Forse non tutti sanno che i serpenti a due teste non appartengono solamente alla dimensione del mito, ma hanno una solida base nel mondo reale.
La natura non finisce mai di stupire, ed il recente ritrovamento avvenuto in Spagna di un esemplare di questo tipo offrirà agli scienziati l’opportunità di studiare il modo in cui l’anomalia genetica influisce sul comportamento e sulle capacità di cacciare e nutrirsi di questo strano animale. Il serpente ritrovato nelle vicinanze del villaggio di Pinoso, in Spagna è un esemplare di due mesi, non velenoso, della lunghezza di circa 20 cm. E, tutto sommato può considerarsi fortunato di essere stato catturato, perché le sue probabilità di sopravvivenza in un ambiente naturale sono davvero minime, per varie ragioni. Gordon Burghardt, studioso dell’Università del Tennessee, che ha avuto occasione di studiare alcuni esemplari di questi rarissimi animali, dichiara: “Il problema principale che devono affrontare è quello del cibo, perché spesso le due teste combattono tra di loro per riuscire ad inghiottire la preda: per questo, nutrirsi porta via molto tempo, durante il quale sono altamente vulnerabili da parte dei predatori.
Inoltre, hanno spesso grosse difficoltà a decidere quale direzione prendere, e se si trovassero nella necessità di rispondere velocemente ad un attacco, potrebbero davvero trovarsi nei guai”. Anche in cattività, il serpente a due teste incontra diversi problemi: i serpenti agiscono in gran parte per mezzo dell’odorato, e se una delle due teste percepisce l’odore della preda nell’altra testa, allora la attaccherà e proverà ad inghiottirla. Nel complesso però, la cattività permette a questi strani animali di vivere. Famoso è il caso di Thelma e Louise, un serpente a due teste dello Zoo di San Diego, deceduto poco tempo fa, dopo aver dato alla luce 15 figli normali. I serpenti a due teste nascono nello stesso modo dei gemelli siamesi: un embrione durante lo sviluppo si divide in due embrioni gemelli, ma ad un certo punto il meccanismo di separazione si interrompe, lasciando unite le due metà. Fra gli uomini, circa il 75 percento dei gemelli siamesi muoiono entro 24 ore dalla nascita. La probabilità di sopravvivenza nei serpenti a due teste dipende in gran parte dal punto di congiunzione tra i due corpi, e dal numero degli organi in comune.
Più le due teste sono ravvicinate, minori saranno le probabilità di sopravvivenza, perché i due corpi saranno meno indipendenti. “Questi animali non dovrebbero essere considerati dei mostri, o scherzi della natura”, aggiunge Burghardt. “Sono organismi dotati di motivazioni ed individualità come tutti gli altri. Essi ci forniscono la rara opportunità di studiare i processi di cooperazione e di controllo dello stesso corpo da parte di due distinti sistemi nervosi. Il loro studio può darci alcuni utili indicazioni anche sui problemi di sopravvivenza che i gemelli siamesi sono costretti ad affrontare”.