Contro l’abuso delle identità
Gad Lerner
Feltrinelli
Pagine: 224 Prezzo: Euro 10
Un ebreo apolide riciclatosi gentiluomo di campagna ci conduce con ironia, facendo nomi e cognomi, all’incontro con tanti insospettabili spacciatori d’identità. Un pamphlet polemico che elogia il tradimento delle appartenenze e riconosce infine: per fortuna, siamo e resteremo bastardi.
Il libro
Anche Gad Lerner si è ritagliato su misura una nuova identità: la cascina in Monferrato con la vigna; al fianco un cane bastardo che naturalmente si rivelerà il più autentico della messinscena. Perché con la riscoperta delle identità, con il mito delle radici da rintracciare in un passato immaginario, con il bisogno d’appartenenza e con la retorica delle tradizioni, ci stiamo giocando pericolosamente tutti quanti. A tal punto che le troppe identità inautentiche, artefatte, possono essere considerate la sciagura del mondo contemporaneo.
Partendo dunque da sé, ebreo apolide che si ricicla gentiluomo di campagna, l’autore ci conduce con ironia, facendo nomi e cognomi, all’incontro con tanti insospettabili spacciatori d’identità trasformati in altrettanti pessimi pretesti di contrapposizione: le femministe che elogiano Ratzinger in nome della differenza sessuale; gli intellettuali ebrei che coltivano una narcisistica separazione, contraddicendo l’intento emancipatorio del sionismo; i simboli etnici introdotti sui campi di calcio; l’Ulivo disfatto in nome delle identità di partito; la difesa truffaldina dell’italianità delle imprese; il cristianesimo strumentale di chi predica il conflitto fra civiltà; la cittadinanza esclusiva volentieri disposta a relegare nelle discariche umane le vite di scarto.
Gad Lerner, i tifosi e il razzismo.
In Messina-Inter il difensore ivoriano del Messina Zoro, bersagliato dai cori razzisti dei tifosi nerazzurri, ha tentato di far sospendere la partita, ritornando poi sui propri passi grazie anche all’intervento e alle scuse degli interisti Martins e Adriano, calciatori fatti spesso oggetto di cori razzisti. In “Tu sei un bastardo” Gad Lerner, tifoso interista, ricorda un episodio di un Inter-Livorno, dello scorso campionato, in cui, dopo una ridda di cori antisemiti degli ultrà nerazzurri, ha “tradito” la propria squadra per passare nella curva dei labronici dove è stato accolto a braccia aperte. L’episodio è lo spunto per una serie di riflessioni sul tema dell’appartenenza in relazione alla “fede” calcistica e alla sua pericolosità contenute nel quinto capitolo del libro, dal titolo “La vestizione del calciatore” in cui si ricorda che Arkan, uno dei più feroci attori della pulizia etnica nella ex Jugoslavia – fra l’altro celebrato al tempo della sua morte da uno striscione degli ultrà laziali (“Onore alla tigre Arkan”) – ha iniziato la sua carriera proprio dalla curva della Stella Rossa di Belgrado.
Oltre a un ampio estratto dal capitolo proponiamo un’intervista audio a Gad Lerner.