Turismo e Covid-19: a Roma è crollo

Agli inizi di febbraio scorso nessuno avrebbe potuto immaginare quanto sarebbe accaduto nei mesi successivi a causa del Covid-19 e, in particolare, che l’emergenza sanitaria sarebbe diventata ben presto emergenza economica a livello planetario. Tra i settori che hanno subito un impatto più drammatico figura il turismo, proprio perché è venuta meno la mobilità delle persone. Lo studio e i dati forniti del “Supplemento al XXIII Rapporto sul turismo italiano”, pubblicato a maggio, tratta proprio alcuni dei punti chiave connessi al binomio pandemia-turismo, utilizzando una prospettiva di analisi di tipo interpretativo ma, in taluni casi, anche prescrittiva, con l’obiettivo finale di fornire alcune ipotesi di risposta alle imprese che compongono le filiere turistiche, alle destinazioni e al decisore pubblico.

La macro-regione più colpita a livello mondiale risulta essere il Sud-Europa, con un calo del 28,2%. Ma il dato risulta influenzato proprio dall’Italia, la prima in Europa a entrare in lockdown e a imporre limitazioni agli spostamenti. Il “Barometro del turismo” di Federalberghi, infatti, registra un calo del 35,6% delle presenze per il trimestre gennaio-marzo rispetto al 2019. Ad aprile, si registra un’ulteriore diminuzione (-97,8%); il calo riguarda sia le presenze italiane (-96,4%) che straniere (-99,1%). In un confronto con le principali destinazioni europee (Francia, Spagna, Grecia), l’Italia registra la maggior contrazione di arrivi internazionali che, per il periodo gennaio-aprile 2020, segnano un -64,8%. Spagna e Francia registrano un calo percentuale di 10 punti più contenuto, ma scontano tuttavia un ritardo nella proclamazione dello stato emergenziale e della chiusura dei confini.

In quattro grandi città italiane l’effetto del Coronavirus sull’economia legata al turismo quest’anno risulta devastante, sono, nell’ordine, Venezia, Roma, Firenze e Milano. In queste città la presenze di stranieri è preponderante rispetto a quella dei viaggiatori nazionali, Venezia su circa 37 milioni di presenze lo scorso anno ne vantava ben 27 di stranieri. Nella Capitale, su un totale di circa 32 milioni di presenze, 22 circa sono di stranieri; a Firenze sono arrivati da oltreconfine 11 milioni di turisti su 15, nel capoluogo lombardo 9 su 15. Pur prevedendo una piccola ripresa a partire dalla seconda metà dell’anno, Federalberghi valuta – per la mancanza quasi totale della domanda – fra il 60% ed il 70% il calo del fatturato delle imprese alberghiere nel 2020; analoghe percentuali indicano le compagnie aeree, le crociere, il comparto Mice (Meeting, Congress, Events).

In un confronto europeo tra singole destinazioni turistiche, si sono registrati i seguenti cali di domanda: Firenze -63,9% di arrivi internazionali, Napoli -61,5%, Venezia -60,7%, Roma -60,5%, Milano -58,5%, Genova -57,2%, Torino -53,2%), comparabili con quelli di Nizza-Cannes (-61,8%), Barcellona (-59,2%) e Parigi (-57,9%). Le città d’arte, Roma in testa, ancora oggi sono ancora semivuote. Dal -80% di giugno si passa a un -50% attuale, grazie al mercato italiano. Ma a Roma, Firenze, Venezia, il calo è ancora tra il 70 e l’80% rispetto a un anno fa: pesa l’assenza dei viaggiatori stranieri (che d’estate sfiorano in media il 70% del totale), in particolare dagli Usa.

