Il prigioniero
Anna Laura Braghetti – Paola Tavella
Collana: Universale Economica – Feltrinelli
Pagine: 176 – Prezzo: Euro 7,5
Il 16 marzo 1978 Aldo Moro viene sequestrato dalle Br e per 55 giorni resta prigioniero. Il 9 maggio viene ritrovato morto nel bagagliaio di una macchina in via Caetani. I sequestratori erano Moretti, Gallinari, Maccari e Braghetti. Questo libro ha ispirato Marco Bellocchio per la scrittura del film Buongiorno, notte.
Il libro
Il libro di Anna Laura Braghetti e Paola Tavella è un documento unico che ricostruisce come mai è stato fatto la vita dell’ostaggio e dei sequestratori durante i 55 giorni del sequestro Moro, raccontando la quotidianità, i gesti, i rapporti umani, le conversazioni, gli scontri, le paure e le speranze delle persone che abitarono l’appartamento-prigione. La voce narrante è quella della Traghetti che comperò, arredò e preparò la casa di via Montalcini e che racconta, dall’interno e nei dettagli, una delle vicende più drammatiche e determinanti della storia d’Italia. Nel farlo, parla anche della sua vita, dell’incontro con la lotta armata, della sua doppia esistenza di impiegata e di militante clandestina, dell’omicidio di Vittorio Bachelet di cui è responsabile, fino all’arresto, nel 1980, alle carceri speciali, al cambiamento interiore. Ne esce il ritratto sofferto, a suo modo esemplare, di una vita travolta dalla fede rivoluzionaria e, insieme, di un’intera generazione politica. “La mia scelta di entrare in una organizzazione armata è stata il frutto di un lungo, lento corteggiamento, un avvicinamento graduale, passo per passo. Come un meccanismo che, prima di mettersi in moto, faccia scattare tanti clic impercettibili, uno dopo l’altro, fino al momento finale quando ogni passaggio è compiuto e la macchina è avviata in tutta la sua potenza. Forse il periodo in cui sono stata una spettatrice in platea mi è servito a decidere se farmi o no definitivamente da parte. Era un tempo d’attesa, cercavo un modo per cambiare il mondo e tentavo di capire se le Brigate Rosse fossero o meno uno strumento per far diventare realtà il sogno rivoluzionario”.
Il libro Eugenio Borgna
Collana: Campi del sapere – Feltrinelli
Pagine: 216 – Prezzo: Euro 16,0o
C’è un territorio della nostra mente e della nostra anima in cui trovano asilo tutte le impressioni che l’esistenza ci dona: questo scrigno prezioso che contiene il senso stesso della nostra umanità è il territorio delle emozioni e dei sentimenti.
Il libro
Un filo ininterrotto collega questo nuovo libro di Eugenio Borgna ai suoi precedenti: la profonda convinzione che le conoscenze mediche non bastino a scandagliare la malattia psichica e che per comprendere l’interiorità di chi soffre, al fine di alleviarne il dolore, occorra attingere ad altre aree conoscitive, quelle filosofiche e letterarie in primo luogo. Dimensione somatica e dimensione umana devono dialogare per riuscire a cogliere la storia clinica di un paziente, che è anche storia di vita, modo di essere e di vivere dotato di autonomia e interna articolazione di senso. Di qui l’inefficacia e la sterilità, discussa in apertura del libro, di una psichiatria che si riduca a neuroscienza o a semplice cura farmacologica. Di qui gli squarci e le intuizioni che l’analisi di grandi testi letterari e poetici come quelli di Dostoevskij e di Sylvia Plath consentono per gettar luce su esperienze soggettive di epilessia e angoscia. E di qui anche lo struggente catalogo dei sentimenti e della loro interpretazione che, a partire da L’arcipelago delle emozioni, Borgna va costruendo. Le intermittenze del cuore, come ci ha insegnato Proust, sono quei soprassalti straordinari che nello scorrere di una vita normale ci riportano improvvisamente a eventi, cose o persone del passato rimaste nell’ombra, marginali, e che aprono una prospettiva sfuggente e rivelatrice al di là del fluire irreversibile del tempo. Sono momenti di rottura, cambiamento, metamorfosi, come si danno anche in certe forme di depressione e angoscia, nei mutamenti dell’adolescenza e perfino in certi riassestamenti di identità seguiti a trapianti d’organo. “Far lievitare la vita interiore, coglierne le sfumature,” scrive Borgna, “ci aiuta a capire e analizzare le incrinature e le trasformazioni emozionali che nascono negli altri-da-noi”.
Per saperne di più: Feltrinelli.it