Nel 2022 un suicidio ogni 16 ore

Ogni anno in Italia si verificano in media 4mila suicidi. Questo vuol dire che ogni dieci anni nel nostro Paese scompare una città di circa 40mila abitanti. I dati attualmente disponibili non sono però aggiornati. L’ultimo Annuario Statistico dell’Istat pubblicato nel 2021 contiene informazioni relative al 2018, quando vennero registrati 3.789 suicidi (6,3 ogni 100 mila abitanti). Impossibile, invece, avere i numeri relativi ai tentati suicidi. Numeri però fondamentali per il Servizio Sanitario e per la prevenzione.

Un suicidio in media ogni 16 ore che passano e un tentato suicidio ogni 14. Questi sono i dati allarmanti che emergono dall’Osservatorio Suicidi della Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze, alla vigilia della Giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio. «I dati istituzionali attualmente disponibili – spiega il presidente della Fondazione, lo psichiatra Armando Piccinni –  non sono correntemente aggiornati, tanto che l’ultimo Annuario Statistico dell’Istat pubblicato nel 2021 contiene dei dati relativi al 2018. La Fondazione BRF, proprio per via della mancanza assoluta di dati aggiornati, ha istituito già durante la prima ondata della pandemia un Osservatorio Suicidi, monitorando gli atti suicidari in base a un’attenta analisi delle notizie di cronaca, locali e nazionali».

Dal lavoro dei ricercatori emerge che da gennaio 2022 ad agosto 2022 si contano 351 suicidi e 391 tentati suicidi. «Parliamo, peraltro, di un dato al ribasso, considerando ovviamente che c’è un sommerso, specie per i tentati suicidi, che non viene coperto dai media». Dal report emergono anche ulteriori spunti di riflessione: le categorie più a rischio, ad esempio, sono le forze dell’ordine (oltre 40 suicidi dall’inizio dell’anno) e i detenuti (oltre 30). Inoltre il maggior numero di suicidi si è registrato al Nord (133), seguito dal Sud (131) e infine dal Centro Italia (87). Per i tentati suicidi, invece, spicca il Centro Italia (143), seguito dal Sud (133) e dal Nord (115). «Al di là delle piccole differenze – spiega ancora Piccinni – è evidente dai numeri come il fenomeno sia drammaticamente diffuso e tocchi la nostra intera Penisola».

«Servono – conclude Piccinni – adeguate politiche di prevenzione del suicidio che coinvolgano tutti gli attori in gioco, dagli psicologi agli psichiatri, dagli insegnanti alle famiglie. Non bisogna dimenticare, peraltro, che il suicidio ha un’incidenza particolarmente grave tra i giovani. Nonostante l’impegno e l’azione di alcuni singoli parlamentari, a riguardo poco è stato fatto nel corso dell’attuale legislatura. L’auspicio è che le forze politiche impegnate in questi giorni nella campagna elettorale riusciranno, al di là delle promesse e dei proclami, ad affrontare concretamente la questione nella prossima legislatura».

Fonte: www.fondazionebrf.org