Manifesto per il silenzio

Stuart Sim
Traduzione: Adele Oliveri.
Collana: Serie Bianca
Pagine: 176. Prezzo: euro 14

Il silenzio è un diritto che viene troppo spesso calpestato. Dobbiamo riscoprire le sue virtù, perché in un mondo troppo rumoroso rischiano di andare perse le capacità di pensare, agire creativamente, riflettere criticamente.

Il libro
“Fuggite il rumore e l’inquinamento.” Così recita la gran parte delle pubblicità che magnifica la vita delle città satellite che sempre più numerose sorgono nei pressi delle grandi metropoli. Dapprima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti, la realtà dei suburbs sembra attecchire con forza anche in Italia. Le ragioni che spingono verso questa scelta abitativa sembrano quindi essere radicate in una percezione ormai difficile da contestare: le città sono sempre più invivibili. E non solo per l’insicurezza sociale, l’inquinamento, il traffico, ma anche per il rumore e l’inquinamento acustico.
Al contrario, il silenzio ha da sempre giocato un ruolo importante nel plasmare la storia e i momenti più salienti della creatività umana. E noi tutti abbiamo bisogno di più silenzio. Non solamente nei mesi estivi, quando le finestre sono spalancate alla ricerca di un po’ di refrigerio e i rumori molesti della città invadono incontenibili la nostra privacy. Ne abbiamo bisogno sempre, perché la capacità di pensare, creare, riflettere dipende dalla nostra possibilità di accesso regolare al silenzio.

Il libro tocca gli aspetti più vari della questione, spaziando dalle pratiche contemplative alla musica contemporanea, dalla letteratura all’analisi del rumore utilizzato come arma di pressione psicologica e strumento di tortura nei confronti di quei detenuti che si vuole necessariamente “ammorbidire”, o addirittura in ambito militare come nuova tipologia di arma. Perché gli effetti del rumore sullo stato del benessere psichico sono ben documentati. Senza il silenzio, un vero e proprio diritto di tutti regolarmente calpestato dalle pratiche metropolitane, non sembra possibile dedicarsi alle funzioni più creative che caratterizzano la specie umana. Non solo contemplazione, quindi, ma anche capacità riflessiva e creativa.
Occorre dunque riscoprire le virtù del silenzio. Ecco perché questo è un vero e proprio manifesto politico. Solo tramite il silenzio, infatti, si può formare e conservare un’attitudine critica, necessaria per contrastare l’invasione perniciosa di media sempre più invasivi e rumorosi. Anche le sorti della democrazia dipendono dalla difesa di questo diritto.