Oncologia: identificata una nuova strategia delle cellule neoplastiche

Uno studio Cnr attribuisce alla proteina SF2 un ruolo essenziale nella “motilità cellulare”, proprietà importante nella progressione tumorale. La scoperta aiuterà a sviluppare nuovi farmaci.

Nuove prospettive per la diagnosi e la cura dei tumori da una collaborazione fra l’Istituto di genetica molecolare (Igm) del Cnr di Pavia, l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (To) e l’Università americana del Massachusetts. Lo studio, pubblicato sull’ultimo numero della prestigiosa rivista americana Molecular Cell, è partito dall’osservazione dello “splicing alternativo”, un precisissimo quanto naturale ‘taglia e incolla’ di pezzi di RNA, e si è occupato di analizzare il meccanismo coinvolto in questo evento nei tumori della mammella e del colon.
L’informazione genetica immagazzinata nel DNA, per essere tradotta in proteine, viene trascritta in molecole “RNA messaggero” o “mRNA” mediante una complicata reazione biochimica di ‘taglia e cuci’, detta “splicing”. Lo “splicing alternativo” è invece un meccanismo, poco noto, che interessa circa il 70% dei geni umani e che da uno stesso gene porta alla produzione di proteine molto differenti, anche più di mille. Difetti di splicing alternativo, perciò, possono avere effetti devastanti sulla cellula e sull’organismo e non a caso sono stati riscontrati nei tumori, anche se non è chiaro se ne siano causa o effetto.
Il gruppo di ricerca, diretto dal dr. Giuseppe Biamonti presso l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, si è interessato dello splicing alternativo del proto-oncogene Ron, un recettore che tra l’altro induce la “motilità cellulare”, una proprietà importante sia in processi fisiologici (risposta alle infezioni, rimarginazione delle ferite e sviluppo dell’organismo) sia nella progressione tumorale. Lo splicing alternativo induce la produzione di una variante, detta ?Ron.

Il lavoro, reso possibile dall’impegno della dott.ssa Claudia Ghigna e del prof. Silvano Riva (Igm-Cnr) in collaborazione con il prof. Paolo Maria Comoglio (Torino) e il prof. Michael Green (USA), parte dall’osservazione che lo splicing alternativo responsabile di ?Ron si verifica nel 75% dei tumori della mammella analizzati ed ha consentito di dimostrare che questo meccanismo è regolato dalla proteina SF2. Aumentati livelli di SF2, infatti, alterano la morfologia delle cellule ed inducono “motilità cellulare”. La novità sta nell’aver identificato la relazione tra SF2 e ?Ron e nell’aver dimostrato per la prima volta il ruolo di un fattore di splicing nella motilità delle cellule.
“Questo lavoro porta con sè una serie di buone notizie”, dichiara il dott. Biamonti. “La prima è una nuova prospettiva per lo studio del ruolo nella progressione tumorale dello splicing alternativo, che può modificarsi in seguito a stimoli esterni o a trattamenti stressanti quali quelli subiti dalle cellule del tumore primario. La seconda buona notizia, dal punto di vista applicativo, è che gli effetti dello splicing alternativo possono venir controllati dall’esterno utilizzando una tecnologia consolidata che si basa su piccole molecole sintetizzate ad hoc. Questo apre nuovi campi per la ricerca di farmaci antitumorali”.