Individuata da un ricercatore dell’Istituto di neuroscienze del Cnr una importante funzione degli astrociti nella produzione delle improvvise crisi che caratterizzano questa malattia. Lo studio, che apre a nuovi approcci terapeutici, ha ottenuto il Premio Maurizio Mangrella.
Si deve a un giovane ricercatore italiano, Tommaso Fellin, la scoperta che gli astrociti, una popolazione di cellule nervose, svolgono il ruolo, finora insospettato, di sincronizzare – attraverso il rilascio di numerose sostanze neuroattive, fra cui il neurotrasmettitore glutammato – i neuroni, che così possono ‘attivarsi’ contemporaneamente.
La sincronizzazione dell’attività dei neuroni è essenziale per l’elaborazione dell’informazione nel cervello ma da essa dipende anche la genesi dell’epilessia. Tale patologia – com’è noto – è caratterizzata dall’improvvisa insorgenza e dalla ripetizione di crisi dovute, paradossalmente, ad un eccesso di funzione del sistema nervoso: alcuni neuroni del cervello cominciano cioè a lavorare ad un ritmo molto superiore al normale, producendo la scarica e le crisi epilettiche.
I risultati delle ricerche condotte da Tommaso Fellin presso l’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e la Medical School di Filadelfia, hanno individuato il ruolo fondamentale degli astrociti nella produzione di queste scariche elettriche neuronali ed aprono quindi anche nuove vie d’indagine per la genesi dell’epilessia e per nuovi approcci terapeutici.
Per questi studi il ricercatore italiano ha ottenuto il Premio ‘Maurizio Mangrella in Neuroscienze’. Il premio, bandito dal Centro Mangrella, con la direzione scientifica del dott. Umberto di Porzio, direttore di ricerca all’Istituto di genetica e biofisica A. Buzzati-Traverso del CNR di Napoli e del prof. Luca Colucci D’Amato della Seconda Università di Napoli, è destinato a giovani ricercatori italiani (meno di 35 anni) che operano in Italia o all’estero. La commissione esaminatrice, composta da cinque professori in Neuroscienze delle Università Federico II e SUN di Napoli, La Sapienza e Tor Vergata di Roma e dell’università di Torino, ha selezionato i due vincitori su 67 concorrenti, di cui il 20% residenti all’estero. Un’alta percentuale dei lavori presentati è stata pubblicata da prestigiose riviste internazionali con alto impatto (impact factor).
L’altro vincitore, Riccardo Cassiani Ingoni, lavora presso il NIH di Bethesda. La sua ricerca riguarda il ruolo della migrazione e del differenziamento di cellule staminali in un modello sperimentale di sclerosi multipla (o sclerosi a placche), una grave malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale che porta alla perdita delle guaine mieliniche dei nervi, con progressiva paralisi e morte. Cassiani Ingoni ha dimostrato che mediatori dell’infiammazione possono influenzare il differenziamento di cellule staminali che a loro volta potrebbero partecipare attivamente nella risposta all’infiammazione, introducendo così nuovi concetti che potranno essere applicati alla terapia.