“Quando lo stile va (purtroppo) in vacanza”

Tommaso de Mottoni y Palacios
Giovane Holden Edizioni
ISBN: 978-88-6396-047-1
Prezzo di copertina: 15,00 euro
Pagine 120

E’ uscito il libro di Tommaso de Mottoni y Palacios, l’aristocratico imprenditore triestino che ha movimentato l’ultima edizione del Grande Fratello, una piccola guida ironica e sanamente snob su ciò che è in o out in vacanza edito da Giovane Holden Edizioni.

Soprannominato Sua Altezza Reality, in due settimane di reclusione nella casa più spiata d’Italia, Tommaso de Mottoni y Palacios, l’aristocratico imprenditore triestino, ne ha combinate di tutti i colori, facendosi presto notare dal grande pubblico di Sky e Mediaset con provocazioni all’insegna del politicamente scorretto e azioni singolari: è stato presentato come quello che lucida le scarpe con lo champagne, ha sostenuto che con il prezzo di una delle sue cravatte si possono acquistare libri per un anno per chi non ha i mezzi e scoprendo come questa frase era stata manipolata dai suoi coinquilini, ha messo su ebay la cravatta incriminata e ha donato in beneficenza i 1000 euro ricavati proprio all’associazione presieduta dalla coinquilina che si era detta offesa; è stato il primo concorrente a indire uno sciopero del sonno e della fame di 48 ore per protestare contro i prezzi del cibo per la spesa quotidiana che non riflettevano il reale valore di mercato. Ha sostenuto durante un pranzo che il suo chihuahua, Otto, mangia meglio dei ragazzi che hanno diviso con lui la casa; ha fatto del suo look (polo e cravatta) una moda copiatissima dai giovani e nei talk show ha saputo tener testa ai più scaltri opinion leader distinguendosi per capacità oratoria, cultura, bon ton e ironia.

Uscito dalla casa, Tommaso de Mottoni y Palacios, non si è allineato alla normale evoluzione dei personaggi del Grande Fratello, poche serate nelle discoteche, nessuna ricerca di visibilità nelle tappe obbligate e nei circuiti vip: in poco tempo è tornato al suo lavoro di imprenditore e creativo, sfruttando l’esperienza nella Casa, per arricchire le sue conoscenze nel campo della comunicazione.
“Quando lo stile va (purtroppo) in vacanza” è il suo primo libro ed è un piccolo volume-guida-osservatorio ironico, politicamente scorretto e sanamente snob che parla degli italiani in vacanza, dando curiose e inedite chiavi di lettura per far sì che villeggiature, trasferte e week end siano sempre marcate da un certo stile e non si trasformino in maratone tra all inclusive, infradito, pinocchietti e animatori a bordo piscina.

Ad aprire questo viaggio nel viaggio, il quadretto spassoso dei nostri connazionali in vacanza, che troppo spesso si fanno prendere dalla frenesia e dalla iperattività, senza godersi di fatto il periodo di riposo.
La scelta della meta è un altro passaggio obbligato, per capire che non serve andare all’altro capo del mondo per staccare dalla nostra quotidianità. I mezzi di trasporto sono un male necessario, che dobbiamo sopportare senza tuttavia lasciarsi subissare dalle chiacchiere e le molestie degli altri passeggeri e/o occasionali compagni di viaggio. Non viene tralasciato neppure l’abbigliamento, un ambito nel quale il cattivo gusto imperante nella vita di tutti i giorni raggiunge vertici assoluti durante i periodi di relax.

È poi la volta della chiosa riservata al menu scelto: perché, spiega l’autore, anche e soprattutto in vacanza abbiamo l’abitudine di ingurgitare cibo tanto scarso nella qualità quanto abbondante nella quantità.
Dopo questi capitoli “generali”, l’autore descrive comportamenti e manie tematiche: al mare, in montagna, in campagna, in beauty farm e in città. Il punto di partenza non sono mai le regole in se e per sé, ma esempi, casi, esperienze vissute, che ci aiutano a capire quanto quelle norme che arrivano alla fine del capitolo (nelle sezioni Licet/Non Licet) siano necessarie, per gli altri e per noi stessi.
Gli ultimi due capitoli sono dedicati, rispettivamente, ai diversi tipi di alloggio (albergo, seconda casa, agriturismo, home exchange, campeggio e così via) e alle modalità di gestione degli inviti, materia quest’ultima piuttosto pericolosa, perché è facile che un invito affrettato o poco meditato rovini la vacanza sia all’ospite che al padrone di casa.

Infine la conclusione, affidata ad una singolare “Encyclopédie” del viaggiatore: ogni voce è dedicata ad un aspetto della vacanza, non trattato nei precedenti capitoli del libro, ma non per questo meno importante. Dalla A di aeroporto (in cui si intima al viaggiatore sprovveduto di pagare la sovra tassa per l’eventuale peso in eccesso del bagaglio, evitando la scena agghiacciante di disfare la valigia al check – in, nel tentativo di alleggerirla) alla Z di zittire, passando per cartoline sgradite, mance inopportune, souvenir vendicativi. Sempre nel segno di una prosa pacata, contenuti pungenti, esiti inaspettati. Ogni citazione particolare è contrassegnata da due ordini di note: una corona per le citazioni più alte, una pala a spiegare ai comuni mortali cosa l’autore sta cercando di spiegare.

Per saperne di più: il sito di Giovane Holden Edizioni