Il famoso mostro marino non sarebbe altro che… un terremoto. Le più famose apparizioni del mostro risalgono sembrano infatti coincidere con altrettanti movimenti tellurici. Negli ultimi anni l’attività sismica nella zona si è spenta, e ciò spiegherebbe il relativo silenzio del mostro.
Il mostro di Loch Ness è un prodotto della scienza, non del mito, almeno secondo Luigi Piccardi, geologo del Centro di Studio dell’Appennino. Secondo lo studioso, il famoso mostro marino non sarebbe altro che… un terremoto. Infatti, in seguito a studi dettagliati, Piccardi avrebbe scoperto una curiosa coincidenza: i molti avvistamenti della creatura durante i secoli coinciderebbero con attività sismiche della Great Glen Fault, una grande faglia che si estende proprio sotto il lago. Piccardi teorizza che piccole scosse sulla faglia, emissioni localizzate di gas, forti rumori sismici e altri fenomeni tipici associati con i terremoti abbiano creato l’antica leggenda del “mostro”.
Nel suo studio Piccardi presenta un resoconto dettagliato degli avvistamenti di Nessie durante i secoli per confortare la sua tesi. Restando al ventesimo secolo, gli avvistamenti sembrano seguire sempre una dinamica costante: nel racconto dei testimoni oculari (come Ian Milne nel 1930, i coniugi Mackay nel 1933 e Hugh Gray sempre nel 1933) ricorre la descrizione di un violento sommovimento della superficie dell’acqua, con strane onde anomale da cui avrebbero dedotto la presenza di un’enorme creatura. Le più famose apparizioni del mostro risalgono al periodo 1933-34, alle soglie del terremoto del 16 agosto del 1934 che venne particolarmente avvertito ad Inverness e Foyers.
In un giornale locale di quei giorni si può leggere in una pagina il resoconto degli effetti del sisma, mentre nella pagina adiacente è narrato il racconto dell’avvistamento del mostro avvenuto lo stesso giorno. Negli ultimi anni l’attività sismica nella zona si è spenta, e ciò spiegherebbe, secondo Piccardi, il relativo silenzio del mostro. E così ecco fornita un’altra spiegazione razionale del mistero di Nessie: ma qualcosa ci dice che non sarà l’ultima.