Le persone sinistrorse hanno il doppio delle possibilità di soffrire di malattie intestinali rispetto a quelle che usano la mano destra.
Questo è quanto riportato da uno studio di matrice anglosassone, che prefigura l’esistenza di fattori genetici e/o ambientali che collegano il mancinismo alla probabilità di contrarre alcune malattie. Già alcune ricerche precedenti avevano rilevato curiose associazioni tra i mancini e alcune malattie di origine autoimmune, come l’asma, l’emicrania, il diabete, l’autismo e i disturbi dell’apprendimento. “L’associazione tra infiammazioni intestinali e mancinismo potrebbe essere causata dalla condivisione di alcuni tratti genetici, da fattori ambientali che agiscono nell’infanzia o da una combinazione di entrambi i fattori”, affermano gli autori della ricerca. Un’altra spiegazione, seppur controversa e non accettata da tutti i ricercatori, chiama in causa la quantità di testosterone a cui vengono esposti i feti nel grembo materno, che influenzerebbe il sistema immunitario e provocherebbe il mancinismo.
L’ambiente incide sulle malattie cardiache
Il luogo in cui viviamo non è di solito considerato un fattore indipendente per prevedere il nostro stato di salute, sebbene alcune caratteristiche fisiche e sociali dei luoghi di residenza potrebbero influenzare i comportamenti indirettamente collegati con il nostro benessere. Secondo una recente ricerca americana, però, sembra esistere una stretta relazione tra il rischio di malattie cardiache e le condizioni socio-ambientali dei pazienti. Nel corso di nove anni di studio, la ricerca ha preso in esame ben 13000 pazienti tra i 45 ed i 64 anni abitanti in vari luoghi degli Stati Uniti, suddividendoli in “blocchi geografici” di 1000 abitanti ciascuno. Ad ognuno di questi blocchi geografici era stato assegnato un punteggio indicante la condizione socioeconomica, ed erano state raccolte informazioni sul reddito, sull’educazione e l’occupazione. I risultati hanno mostrato come i 615 infarti verificatisi in questo arco di tempo siano avvenuti prevalentemente nelle zone più povere e svantaggiate, proponendo un collegamento diretto fra condizioni socio-ambientali e rischio di malattie cardiache. Lo studio non si è occupato delle possibili cause, anche se non è difficile ipotizzare come le differenze ambientali, igieniche ed alimentari delle zone più povere giochino un ruolo significativo nell’insorgere di alcune patologie.
L’artrite reumatoide provoca infiammazioni gengivali
Chi soffre di artrite reumatoide è maggiormente soggetto a contrarre infiammazioni gengivali croniche. Questa è la conclusione raggiunta da una ricerca australiana, la quale evidenzia una maggiore predisposizione (circa il doppio delle possibilità: 11,6 contro 6,7 per cento) in chi soffre di artrite di contrarre anche la periodontite, un’infezione cronica delle gengive e dei tessuti che sostengono i denti, e che nel suo stadio più avanzato può anche portare alla perdita totale dei denti. L’artrite reumatoide è una patologia molto dolorosa e invalidante, e si manifesta quando il sistema immunitario attacca il corpo, provocando l’infiammazione cronica delle articolazioni. La causa della malattia è sconosciuta, e ad oggi non vi sono cure efficaci. La natura della relazione tra artrite reumatoide e periodontite non appare chiara, anche se i ricercatori hanno osservato che le due malattie hanno alcuni tratti in comune, come la cronicità dell’infiammazione e il fatto che in entrambe il danno sia causato dal sistema immunitario.