Geo Nocchetti
Edizioni: Rai-Eri
Pagg. 160, Euro 13,00
Peppino di Capri e le sue esperienze di uomo e di artista: dal suo incontro, precocissimo, con il mondo della musica – quando a quattro anni suonava il pianoforte senza avere nessuna nozione tecnica dello strumento – attraverso la sua infanzia, quando comincia a cantare per gli americani, che hanno invaso l’isola “con le loro camicie a fiori”, la cioccolata e la musica d’oltreoceano, inconsueta e affascinante.
Ma sarà negli anni Sessanta che Peppino raggiungerà il successo e la notorietà con canzoni dai testi struggenti, rielaborate in arrangiamenti insieme ritmici e languidi, e modulate con voce nasale e appassionata. Nella biografia non vengono tralasciati gli amori: quello, grande, tra lui e Roberta negli anni incoscienti dell’euforia e dello sperpero. Fino ad arrivare a oggi con la serenità accanto all’attuale moglie e ai figli. La prosa scorrevole rende la biografia leggera e divertente.
Dalla prefazione di Renzo Arbore
Peppino di Capri era “Peppino di Capri” quando Renzo Arbore non era ancora “Renzo Arbore”. Voglio dire che Peppino, pur essendo praticamente mio coetaneo, era già famosissimo quando io a Napoli mi scontravo ancora con gli studi di Giurisprudenza, non avevo i soldi in tasca neanche per le “ance” del mio clarinetto e suonacchiavo nei locali degli americani per pochi hot dogs e qualche coca cola. Ma, ahimè, suonavo soprattutto d’estate anche nei locali italiani (i famosi “nights”); e lì le canzoni di Peppino erano “obbligatorie”, le più richieste. Ma come fare a cantare o a far cantare le canzoni di Peppino senza ricalcare quel suo modo di cantare, quel mix di voce “napocubarockalatìmediterraneamuezzintunisincaprese”?
Peppino di Capri, nato a Capri il 27 luglio 1939, è cantante ambasciatore di Capri nel mondo. Giuseppe Faiella – questo il suo vero nome – diventa popolare a partire dagli anni Sessanta per le sue interpretazioni dei classici napoletani in chiave moderna. La città e soprattutto l’isola lo adottano subito per il suo modo delicato di intonare canzoni come I te vurria vasà, Voce ‘e notte, Luna caprese, Champagne. Sempre suo è il merito di aver portato in Italia il twist interpretando Let’s twist again di Chubby Checker. Ma per Peppino di Capri il vero successo arriva con le partecipazioni al Festival di Sanremo (in riviera è presente per nove volte). Vincitore nel 1973 con Un grande amore e niente più. Si ripete nel 1976 con Non lo faccio più. Raccoglie altri successi nei Sanremo seguenti, quali E mo e mo (1985), Il sognatore (1987), Evviva Maria (1990) e nel 1991 con Favola Blues.
Sempre nel 1991 rappresenta la canzone italiana in Europa, partecipando con Comme è ddoce ‘o mare all’Eurofestival. Nel gennaio 1996 è in tour con Fred Bongusto nei teatri di tutta Italia. Da questo evento nasce un disco live che impegna il duo con le orchestre fino alla fine dell’estate ‘96. Nel 1997, una grande idea: il rilancio su CD del mitico 45 giri.Nel settembre 1998 festeggia i suoi quarant’anni di carriera con lo spettacolo “Champagne, di Capri di più…” in onda su Raiuno dalla splendida Piazzetta di Capri. In questa occasione Peppino ha voluto raccogliere in un doppio CD i suoi più significativi successi di questa lunga carriera. Nel febbraio 2001 si presenta al 51° Festival di Sanremo, nella sezione Campioni, con il brano Pioverà (habibi ane) e arriva undicesimo. Nello stesso anno Peppino finisce di realizzare il suo ultimo album chiamato “Fase tre” dove sperimenta con nuovi suoni.