Sorridi, è primavera

Con l’arrivo della bella stagione il nostro umore migliora. Stagione, latitudine, esposizione al sole, abitudini, possono influire molto sul nostro umore.

“Più che di un cambio, possiamo parlare di un disturbo dell’umore”, spiega Maria Paola Graziani, psicologa dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino. “Ogni individuo ha un proprio ‘tono’ che deriva dalle abitudini, dal temperamento, da alcune dotazioni biologiche in parte di base e in parte influenzate dall’ambiente di sviluppo e socio-culturale. Molti studi e ricerche scientifiche dimostrano come l’avvicendarsi delle stagioni coincida con alterazioni di questo tono umorale: la maggior densità di raggi solari che si verifica in primavera ed estate, ad esempio, stimolando la melatonina, ormone con funzione di ‘regolatore biologico’, può influire sul positivo modificarsi del nostro stato d’animo”.

Anche la latitudine in cui si vive ha una sua incidenza. “Nelle regioni più assolate, in cui le opportunità di vita all’aperto consentono un numero maggiore di rapporti sociali si rileva negli individui un umore di tono più positivo rispetto a quello di chi vive in regioni più impervie e con clima più sfavorevole”, prosegue la ricercatrice dell’Isa-Cnr.

Sui cambiamenti di umore stagioni incide inoltre la disposizione individuale ai ‘fattori di stress’ ai quali alcune persone sono più sensibili di altre. “La maggiore o minore sensibilità al mutare delle stagioni dipende in gran parte da abitudini, modelli socio-culturali e da esposizioni a dosi di stress che per alcuni risultano non controllabili”, conclude Graziani. “Anziani e bambini, ad esempio, se lasciati soli o in difetto di relazioni affettive, possono sviluppare un carico eccessivo di stress psicologico e presentare variazioni di umore che possono interagire con quelle stagionali. Anche le donne possono verificarsi distimie (depressioni minori) relative a individuali basse tolleranze a fattori di stress che per lo più, nella società postmoderna, riguardano il gruppo sociale di appartenenza: negazione d’identità, difficoltà nelle relazioni, insoddisfazione del corpo etc.”.
(Fonte: Almanacco della Scienza)
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