Malasanità: colpito da una malattia sconosciuta

Tutto è cominciato una mattina maledetta (intorno al 15 febbraio 2000): mi alzo come tutti i giorni per andare a lavoro con mio padre, sento una forte pressione alla nuca, e da lì comincia l’inferno!

La vicenda di Paolo
Vado a lavoro ugualmente, pensando che si tratti di un disturbo passeggero, capisco però, che nel mio corpo sta succedendo qualcosa di strano. Il dolore alla testa, i disturbi visivi, la pressione alla nuca, erano dei malesseri molto insoliti, però decido di non dire niente a nessuno, pensando che tutto si sarebbe risolto da solo! Il mio istinto mi diceva che la cosa era grave, ma speravo di sbagliare. Aspetto di passare la notte, pensando che col riposo tutto sarebbe tornato al suo posto, ma la mattina successiva, aprendo gli occhi mi rendo conto che la situazione non è cambiata, anzi. I dolori alla testa erano più intensi e più strani. Mi sentivo sempre più diverso, mi cominciava a ‘bruciare’ la colonna vertebrale, e la vista andava sempre più peggiorando, da lì capisco la gravità del problema, e decido di dire tutto ai miei. Comincia la ricerca: andiamo dal nostro medico curante, mi dà dei farmaci e mi dice di stare tranquillo che tutto si sarebbe risolto. Passano i giorni tutto peggiora, comincio a sentire paura, (io che non conoscevo la paura) attorno a me captavo una sottovalutazione del problema e la cosa mi rendeva sempre più nervoso, solo mia mamma era veramente allarmata, lei mi conosce bene, sa che io per lamentarmi devo avere qualcosa di significativo, perché non sono il tipo di persona che al primo dolorino comincia a fare i capricci, anzi! Analisi del sangue: tutto nella norma. RX cranio, TAC encefalo, RM encefalo, ecodoppler vasi sopraortici + transcranici ecc. ecc. ecc. tutto normale. Dopo svariati esami i dottori cominciano a guardarmi con un occhio diverso, mi chiedono se io nella vita ero un tipo nervoso, ed io pensavo: “MA COSA C’ENTRA QUESTO!”. Un giorno sento che qualcosa stava cambiando, i dolori si facevano sempre più forti arrivando al punto di farmi piangere come un bambino, i miei mi portano all’ospedale di corsa, mi ricoverano in Medicina generale (reparto nettamente sbagliato) mi fanno dei semplici controlli e mi dicono che non ho niente, io stavo in agonia! Non potevo parlare tanto il dolore era forte. Non riuscivo a stare in piedi; mi dimettono con una diagnosi banale: “CEFALEA”. Tutti i dottori mi dicevano: “Non hai niente! niente! lo vuoi capire! Ci stai facendo diventare pazzi!”.

Era una violenza psicologica continua, mi sentivo solo, io contro tutti, nessuno mi credeva! Solo i miei erano con me. Pensando che il problema non derivasse da una patologia cerebrale, decidiamo di fare una visita oculistica specializzata, non fidandoci più dei medici italiani andiamo in una grossa e famosa clinica spagnola; niente! Gli occhi sono perfetti, il problema non partiva da là. Ogni volta che un esame mi dava esito positivo, io mi sentivo sprofondare! Ero entrato in un tunnel buio, freddo, e senza uscita. Torniamo in Italia, la situazione si complica, mio padre cede, entra in una fortissima depressione, vede un figlio che prima si mangiava il mondo a morsi, pieno di vita, solare, sempre sorridente, mai depresso, attivo in tutto, e che non si abbatteva per nessun motivo, ora in un letto che soffre minuto per minuto, attimo per attimo. Mi era rimasto solo l’aiuto di mia madre, sapevo che lei non avrebbe mai ceduto, lei è come me: una roccia! Cominciamo una serie di visite neurologiche, ma senza nessun risultato, mi davano sedativi, calmanti, ansiolitici, ma io non avevo bisogno di questo! Io avevo dolori! Non ci vedevo bene, mi bruciava la colonna vertebrale! Cosa c’entravano tutti questi farmaci nel contesto! Sì ero nervoso ma erano i dolori che mi portavano il nervosismo, non viceversa! Andiamo a MILANO in un istituto neurologico, io pensavo: questa forse è la volta buona! Entro dal dottore, e mi richiede una RM nella colonna cervicale, chiediamo se potevo farla lì, ma mi dicono che dovevo aspettare qualche settimana, così torniamo a CATANIA, la faccio il giorno stesso: tutto normale! Io sprofondavo sempre più giù, non trovavo una soluzione! ero disperato (la parola più comune). Andiamo nuovamente a MILANO, portiamo le lastre, entriamo dal dottore e mi dice la solita frase: “Lei non ha niente!”.

