale/economico (63,5%) e dell’aspetto fisico (66,3%).

Gli uomini in relazione al femminismo ed alla tutela dei diritti delle donne

Il 51,7% degli uomini non si sente vicino alle posizioni espresse dal movimento femminista contemporaneo contro il 48,3% che ha una posizione favorevole. Sorprendentemente, i più giovani (18-24 anni), sono meno inclini ad aderire alla causa del movimento femminista contemporaneo (59,1%).

La maggioranza del campione è in disaccordo con l’affermazione che la società contemporanea presti più attenzione alla tutela dei diritti delle donne piuttosto che a quella dei diritti degli uomini (56%); tuttavia, non è trascurabile che circa quattro uomini su dieci ravvisino una disattenzione nei confronti dei propri diritti in favore di quelli femminili (44%).

Gli uomini non si sentono soggetti a maggiori pressioni sul rendimento rispetto alle colleghe donne (60,8%), anche se ciò avviene per 4 uomini su dieci (39,2%).

Un tema particolarmente sentito è la percezione che si parli troppo poco della violenza femminile sugli uomini: il 48% degli uomini concorda con questa affermazione; tuttavia, poco più della metà del campione (52%) non percepisce questo come un problema centrale. L’idea che si debba parlare di “femminilità tossica” con la stessa frequenza con cui si discute di “mascolinità tossica” trova ampio consenso (58,9%), segnalando un’esigenza di bilanciare il dibattito sulle problematiche di genere.

L’idea che, in caso di separazione o divorzio, sia l’uomo a pagare il prezzo più alto secondo le leggi vigenti è condivisa dal 61,2% degli uomini.

All’interno del proprio gruppo sociale, molti uomini (67%) si sentono liberi di esprimere idee che sfidano gli stereotipi maschili e sono la maggior parte anche quelli che manifestano un elevato grado di disagio nel sentire altri uomini esprimere commenti sessisti o misogini (53,4%), pur non essendo trascurabile il 46,6% che mostra una minore sensibilità o un certo grado di tolleranza.

Aggressività e mascolinità: tra consapevolezza e persistenza di retaggi culturali

Il 50,5% degli uomini dichiara di non aver mai provato timore rispetto alla propria aggressività; mentre una quota considerevole, pari al 35,2%, riferisce di averne avuto paura almeno una volta o qualche volta, segnalando una certa consapevolezza dell’impatto del proprio comportamento. Inoltre, una minoranza non trascurabile mostra una relazione più complessa con il proprio controllo emotivo: l’11,5% degli intervistati afferma di aver avuto frequentemente paura della propria aggressività, mentre il 2,8% riporta di provarlo regolarmente.  Questi dati si inseriscono in un quadro teorico più ampio, che considera la mascolinità come una costruzione sociale in costante evoluzione. In questo senso, il riconoscimento della paura della propria aggressività da parte di alcuni uomini potrebbe indicare un cambiamento nelle norme tradizionali di genere, favorendo una maggiore riflessività e apertura verso il riconoscimento della necessità di una gestione consapevole delle emozioni. Se da un lato la riflessione sulla paura della propria aggressività suggerisce una crescente consapevolezza emotiva tra gli uomini, dall’altro la mascolinità continua a manifestarsi attraverso modelli rigidi di comportamento che riproducono dinamiche di controllo e dominio, spesso identificati con il concetto di “mascolinità tossica”. Una contraddizione confermata dai dati: la presenza diffusa di atteggiamenti maschili tossici suggerisce che, nonostante una maggiore consapevolezza emotiva, persistano dinamiche di controllo e dominio che continuano a essere normalizzate nella cultura maschile. In particolare, il 24,4% degli uomini dichiara di non aver mai assistito a episodi di questo tipo, mentre la maggioranza (75,6%) ha avuto almeno un’esperienza diretta o indiretta di tali comportamenti.

