Oculistica: ecco il laser saldatessuti

E’ la tecnica di sutura, la prima al mondo in questo settore, messa a punto dall’Istituto di fisica applicata (Ifac) del Cnr di Firenze, in collaborazione con l’Ospedale di Prato e con il Bascom Palmer Eye Institute di Miami (USA). Permette di ‘cucire’, senza filo e in soli pochi minuti, i tessuti oculari nel trapianto di cornea e negli interventi per cataratta e presbiopia.

Al posto del tradizionale filo chirurgico, un laser in grado di saldare, in 2-3 minuti, lembi minuscoli di cornea e di tessuti endoculari. La nuova tecnica è stata messa a punto da un gruppo di ricerca dell’Istituto di fisica applicata (Ifac) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Firenze in collaborazione con l’Unità Oculistica dell’Ospedale di Prato e con il Bascom Palmer Eye Institute di Miami (la clinica più importante negli Stati Uniti in questa branca specialistica). L’innovazione permette di sostituire la sutura tradizionale utilizzata nel trapianto di cornea, nella chirurgia della cataratta, nonché nelle futuribili tecniche di lens refilling, ossia di riempimento del cristallino, che si propongono come soluzione definitiva del problema della presbiopia senile.
“Attualmente, presso l’Ospedale di Prato” spiega Roberto Pini dell’Ifac-Cnr “si eseguono operazioni di trapianto di cornea ‘solo laser’: un laser a femtosecondi (ad impulsi ultra corti) esegue il taglio della cornea e quello a diodi produce la sutura del lembo trapiantato, senza impiego di bisturi né di filo chirurgico. Il laser a diodo di bassa potenza, progettato dal Cnr e prodotto da El.En. SpA di Calenzano, induce la saldatura diretta dei tessuti oculari che contengono il collagene, sfruttando questa proteina naturale come una colla attivata dal calore”.

I vantaggi per il paziente sono rilevanti: riduzione dei tempi chirurgici, che si limitano a pochi minuti contro i 45 impiegati per una sutura tradizionale; minore reazione infiammatoria dopo l’intervento (perché non si usa il filo); periodo di guarigione molto più breve, con conseguente miglioramento della qualità della vita e la riduzione dei costi ospedalieri.
La nuova tecnica laser può avere ampie ricadute soprattutto per la cura della presbiopia. Per questo tipo di intervento è oggetto di brevetto internazionale già depositato dagli studiosi.
La presbiopia è un deficit visivo che si produce inevitabilmente dopo i 45 anni. Ad essere chiamato in causa è il cristallino che, una volta diventato duro e fibrotico, non esegue più l’accomodazione visiva, cioè non si fa deformare dai muscoli oculari per mettere a fuoco gli oggetti ravvicinati.

“In questo caso” prosegue Pini “la sutura laser viene utilizzata per realizzare una valvola sulla capsula che contiene il cristallino, attraverso cui svuotarne il contenuto fibrotico e sostituirlo con un polimero che abbia le caratteristiche del cristallino giovanile. Tale procedura chirurgica, detta lens refilling, potrebbe essere al contempo risolutiva del problema della cataratta, cioè l’opacizzazione del cristallino, attualmente risolta chirurgicamente con la sostituzione di una lente intraoculare di materiale plastico, che però è rigida e non consente l’accomodazione visiva”.
I risultati della sperimentazione preclinica della tecnica sono stati presentati a gennaio nel più importante congresso mondiale di ottica biomedica California.

Per saperne di più: Consiglio Nazionale delle Ricerche