Proprio a Roma per quanto riguarda il Turismo è crollo totale: da 300mila si è scesi fino a mille visitatori al giorno. “Un tracollo totale, prevedibile ma che nei numeri lascia senza parole. La città, con l’emergenza Coronavirus e nonostante le parziali riaperture dei confini, è passata da circa 300mila turisti al giorno ad appena un migliaio. Un calo del 99,7%. Un’estate mai così difficile per la Capitale, sebbene Cna – Confederazione nazionale dell’artigianato abbia rilevato una timida ripresa, con incassi cresciuti nelle ultime settimane del 10% circa, cifre ancora insufficienti“, riferisce lo studio di Marketing01 in una ricerca su di un panel di 300 imprese del settore turistico di Roma (Metodo Cawi) per comprendere come abbiano saputo reagire alla crisi post lockdown. Ma un dato emerge importante: la presenza online degli utenti e il numero delle ricerche effettuate dopo il lockdown sono cresciute mensilmente del 130%, quindi appare evidente che qualsiasi strategia volta ad attrarre un nuovo o più vasto pubblico debba partire dal web.

L’Istat, nel suo report “Una stagione mancata: impatto del Covid-19 sul turismo” (Istat, 2020) afferma che “L’arresto dei flussi turistici a partire perlomeno da marzo ha azzerato un’attività che proprio nel trimestre marzo-maggio (quando si concentra il 23% delle presenze annuali di clienti stranieri) ha la sua fase di rilancio stagionale, favorita dal susseguirsi di occasioni tra le festività pasquali e la Pentecoste”. E Roma è la città che, ovviamente, ha perso più turisti in assoluto.

Per comprendere quindi quale sia la dimensione della perdita associabile a questo periodo, “facendo riferimento ai risultati conseguiti lo scorso anno, nel trimestre marzo-maggio 2019 si sono registrate in Italia circa 81 milioni di presenze turistiche, pari al 18,5% del totale annuale. Inoltre, nello stesso trimestre 2019, Banca d’Italia ha stimato in 9,4 miliardi la spesa internazionale, pari a circa il 21,4% del totale annuo, contro un’incidenza della spesa domestica nel trimestre sul totale annuo di circa il 16%” (Istat, 2020). Elaborazioni Ciset su dati Banca d’Italia, evidenziano come la spesa dei turisti internazionali sia diminuita del 34,4%, sempre nel primo trimestre 2020, accompagnata da un decremento, sia in termini di arrivi che di presenze del -34%.

Ma l’Enit, a partire da Roma, registra già un lieve miglioramento delle prenotazioni straniere dal 13 luglio al 23 agosto, con un calo generale del -90,1% (era -91,7% 15 giorni fa). Inoltre, da alcuni mercati c’è una frenata alle disdette: in particolare, la Germania passa da -83,7% a -75,7%, e la Francia da -79,1% a -64,9, il Regno Unito da -90,6% a -86,5%. Scontato il calo dagli Usa, in considerazione della fase acuta della diffusione del virus che sta vivendo quel Paese (-94,3%) e per analoghi motivi la Russia (-93%). Dall’estero alcune novità si segnalano alla luce delle riaperture, dell’allentamento delle misure e delle facilitazioni per l’ottenimento dei visti in Italia: il calo delle prenotazioni estive per l’Italia registra una leggerissima ripresa complessiva (da -89,4% a -85,4%).

Quali quindi le previsioni per l’Italia? Enit, fonte Tourism Economics, riporta tre diversi scenari, sia per il turismo internazionale che domestico: uno base, uno al rialzo e uno al ribasso, sempre a seconda dei tempi di riapertura dei confini. Per quanto riguarda il turismo internazionale, il calo variabile è stimato tra il -44% dello scenario al rialzo e il -72% dello scenario al ribasso. Lo scenario di base invece, che sembra essere quello maggiormente in linea con i trend in atto, conta nella riapertura dei confini a giugno e stima una perdita del 49%. Questo si tradurrebbe per l’Italia in 31 milioni di arrivi e 108 milioni di pernottamenti stranieri in meno per l’anno 2020 con un calo di 21 miliardi di spesa turistica.
Fonte: Almanacco della Scienza – CNR
Per saperne di più: Almanacco della Scienza