Tempi duri per i circa 10 milioni di persone che soffrono di allergie. A provocarle non sono solo le graminacee dei campi e dei prati o la parietaria in città, ma anche vere new entry come ontano, betulla, nocciolo, cipresso e ambrosia già presenti nell’aria.
Tempi duri per i circa 10 milioni di persone che soffrono di allergie. A provocarle non sono solo le graminacee dei campi e dei prati o la parietaria in città, ma anche vere new entry come ontano, betulla, nocciolo, cipresso e ambrosia già presenti nell’aria.
Uno starnuto dopo l’altro e poi naso chiuso, arrossato, occhi gonfi che lacrimano, gola che pizzica, tosse e, nei casi più gravi, crisi d’asma. Sono i più comuni sintomi che come ogni anno compaiono in coincidenza con il periodo di impollinazione. E stagione dopo stagione sul banco degli imputati salgono sempre nuovi pollini e specie vegetali. È il caso di alberi cosiddetti a fioritura precoce, come la betulla e il nocciolo, ma anche di altre piante, magari considerate insospettabili, tenute sotto osservazione dalla rete di monitoraggio degli allergeni aerodiffusi che misura la concentrazione in atmosfera dei principali pollini di interesse allergologico. Il monitoraggio, svolto su scala nazionale e regionale, è realizzato dall’Isac. Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna, in collaborazione con l’Associazione italiana di aerobiologia. La rete conta circa 80 stazioni di campionamento presenti sul territorio nazionale ed è collegata alla rete europea Ean, European aeroallergen network.
“Fin dalla prime settimane”, spiega Paolo Mandrioli, responsabile con Paola De Nuntiis della raccolta ed elaborazione dei dati della rete, “il 2004 si è presentato con un anticipo delle fioriture e una maggior quantità di polline emesso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I meccanismi che hanno provocato questo comportamento della vegetazione sono riconducibili sia alle temperature generalmente alte dei mesi di dicembre e gennaio sia alla siccità dei mesi estivi del 2003 che ha indotto le piante in emergenza a dedicare maggiori risorse alle parti riproduttive”.
“In questi mesi, aggiunge Paola De Nuntiis dell’Isac-Cnr, “abbiamo osservato l’andamento dei pollini di ontano, betulla e nocciolo che hanno fatto la loro comparsa a metà gennaio con un anticipo rispetto all’anno precedente di 2-3 settimane. Chi soffre di allergie deve poi temere, in questa stagione, il cipresso, considerato un polline emergente, e l’ambrosia che dal nord America al nord Italia, a fine estate, rappresenta sempre più la novità per pazienti e medici.
Per le note e temute graminacee ancora nulla ma se la stagione ci porterà bel tempo potremmo vederle, o meglio sentirle, arrivare già a fine mese.
Per saperne di più: il sito dell’Associazione Italiana di Aerobiologia