Fare il tampone in un ambulatorio privato costa in media 94 euro. È il prezzo da pagare per chi non rientra nei criteri del contact tracing (e quindi decide di farlo volontariamente) o per velocizzare i tempi d’attesa della chiamata con il servizio pubblico. La nostra inchiesta in 154 strutture private in sei Regioni.
Con l’aumento dei contagi di questi giorni e i segnali che potrebbe arrivare una seconda ondata di casi di Covid, in molti decidono di andare a fare il tampone volontariamente in strutture private e a pagamento per accelerare i tempi e tornare (in caso di esito negativo) alle normali attività.
E con l’inverno alle porte questa tendenza di certo potrebbe aumentare. La stagione invernale che si approssima, infatti, sarà incentrata sui tamponi, gli unici test attualmente a disposizione in grado di diagnosticare il virus Sars-Cov-2 responsabile dell’epidemia di Covid. Dovranno farli tantissimi cittadini, non soltanto chi presenta i sintomi riconducibili a questa malattia, ma possibilmente anche tutti i contatti come familiari, colleghi…
Le Regioni si sono date un gran da fare per prepararsi alla crescente mole di richieste: rispetto al mese di marzo, quando si processavano circa 30mila tamponi al giorno, oggi la capacità del Servizio sanitario pubblico supera i 100mila tamponi. Inoltre, oltre ai tamponi molecolari classici, che individuano il Dna del virus, recentemente sono stati introdotti anche quelli “antigenici” (sulle proteine virali), leggermente meno affidabili ma più rapidi ed economici.
Una strategia, quella del cosiddetto “contact tracing” fondamentale per contenere l’epidemia e limitare le vittime. Tuttavia questo enorme dispiego di forze non basta a rispondere a tutte le richieste di tamponi e non sempre è sufficientemente tempestivo. Per questo motivo, in molte Regioni, è stato dato il via libera ai test nei laboratori privati.
La nostra inchiesta in sei Regioni
Per verificare la situazione abbiamo contattato 154 laboratori privati in sei Regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto), chiedendo la possibilità di fare un tampone molecolare classico perché venuti a contatto con un caso sospetto di coronavirus. Per completare il quadro abbiamo anche chiesto informazioni sul test sierologico. Abbiamo quindi verificato per ogni struttura quali fossero i criteri di accesso, i tempi d’attesa per avere l’appuntamento e ottenere il risultato delle analisi e i costi.
Costi elevati ma tempi rapidi
I laboratori che fanno tamponi sono meno numerosi di quelli che propongono i test sierologici, ma nel complesso, l’accesso a questo test è piuttosto semplice e veloce. Molti laboratori prevedono la possibilità di prendere appuntamento online, con tempi di attesa in media di soli tre giorni. Più di tre volte su dieci l’appuntamento è addirittura per il giorno stesso. Non mancano però le eccezioni: in Campania e in Lazio, per esempio, nella prima metà di settembre (periodo in cui abbiamo svolto l’indagine) non era possibile eseguire il tampone privatamente. Un laboratorio su tre dà la possibilità di accedere direttamente al tampone, senza bisogno di fare prima il sierologico. Il dato, invece, che accomuna un po’ tutta l’offerta è il costo di questo esame, sempre piuttosto elevato. Secondo i nostri calcoli, infatti, non si spendono mai meno di 65 euro, con una media di 94 euro. I prezzi dei test sierologici, invece, rimangono invariati rispetto alla nostra inchiesta di giugno 2020: in media il costo di questi test è di 48 euro ed è più basso se si tratta di un test rapido qualitativo, mentre si alza se l’analisi quantifica anche la presenza dei due anticorpi coinvolti nella risposta immunitaria al Covid (IgG e IgM). Infine le modalità di accesso: quasi quattro volte su dieci viene chiesta la prescrizione del medico, ma la situazione varia molto a seconda della Regione. In Emilia Romagna e Piemonte ci vuole quasi sempre la ricetta, in Veneto e Lombardia praticamente mai.
Quando rivolgersi al privato
Il tampone a pagamento è una possibilità importante per tutti quei casi in cui si può aver bisogno di certificare la propria negatività al virus ma non si rientra nella casistica per cui questo esame viene erogato dal servizio pubblico o quando il sistema di chiamata va per le lunghe. Tuttavia, poiché questo test rivela la presenza del virus solo nel preciso momento in cui si effettua, c’è il rischio di trovarsi a ripeterlo più volte senza una reale necessità, sostenendo alla fine spese molto elevate. Da questo punto di vista, la recente introduzione del tampone antigenico rapido rappresenta un punto di svolta per tracciare i casi di Covid, anche perché si annuncia un esame più economico.
Fonte: Altroconsumo.it