Un collirio messo a punto da ricercatori italiani promette nuove cure contro il glaucoma. La ricerca pubblicata negli USA con la supervisione del premio Nobel Levi Montalcini.
Uno speciale collirio, messo a punto da ricercatori italiani, potrebbe divenire la nuova cura contro il glaucoma, considerato oggi la causa principale di cecità nei Paesi industrializzati. I risultati dello studio condotto da un gruppo di oculisti dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con l’Istituto di Neurobiologia del CNR, l’Università di Roma Tor Vergata, le Fondazioni EBRI e G.B. Bietti, e con la supervisione del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, è stato pubblicato nel mese di agosto 2009 sulla prestigiosa rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA (PNAS).
Lo studio, condotto prima su modello animale e successivamente su tre pazienti con glaucoma avanzato, fornisce le prime evidenze che il Fattore di Crescita Nervoso (Nerve Growth Factor – NGF), scoperto negli anni cinquanta dal Premio Nobel Levi Montalcini, somministrato in gocce sulla superficie oculare, previene i danni e migliora la funzione della retina e del nervo ottico provocati dal glaucoma.
La sperimentazione effettuata sui tre pazienti ha mostrato miglioramenti duraturi delle funzioni del nervo ottico, con potenziamento del campo visivo e della vista. Per arrivare tuttavia all’applicazione clinica del nuovo collirio saranno ancora necessarie: la produzione di rhNGF (Fattore di Crescita Nervoso sintetico), la sua approvazione e una sperimentazione clinica su un ampio campione di pazienti per confermare i risultati dello studio pilota.
Il Fattore di Crescita Nervoso (Nerve Growth Factor – NGF) è una neurotrofina espressa fisiologicamente in diversi tessuti del corpo umano. Ha effetti protettivi e rigenerativi sui neuroni del sistema nervoso centrale e periferico. In anni recenti il suo uso ha sollevato molto interesse in vista di nuovi approcci terapeutici contro fenomeni degenerativi in ambito neurologico, come ad esempio Parkinson e Alzheimer. Studi preliminari hanno mostrato che l’iniezione transcranica di NGF procura benefici in pazienti affetti da queste due malattie. Nella successiva ricerca di un metodo di somministrazione meno invasivo si è tuttavia osservato che l’NGF è in grado di raggiungere il cervello anche se somministrato attraverso la superficie oculare o la mucosa nasale. Anche in questo ambito il gruppo di ricercatori dell’Università Campus Bio-Medico di Roma è impegnato ad approfondire le possibili applicazioni terapeutiche dell’NGF in studi condotti in collaborazione con il CNR e la Fondazione EBRI.
Per saperne di più: il sito dell’ Università Campus Biomedico di Roma