Le altre facce della violenza

I dati evidenziano che una parte degli uomini ha sperimentato esperienze di apprezzamenti indesiderati e stalking, sebbene con frequenze variabili. Per quanto riguarda gli apprezzamenti pesanti ricevuti da una donna, il 55,3% degli uomini dichiara di non averne mai ricevuti, mentre è capitato al 44,7%. Se si considera invece la frequenza di apprezzamenti pesanti provenienti da altri uomini, la quota di chi non ne ha mai ricevuti sale al 68,6%. Per quanto riguarda il fenomeno dello stalking, il 77,6% degli uomini dichiara di non aver mai subìto episodi da parte di una donna, mentre il 16,3% riferisce di aver avuto almeno un’esperienza di questo tipo. Il 5% afferma di aver vissuto episodi ricorrenti, mentre l’1,1% riporta di essere vittima abituale (in totale: 22,4%). Se si analizzano invece gli episodi di stalking perpetrati da altri uomini, la percentuale di chi non ne ha mai avuto esperienza sale leggermente all’80,7%. Il 13% ha subìto stalking qualche volta, il 4,9% frequentemente e l’1,4% con regolarità (in totale: 19,3%).

Paternità e società: un ruolo ancora sottovalutato?

Una parte significativa degli uomini (50,2%) ritiene che la società moderna riconosca la giusta importanza al ruolo del padre rispetto al ruolo della madre, una porzione altrettanto consistente (49,8%) percepisce una disparità rispetto alla figura materna. A ciò si aggiunga che oltre la metà del campione (57%) indica una carenza di misure adeguate a favorire il coinvolgimento paterno nella vita dei figli.

Colpisce molto il dato secondo cui il 70,2% degli uomini intervistati ritiene che l’interruzione volontaria di gravidanza non sia una questione che riguarda esclusivamente la donna e il suo corpo, mentre il 29,8% sostiene che la decisione spetta solo alla donna.

Desiderio, aspettative e realtà: il ruolo dei media nella sessualità maschile

I dati raccolti evidenziano una percezione ambivalente riguardo all’influenza della pornografia sulla costruzione degli standard sessuali maschili. Da un lato, una parte consistente degli uomini riconosce il ruolo significativo di questi contenuti nel modellare aspettative sulla sessualità maschile spesso irraggiungibili (51,7%); dall’altro, vi è una quota non trascurabile di individui che minimizza tale impatto (48,3%).

La maggioranza degli uomini (67,3%) dichiara di non aver mai utilizzato le piattaforme online per incontri, mentre il 33,7% riferisce di averle usate. L’uso di app di incontri risulta molto diffuso tra i giovani: le utilizza il 51,8% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni.

Il maschile e la sua proiezione nel futuro

Un terzo degli intervistati (33%) mantiene una posizione neutrale rispetto i nuovi canoni estetici maschili proposti dalla società moderna, allo stesso tempo emerge una differenza numerica tra chi le accoglie positivamente (27,5%) e chi, invece, le percepisce con diffidenza (39,5%).

La ridefinizione dei ruoli di genere (in àmbito famigliare, lavorativo, sociale) solleva interrogativi sulla capacità di adattamento della popolazione maschile a queste trasformazioni. La maggioranza degli uomini (67,7%) non trova particolarmente difficile adattarsi alle trasformazioni sociali in corso. Tuttavia, una parte significativa della popolazione maschile (32,3%) manifesta ancora difficoltà.

Il 63,7% degli uomini ritiene che gli stereotipi e i luoghi comuni legati alla mascolinità siano ancora diffusi e presenti nella nostra società.

Il 64,8% degli uomini afferma di sentirsi condizionato dalle aspettative sociali legate alla mascolinità, anche se con diversa intensità: il 41,7% “qualche volta”, mentre il 19% “spesso” e il 4,1% “sempre”.

In linea con questo dato, il 46,9% degli uomini percepisce un senso di confusione e di incertezza rispetto al proprio ruolo come uomo nella società contemporanea (il 31,3% qualche volta; il 13,3% spesso; il 2,3% sempre).

Per saperne di più: Eurispes – Istituto di Studi Politici Economici e Sociali

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