Libri: Speciale Natale

Il libro, tra i tanti regali possibili, è certamente uno di quelli più capaci di emozionare. Utile, interessante, stimolante, e soprattutto, alla portata di tutte le tasche. Ecco allora piccoli consigli per grandi letture. Cominciamo dai libri per l’amico intellettuale, per l’e-amico, per chi ama le biografie.

FRANCO RELLA
IL SILENZIO E LE PAROLE
Il pensiero nel tempo della crisi
“Universale Economica – Saggi” / Feltrinelli
pp. 224 euro 7,75

L’autore
Franco Rella, nato a Rovereto nel 1944, docente di estetica a Venezia, è autore di numerosi saggi.
In breve
Un percorso che conduce dal fascino del silenzio e del nulla alle parole di un sapere che cerca di avere ragione della crisi fino al superamento della razionalità classica in un nuovo rapporto rappresentativo con il mondo e la realtà: da Weininger a Wittgenstein, Hofmannsthal, Musil, Freud, Rilke, Nietzsche, Benjamin.
Il libro
Il silenzio e le parole si muove attraverso alcune delle più significative manifestazioni del pensiero filosofico e letterario del Novecento: quelle che emergono dalle opere di Weininger, Wittgenstein, Rilke, Heidegger, Freud e Benjamin. Ma non si limita a ripetere, con le loro parole, la fine dei fondamenti della ragione classica; cerca piuttosto di individuare, all’interno di quei testi, la genesi di un sapere critico, che si pone come un superamento dell’aura del silenzio del primo Wittgenstein e della “rappresentazione luttuosa” della crisi di Hofmannsthal e del pensiero negativo. Il sapere della precarietà e della caducità, il sapere critico, si scontra con la ragione post-cartesiana nel suo punto di massima resistenza e di massima tensione: nell’idea del progresso e di un sapere lineare e cumulativo. Infatti, a partire dallo Zarathustra di Nietzsche, ma soprattutto con Proust, Freud e Benjamin, si produce una diversa concezione del tempo: il tempo ripetizione dell’inconscio, della memoria involontaria, dell’immagine dialettica di Benjamin. Questa concezione del tempo propone un atteggiamento nuovo nei confronti del presente e del passato e rende pensabile anche una diversa costruzione del futuro. È un orizzonte di senso in cui ciò che appariva come un paesaggio desertico e terribile trova una sua diversa ragione: nuove parole in cui si esprime e si rappresenta.

ROBERT A. ROSENSTONE
LO SPECCHIO E IL SANTUARIO
Storie di americani nel Giappone Meiji

Traduzione di Adriana Bottini
“Campi del sapere/Culture” / Feltrinelli
pp. 320 euro 28,41

L’autore
Robert A. Rosenstone è professore di Storia al California Institute of Technology.
In breve
La storia del primo incontro fra l’Occidente moderno e il Giappone medievale, alla metà dell’Ottocento, rivissuto con gli occhi e lo spirito dei primi visitatori.
Il libro
Nel 1853 le cannoniere dell’ammiraglio Perry aprirono il Giappone all’influenza occidentale. I protagonisti di questo libro, un missionario, un naturalista e un giornalista e letterato statunitensi, vi si stabilirono contribuendo in modo attivo alla modernizzazione del paese. Fu un incontro con una cultura che cercarono in ogni modo di comprendere senza riuscirvi mai veramente. Ma tutti e tre vennero trasformati dal Giappone: specchiandosi nelle sue tradizioni e nella sua vita quotidiana, questi primi osservatori ne riportarono una nuova immagine del proprio mondo. Adottando una tecnica narrativa storiograficamente innovativa, che si richiama a quella cinematografica, Rosenstone ripercorre la loro avventura intrecciandone in un unico racconto la ricostruzione e le osservazioni di pugno dei tre americani, senza tuttavia che in nessun momento questo libro, che pure “si legge come un romanzo”, faccia pensare a un’opera di finzione. Attraverso l’uso sapiente di un discorso indiretto libero basato su lettere e diari, il lettore si trova in una contiguità quasi fisica con i personaggi; ne condivide le esperienze emotive, intellettuali, sensoriali. Viene sommerso da paesaggi, odori, colori, sapori. E attraverso il trascorrere del tempo, che Rosenstone comunica con grande efficacia, si è indotti a riflettere sul modo in cui le persone, nel corso della loro vita, raccontano a se stesse il senso della propria esistenza.

