Succhi e farmaci, un mix rischioso

Molte persone sono a conoscenza che una spremuta di pompelmo, se assunta durante una cura con farmaci, può aumentarne di molto e anche rapidamente la tossicità. Pochi sanno invece che non è solo il pompelmo a causare interazioni farmacologiche con medicinali di sintesi. Ed il problema nasce in particolare durante il periodo estivo, quando si fa maggiore ricorso a bevande dissentanti o rinfrescanti, dal tè alle spremute di agrumi, dal succo di pomodoro a quello di melograno.

Inoltre, giustamente, si inviatano le persone anziane a bere di più nel periodo estivo, proprio per evitare la disidratazione, ma sono proprio gli anziani quelli che assumono più farmaci, anche contemporaneamente, e che presentano quindi i maggiori rischi di interazioni con certi succhi e bevande.
Alcune sostanze presenti nel succo di Pompelmo (flavonoidi e furocumarine) bloccano il continuo smaltimento dei farmaci da parte del nostro organismo a livello intestinale, rappresentato in particolare dalla cosiddetta p-glicoproteina, ma bloccano anche l’apparato di demolizione presente a livello del fegato, rappresentato dai cosiddetti citocromi. Il risultato è facilmente intuibile: il farmaco si accumula rapidamente nell’organismo, ben oltre il livello normale che si avrebbe senza l’assunzione del pompelmo.

I farmaci più facilmentre coinvolti sono le statine, che così possono provocare danni muscolari, i calcioantagonisti con la conseguenza di bruschi abbassamenti di pressione e palpitazioni, la ciclosporina con possibili danni renali, gli ansiolitici con aumento della sedazione, così come i farmaci usati contro le aritmie e l’asma bronchiale, con aumento della loro tossicità. Dal momento che il succo di pompelmo viene anche ritenuto e utilizzato per dimagrire, si deve sapere che molto pericolosa può essere l’associazione con farmaci anoressizzanti, perchè ne aumenta la tossicità sul cuore e sul sistema nervoso. I succhi di agrumi, dall’arancio al limone e tutti gli altri, contengono sostanze molto simili a quelle del pompelmo, che possono influenzare molto ed in modo variabile il metabolismo dei farmaci, e dovrebbero essere assunti solo in modo sporadico. Il Tè, magari aromatizzato alla menta, può essere certamente bevuto, ma non da coloro che soffrono di ernia iatale, perchè vedrebbero aggravarsi il reflusso gastroesofageo. Non dovrebbero bere molte tazze di tè al giorno neppure coloro che assumono farmaci anticoagulanti orali, perchè la loro efficacia sarebbe ridotta. Il succo di Mirtillo, invece, è particolarmente ricco di antocianine, utilizzato molto anche per combattere le cistiti ricorrenti e per proteggere i capillari, in realtà non dovrebbe essere assunto dai pazienti in terapia con anticoagulanti orali, perchè ne aumenta l’efficacia, con il rischio di emorragie.

Il succo di Aloe, presentato spesso come bevanda rinfrescante, indicato anche in caso di gastrite, riduce l’efficacia di alcuni farmaci utilizzati durante la chemioterapia, mentre può aumentare l’effetto dei farmaci antidiabetici orali. Il succo della Melograna infine, oggi sempre più spesso consigliato come rinfrescante e antiossidante, può interferire con i farmaci metabolizzati dal citocromo CYP2C9 che metabolizza farmaci antidiabetici, ma anche antidepressivi ed antiinfiammatori. L’assunzione quindi succo di melograno durante queste terapie espone al rischio di vedere aumentata l’attività tossica di questi farmaci con conseguenze anche pericolose.
La considerazione obbligatoria è quindi non quella di ridursi a bere il succo di pera o di mela, meno gradevoli e dalle proprietà certamente anche meno interessanti, bensì quella che i pazienti in terapia con farmaci di sintesi si astengano dal bere succhi di frutta o di erbe medicinali a scopo rinfrescante o addirittura curativo, e ricorrano all’acqua al naturale …
Fabio Firenzuoli
Presidente ANMFIT Resp. UO Medicina Naturale Ospedale S. Giuseppe, Empoli Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana
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