Io in quei momenti avrei voluto passargli il mio male, per fargli capire cosa stavo provando, ma purtroppo non era possibile! Ritorniamo a CATANIA, io sempre più convinto di essere in una strada senza sbocco! Nella mia testa rimbombava sempre una frase: “CHE COSA HO?, DIO AIUTAMI TU!”. Mi convincono ad andare a FIRENZE da un noto professore che mi diagnostica nuovamente “Cefalea con aura permanente”, io sapevo perfettamente che non avevo questa patologia, perché la cefalea non porta bruciori alla colonna vertebrale, ma per fare contenti i miei accetto di seguire la terapia. Niente, tutti quei farmaci non avevano dato nessun beneficio! Nel frattempo i mesi passano; mi ricoverano in un altro ospedale, dove mi fanno la puntura lombare, e ripetono alcuni esami; mi dimettono con diagnosi: “DISTURBI SOMATOFORMI”. A quel punto, mi rendevo conto che gli esami da fare erano ormai terminati, e che non avevo più nessun’altra possibilità. Il mio carattere così forte era stato vinto dalla pressione psicologica cui ero sottoposto, e crollo sempre di più! L’unica persona che mi dava ancora speranza, era mia madre, lei mi giurava che non si sarebbe fermata mai e questo mi teneva un po’ più su. Ma non poteva certo togliermi da quell’agonia che vivevo giorno per giorno. Erano passati circa sette mesi già da quella mattina maledetta. Dopo sette giorni di continui dolori lancinanti, decido di suicidarmi, scrivo qualche riga per salutare i miei ed esco da casa (cosa molto insolita), mi dirigo verso il porto di CATANIA e lancio la macchina a forte velocità verso la fine del pontile, ma negli ultimi e decisivi metri qualcosa in me scatta, freno, la macchina si ferma in tempo, ripeto la prova tante volte ma non riesco a concludere poi comincio a piangere e a grido a DIO: “Perché a me! Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo!

Se proprio devi, portami con te, fammi morire, ma non lasciarmi così, la morte non mi fa paura, la sofferenza a questi livelli sì!”. Chiamo un amico, che viene tempestivamente da me, cerca di calmarmi, ma i dolori non cessavano, mi rendevano una massa di nervi, ero in profonda agonia. Passati quei giorni infernali i dolori si erano leggermente attenuati così decidiamo di rivolgerci ad una struttura straniera, mi ricovero in una clinica SVIZZERA, ma non capiscono il mio problema neanche lì, mi danno massicce dosi di amitriptilina, un farmaco usato per la cura della cefalea, ma non mi dà nessun risultato! (scontato). Torniamo in ITALIA e andiamo da un noto professore catanese che si occupava di Medicina interna, gli racconto in breve la mia lunga storia e mi richiede una serie di esami al sangue, una scintigrafia cerebrale ed una RM a tutto il midollo spinale. Gli esami al sangue non documentavano patologie; per effettuare la “SPECT” cerebrale dovetti andare a ROMA, in un centro di Medicina nucleare: l’esame risulta nettamente alterato. In me si risveglia la carica, la speranza, insomma vedo qualche spiraglio! Nessuno più mi poteva dire: “Lei non ha niente”. Faccio la RM al midollo e risultano delle piccole ernie a livello dorsale, ma che non spiegavano per niente quel bruciore così intenso, e quei disturbi alla testa e alla vista! Ritorno a CATANIA da quel professore che mi aveva richiesto quegli esami; mi suggerisce di andare nuovamente a ROMA, da un noto neurologo. Arrivato a ROMA mi compare un altro disturbo comincio ad avere una diplopia (visione doppia dei contorni degli oggetti) che non scompare mai!

Il professore mi consiglia di ricoverarmi in una clinica privata, dove lui si appoggiava. La mattina seguente mi ricovero e vengo sottoposto a svariati esami e terapie. Mi fanno una RM all’encefalo con studio perfusione cerebrale, che documentava un’alterazione. Dopo circa cinque giorni vengo dimesso con la diagnosi di: “Fibromalgia algica di natura virale”, hanno praticamente ignorato gli esami obiettivi strumentali, e diagnosticato una patologia che non ha nessun legame scientifico con gli esami trovati alterati! Tornato a CATANIA comincio la terapia, (punture, pillole, inalazioni nasali ecc. ecc.) ma niente di fatto, tutti i sintomi sono ancora lì, dopo quindici giorni di cure, vado nuovamente a ROMA dove vengo sottoposto a delle infiltrazioni nella colonna vertebrale, il medico mi garantiva che già il giorno dopo dovevo sentirmi molto meglio, purtroppo non fu così, ritorno nuovamente in studio e vengo sottoposto ad altre infiltrazioni (in tutto 13 punture dentro la schiena). La sintomatologia non regrediva, nessun beneficio! Ritorno a CATANIA e continuo la terapia ma senza alcun tipo di risultato fino ad oggi. Cosa devo fare! Chi mi può aiutare, io voglio rivivere! Anche un piccolo vostro aiuto potrebbe restituirmi la vita! Non gettate questa lettera ma datela nelle mani di qualcuno che possa aiutarmi… Vi ringrazio di cuore…
Paolo

Sono disperato!
Prego chiunque sia in grado di darmi informazioni relative al mio caso, come centri specializzati o nominativi di medici competenti. Vi ringrazio! Un piccolo vostro aiuto potrebbe restituirmi la vita!