FILIPPO BIANCHI
CHIAMAMI OLGA.NET
Trans-navigazione in Rete
“Ossigeno” / pp. 248 euro 12,91

L’autore
Filippo Bianchi (Firenze 1950) ha scritto su diversi quotidiani (“la Repubblica”, “l’Unità”, l'”Indipendente”) di cronaca e musica. È anche organizzatore di eventi artistici di risonanza nazionale, in particolare di performing art.
In breve
Un viaggio letterario e umano in rete, che descrive un mondo, quello del travestitismo, che proprio grazie a Internet trova una sua inedita visibilità.

Il libro
Un giornalista si mette a curiosare in rete e come spesso succede invece di trovare ciò che cercava s’imbatte in mondi sconosciuti. Internet è effettivamente un mondo straordinario: rende possibile la piena rappresentazione di sé senza timori né vergogne. Le pagine personali dei singoli utenti presenti su Geocities, per esempio, potrebbero essere utilizzate per sofisticate analisi sulle pulsioni più celate della società contemporanea, tanta è la varietà dei desideri che vi trovano cittadinanza. In questa ricerca dei mille mondi desideranti della rete, l’autore incontra quello del travestitismo. Persone normalissime di giorno, vestite in giacca e cravatta e con compiti di responsabilità, trovano così modo di dare espressione ai propri desideri più nascosti postando in rete le immagini di sé in abiti femminili. Filippo Bianchi decide così di entrare in contatto con alcune delle persone reali che stanno dietro a quelle immagini di distinti uomini in calze a rete, tacchi alti e parrucca. La scoperta che fa è ancora più sconvolgente delle stesse immagini. Trova persone animate da una grande tenerezza e da una sofistica sensibilità, e talvolta con un bagaglio culturale estremamente raffinato. Tramite le relazioni epistolari (o per meglio dire per mezzo delle e-mail) l’autore, ormai totalmente affascinato dal mondo che casualmente si è trovato a contattare, viene incaricato dagli stessi travestiti di dar loro visibilità pubblica. Un compito assunto pienamente e che conduce con lieve tocco, attraverso la descrizione di una serie di storie e personaggi italiani, americani e spagnoli.

J.C. HERZ
Traduzione di Giuliana Giobbi
“Universale Economica”/ pp. 248 

L’autore
J.C. Herz ha scritto per il “Boston Phoenix”, l'”Harvard Crimson”, il “Miami Herald” ed “Esquire”, e fa parte del comitato di redazione della rivista di nuove tecnologie e società “Wired”. Ha pubblicato I surfisti di Internet (uscito per la prima volta nella collana “I Canguri” nel 1995), quand’era studentessa a Harvard all’età di ventitré anni.
In breve
Il diario di un viaggio picaresco nello strano e meraviglioso mondo di Internet di una nethead, una navigatrice dei nostri tempi.
Il libro
J.C. Herz è la nostra moderna Alice: ci guida attraverso la lingua, le regole e la cultura dei surfisti della rete. Ci fa vivere l’etica anarchica di Internet, ci fa conoscere gli hackers e i phreakers, le guerre d’insulti e i mille pseudonimi dei fan ossessivi, le MUD e il sesso in rete. I surfisti di Internet, scritto in forma di spassoso e umoristico diario, ripercorre l’esperienza disorientante di un navigatore perso nella rete, per l’infinità di porti a cui si può attraccare, in un universo pieno di leggende metropolitane, donne cyborg, transessuali, vecchi sciovinisti, ufologi, giocatori di ogni età, che si ritrovano giorno e notte, da tutte le parti del mondo, in bar virtuali per scambiare due chiacchiere o trattare degli argomenti più bizzarri. A partire dai giorni in cui l’autrice non era che una novellina sino alle sessioni con i gruppi di sostegno per i drogati-da-Internet, la seguiamo nel suo viaggio nel cyberspazio, una dimensione per molti più presente, concreta e “vivibile” della “realtà”, del “mondo off-line” o scollegato, dal momento che il limite fra reale e virtuale si va facendo sempre più sottile e precario.

