L’UNICEF Italia lancia la nuova petizione “Io voglio esserci”, in occasione della Festa del Papà (19/3), per chiedere al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, l’ampliamento dei congedi per i papà, adeguati per tempi e retribuzioni agli standard europei. In Italia, solo nel 2022, si è arrivati a riconoscere10 giorni di congedo obbligatorio per i padri, un periodo che non tiene conto di tutte le necessità che la nascita di un figlio comporta.
Testimonial d’eccezione della campagna è Rudy Zerbi che in un breve video ricorda “ …Facciamo sì che i papà possano vivere l’inizio di una nuova vita in ogni suo momento. Chiediamo l’estensione del congedo paterno. Ci sono momenti della vita in cui bisogna esserci. Io voglio esserci. Vai su unicef.it e firma la petizione.” (guarda il video in fondo alla pagina)
Con questa petizione l’UNICEF Italia chiede di ampliare il congedo di paternità obbligatorio per:
1. Assicurare un’equa divisione dei compiti di accudimento e sostentamento tra padre e madre attraverso la comune presenza a casa durante il primo periodo di vita della bambina o del bambino, in modo da alleggerire il carico di responsabilità che ricade sulla figura materna e favorire la riduzione della disuguaglianza di genere. A livello globale la donna svolge mediamente dalle 3 alle 10 volte più mansioni legate all’assistenza e all’accudimento.
2. Supportare la creazione del legame con il neonato, stabilire un ruolo per il papà nella cura del bambino o della bambina per sostenerne il sano sviluppo. Se i padri si prendono cura dei figli/e nella primissima e prima infanzia tendono a rimanere più coinvolti nella loro vita e nel loro sviluppo, con risultati positivi sul benessere dei bambini/e, ma anche sulla salute della madre. È stato infatti dimostrato che la presenza di un padre, che decide di usufruire del congedo di paternità, consente di limitare gli episodi di depressione post-partum. Inoltre, i padri che partecipano maggiormente alla vita dei loro figli/e tendono a riportare una più alta soddisfazione personale e una migliore salute fisica rispetto a quelli meno presenti e coinvolti.
3. Creare con la sua presenza e il suo supporto un ambiente favorevole all’avvio e al buon esito dell’allattamento, nonché fornire l’assistenza adeguata in caso di permanenza del bambino o della madre in ospedale: L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda sei mesi di allattamento esclusivo per fornire il supporto ottimale alla salute e allo sviluppo infantile. L’allattamento giova alla salute, allo sviluppo e alla sopravvivenza dei bambini e delle bambine; permette la trasmissione passiva dell’immunità materna a varie malattie; espone i neonati/e a meno agenti patogeni e fornisce un’alimentazione di qualità superiore rispetto alla formula. Dagli studi condotti su un ampio campione di Paesi è stato riscontrato che i neonati/e allattati contraggono meno infezioni rispetto ai neonati/e alimentati con la formula.
Infoweb:
È possibile aderire alla petizione UNICEF qui