Salute: un sistema sanitario più forte con i fondi sanitari integrativi

Prevenzione, invecchiamento, cronicità. Ne hanno discusso esperti, istituzioni, mondo dell’accademia, medici, esponenti del terzo settore e stakeholder della sanità in un convegno organizzato da Casagit Salute a Roma, a palazzo Wedekind, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni di attività della cassa sanitaria dei giornalisti, oggi società di mutuo soccorso aperta a tutti. Il dibattito, sul presente e futuro del sistema salute del Paese, ha permesso di fare il punto su numerosi aspetti e criticità del Servizio sanitario nazionale e approfondire il ruolo e il contributo dei fondi sanitari integrativi. Protagonisti della sanità a convegno in piazza Colonna a Roma. Il ministro Schillaci: sforzo congiunto per modernizzare e rafforzare il servizio sanitario

“Come ha autorevolmente ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Casagit rappresenta un sistema di welfare capace di lavorare nell’interesse generale e per la costruzione del bene comune, risonante con i valori della Costituzione”, ha sottolineato in apertura dei lavori il presidente Casagit Salute, Gianfranco Giuliani. “I nostri primi 50 anni vogliono essere un momento di riflessione e condivisione. Le sfide sono numerose: prevenzione, cronicità, non autosufficienza, risorse e investimenti. Intendiamo offrire un contributo di idee per un servizio sanitario che sia solidale, sostenibile, sussidiario, integrato e dunque più forte e, davvero, universalistico”.

Il ministro della salute Orazio Schillaci ha inviato un saluto e ricordato come l’obiettivo della cura debba sempre più passare dall’integrazione. Invecchiamento e malattie croniche assorbono la maggior parte delle risorse investite sulla sanità, che richiedono quindi uno sforzo congiunto. “La sanità integrativa – ha ricordato il ministro – va vista all’interno del sistema di welfare sociale e sanitario in cui opera a supporto del servizio pubblico, che resta il pilastro fondamentale dell’assistenza. Vogliamo modernizzare il nostro sistema sanitario, garanzia del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione. Un percorso necessario che richiede uno sforzo congiunto per raggiungere il miglior risultato”. In questo processo è fondamentale la prevenzione, ambito su cui da sempre è impegnata anche Casagit e leva chiave per garantire futuro e sostenibilità del Ssn.

Prevenzione, stili di vita ed educazione sanitaria sono i temi su cui ha posto l’accento il presidente dell’Istituto superiore di sanità Rocco Bellantone, sottolineando il valore di fare squadra per tutelare la salute comune, soprattutto dei più fragili. “Ogni anno 40 mila persone muoiono per malattie che potevano essere diagnosticate in tempo. Nel 2050 il 35% della popolazione sarà composta da anziani. Lavorare su prevenzione e corretti stili di vita è quindi vitale: ogni euro investito in prevenzione comporta un risparmio di 7 volte sulla spesa sanitaria. Importante anche puntare sull’educazione sanitaria, collaborando con il mondo della scuola e dei media”.

La giornalista e consigliera d’amministrazione Casagit Laura Berti ha moderato la tavola rotonda e aperto il dibattito, ricordando gli ultimi dati Istat sul preoccupante fenomeno di rinuncia alle cure: nel 2023 il 7,6% della popolazione ha rinunciato a curarsi, il 4,5% per le lunghe liste di attesa (erano il 2,8% nel 2019). Le rinunce per motivi economici riguardano il 4,2% della popolazione, quelle per scomodità del servizio l’1%.

Pasquale Perrone Filardi (presidente della Società italiana di cardiologia e docente all’Università “Federico II” di Napoli) ha evidenziato l’importanza della prevenzione in ambito cardiovascolare, agendo sin dall’età scolare in modo da “prevenire il primo evento”: significa superare i concetti di prevenzione primaria e secondaria, per fare screening sugli asintomatici adulti e tra chi non ha mai ricevuto diagnosi. L’obiettivo è promuovere consapevolezza e conoscenza di ciascuno rispetto alla propria classe di rischio.

Francesco Landi (direttore del Dipartimento di scienze dell’invecchiamento del Policlinico Gemelli) ha sottolineato l’importanza di puntare su invecchiamento attivo e longevità in buona salute, spalmando le attività di prevenzione nel corso dell’intero arco di vita, per garantire benessere individuale e tenuta del Ssn. Cronicità e disabilità sono i fattori che mettono più in crisi la tenuta del sistema sanitario. Quello che spesso manca è un dialogo proficuo tra la sanità e gli altri attori istituzionali (scuola, ambiente, tessuto economico e produttivo ecc): l’intersettorialità dovrebbe essere la linea guida per raggiungere, insieme, gli obiettivi di salute. La stessa tecnologia (dalla telemedicina ai dispositivi indossabili) può contribuire a rendere la prevenzione più sostenibile, un’opportunità anche per i fondi sanitari integrativi.

Il tema, a volte trascurato, del rapporto tra salute orale, parodontale e salute globale è stato approfondito da Francesco Cairo, presidente della Società scientifica di parodontologia e docente dell’Università di Firenze. Spesso, i giovani adulti che si ammalano di parodontiti poi incorrono in condizioni infiammatorie sistemiche, che coinvolgono anche l’apparato cardiovascolare. L’impatto socioeconomico delle cure dentali è ingente, fare prevenzione è quindi cruciale fin da bambini. Ma è importante anche la capacità di interpretare i sintomi: quindi più conoscenza e consapevolezza, tramite adeguata educazione sanitaria.

Particolare risalto è stato dedicato al tema delle risorse e del finanziamento della sanità, illustrato da Mario Del Vecchio professore associato SDA Bocconi e coordinatore dell’Osservatorio consumi privati in sanità. Oggi la spesa complessiva per la sanità ammonta all’8,4% del pil, di cui la componente pubblica è del 6,2%: un dato molto inferiore alla media europea. “Una spesa che va ottimizzata e razionalizzata, per incanalare questa grande domanda di salute in un percorso istituzionale e organizzativo sostenibile”, ha spiegato Del Vecchio. “La sanità integrativa può giocare un ruolo strategico, in particolare le forme intermediate collettive che, pur con tante differenze, coprono circa il 25% della popolazione. Assistenza e prevenzione vanno armonizzate tra sanità pubblica e privata, in modo da rappresentare una risorsa comune del sistema salute del Paese”.

In conclusione, alla domanda posta dal convegno se un sistema sanitario sia più forte con i fondi integrativi, il direttore generale di Casagit Francesco Matteoli ha risposto affermativamente: “Mutue e fondi, che già oggi assistono 16 milioni di cittadini, possono giocare un ruolo da protagonista in questo percorso, mettendo assieme i bisogni del singolo con quelli della collettività”.

Fonte: casagitsalute.it/

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