SIBILLA ALERAMO – DINO CAMPANA
UN VIAGGIO CHIAMATO AMORE
Lettere 1916-1918
A cura di Bruna Conti
“Varia”/Feltrinelli
pp. 136 euro 9,30

In breve
Uno dei più bei carteggi d’amore del Novecento italiano.
Il libro
Documento di una storia d’amore tormentata, Un viaggio chiamato amore presenta il carteggio tra Sibilla Aleramo e Dino Campana, dal febbraio del 1916 al gennaio del 1918. Considerato un piccolo classico, l’epistolario venne pubblicato da Nicola Gallo nel 1958, due anni prima della morte dell’Aleramo, e riproposto senza variazioni nel 1973 da Enrico Falqui. Nel 1987 Bruna Conti, responsabile del Fondo Sibilla Aleramo presso la Fondazione Istituto Gramsci di Roma, ne ha curato una nuova edizione per gli Editori Riuniti. Il lavoro di prima mano sugli autografi dei due protagonisti e importanti acquisizioni di documenti (alcuni frammenti del poeta, telegrammi, lettere ad altri corrispondenti) le hanno permesso di allestire un testo fedele dell’epistolario, scevro da quei fraintendimenti e quelle lacune che avevano segnato le edizioni precedenti. L’opera viene qui riproposta con sostanziali modifiche: un’introduzione che ricostruisce la vicenda amorosa dei due protagonisti e, in parallelo, le polemiche che hanno accompagnato la storia del carteggio; una bibliografia e un ricco apparato di note; l’inclusione nella sequenza del testo, con una datazione definitiva, di lettere prima lasciate in appendice che chiariscono gli ultimi punti oscuri della relazione.

CELIA CORREAS ZAPATA
LA VITA SECONDO ISABEL
Isabel Allende da La casa degli spiriti a La figlia della fortuna
Traduzione di Serena Lazzaroni e Stefania Cherchi
“Universale Economica – SuperUe “/Feltrinelli
pp. 192+16 t.f.t. euro 9,30

L’autrice
Celia Correas Zapata è nata a Mendoza, in Argentina. Insegna Letteratura ispanoamericana all’Università statale di San José, in California. È autrice di numerosi saggi su scrittori spagnoli e latinoamericani contemporanei.
In breve
La vita, i libri, gli amori, le passioni di una delle più amate scrittrici latinoamericane. Un’esistenza che è già un romanzo nella forma di libro-intervista, arricchito con foto di famiglia. L’ultimo capitolo, La figlia della fortuna, affronta il tema del progetto-saga che ricollega La casa degli spiriti all’ancora inedito Ritratto in seppia.
Il libro
Isabel ha antenati baschi da parte degli Llona, gente lavoratrice, austera, riservata; spagnoli e portoghesi da parte dei Barrios Moreira, cognome della nonna materna, Isabel. Dal padre, Tomás Allende, ha ereditato sangue castigliano e francese. La sua storia comincia con l’arrivo a Valparaíso, in Cile, da Callao, il porto di Lima, a bordo dell’Aconcagua, all’età di tre anni. Con lei ci sono anche i fratelli Juan e Pancho, la bambinaia Margara, e la madre Panchita che fugge dal marito. Fin da piccola, Isabel ha dimostrato di essere uno spirito libero, dal carattere aperto e anticonformista, con una precoce vocazione artistica e la passione per la scrittura. Da sempre lei e la madre, in viaggio per l’Europa con il diplomatico “zio” Ramón, si sono scambiate lettere ricche di vivacità e talento narrativo. A scrivere per professione Isabel ha iniziato con una rubrica umoristica sulla rivista femminile “Paula”, pubblicata in Cile, Uruguay, Venezuela e Messico negli anni sessanta. A metà degli anni settanta, durante l’esilio in Venezuela, assieme alla sua famiglia (il primo marito Miguel, e i due figli Paula e Nicolás) si ricongiunge con la madre e il patrigno. Nel 1982 pubblica il suo primo romanzo e nel 1987, ormai famosa in tutto il mondo, arriva negli Stati Uniti entrando dalla baia di San Francisco, e qui si ferma, nella “Casa degli Spiriti” a San Rafael, con il marito Willie e “le bestie” (quattro orsetti lavatori, una volpe, un gatto, alcuni uccellini, una sariga e delle moffette).
“Ho scoperto, con sorpresa e gioia, che c’è coerenza tra le mie idee, i miei romanzi e il modo in cui ho vissuto la mia vita”.
Isabel Allende.