La mitologia spiegata (in parte) dalla geologia

Come spiegare la nascita della vita sulla Terra, il mistero dei misteri? Oggi la scienza fornisce molte spiegazioni, ma rimangono numerose perplessità. In passato gli uomini cercano la risposta anche nei miti, storie frutto di fantasie, racconti in apparenza improbabili che però talvolta nascondono qualcosa di vero. È il caso della nascita del nostro pianeta narrata nella mitologia greco-romana e di altre culture.

Per gli Inca, ad esempio, in una Terra immersa nell’oscurità, da un lago individuato nell’attuale Titicaca, emerse il dio Con Tiqui Viracocha, che portò con sé alcuni esseri umani e creò poi sole, stelle e luna per illuminare il tutto. Tra le ipotesi di genesi formulate dagli Egizi troviamo Atum, il dio nato da un oceano primordiale che, salito su una collina, creò con la saliva gli dèi di vuoto e umidità, i quali, accoppiandosi, generarono terra e cielo e in seguito le coppie di fratelli e sorelle Osiride, Iside, Seth e Nefti. L’africana etnia Bantu parla di oscurità una primordiale, in cui nell’acqua viveva il gigante bianco Mbombo il quale, dopo un grosso mal di stomaco, vomitò il sole che, splendendo e riscaldando l’acqua, la fece evaporare formando le nuvole e asciugando qua e là le terre. Per i Greci all’inizio c’era il caos, in un mix di elementi disordinati, senza forma e distinzione alcuna, finchè apparve Gea, principio di vita e madre delle stirpi divine, e in seguito tutta l’umanità.

La divinizzazione della madre Terra era una “soluzione” che provava a spiegare la potenza della genesi prodotta nelle sue ignote profondità. Una madre che dominava la religione pre-olimpica, la cui espressione non era verso l’alto, verso gli dei del futuro Olimpo, ma “Verso il basso, verso quegli inferi fecondi dai quali sgorgava incessantemente la vita e ai quali l’uomo ritornava dopo la morte” come spiega Luigi Piccardi dell’Istituto di geoscienze e georisorse (Igg) del Consiglio nazionale delle ricerche. Dunque, la geologia è centrale in diverse mitologie delle popolazioni antiche . “Proprio per questo, la Terra, con la sua inesauribile forza generatrice, è stata considerata una divinità”, aggiunge il ricercatore del Cnr-Igg.

“Ma non solo, nel mito della creazione sono sempre state di grande importanza le grotte. Il mondo sotterraneo era considerato il regno dei morti e quindi montagne, caverne e rocce di forma e struttura particolari sono state oggetto di venerazione. Lo stesso vale per l’acqua, portatrice di vita, che sorge dal profondo e per i punti di emissioni gassose, spesso letali e, quindi, temuti e venerati”.

Non è meno rilevante la presenza dei fossili, utili ad avvalorare la credenza nell’esistenza di mostri vissuti iin epoche passate e spazzati via dal diluvio universale. La forte attrazione dei nostri antenati verso la Terra si esprime anche con la multiforme Grande madre, le cui rappresentazioni si trovano fino a 30mila anni fa. “Si comprende quindi la grande attenzione della mitologia per i fenomeni geologici, in particolare per quelli più spettacolari e collegati al sottosuolo, come i vulcani e i terremoti”, conclude Piccardi. “Tali fenomeni, che incutevano al tempo stesso terrore e meraviglia, interessavano proprio l’elemento centrale e misterico dell’esistenza umana: il grembo di madre Terra, alfa e omega di ogni creatura”.
Fonte: Almanacco della Scienza – CNR
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