In che modo discipline non ortodosse, come la medicina cinese, possono integrarsi con approcci più tradizionali?
“E’ necessario innanzi tutto discriminare alcuni aspetti per evitare che il messaggio possa essere frainteso: – l’articolazione può lavorare male per cause occlusali: particolari forme di malocclusione possono durante la fase di massima chiusura della bocca costringere la mandibola ad assumere posizioni patologiche che alterino i rapporti e gli equilibri intraarticolari;
– l’articolazione può essere stata danneggiata da traumi o presentare patologie neoplastiche, degenerative o di altra specifica natura;
– l’articolazione, per iperattività muscolare, può lavorare sotto particolare compressione o in maniera eccessiva (per frequenza ed intensità). Possono derivarne infiammazioni tendinee, capsulari, sinoviali e di tantissime strutture molli frequentemente ignorate. Quadri infiammatori, algici, tensivi e spesso anche quadri di disordine biomeccanico possono derivare da queste ipersollecitazioni muscolo-tendinee, particolarmente nei soggetti con lassità legamentosa in cui una ‘debolezza’ tendinea non riesce a garantire stabilità tra le strutture;
– l’articolazione e più in generale il distretto cranio-cervico-mandibolare, come molti altro organi o apparati, possono diventare sintomatici quando, per motivi vari, la soglia di tollerabilità e di adattabilità del soggetto si abbassa (stress, surmenage, patologie sistemiche, ecc.) o ancora rappresentare una manifestazione ‘a distanza’ di alterazioni viscerali, emozionali e sistemiche.
In ciascuno di questo casi presi ad esempio è necessario un approccio specifico: si potrà pensare ad un intervento occlusale e fisioterapico nel primo, chirurgico e fisioterapico nel secondo, ma nei seguenti il quadro si pone in maniera più complessa e necessita di considerazioni più ampie. Naturalmente la medicina cinese non permetterà ad un disco di riposizionarsi correttamente sul condilo o nella fossa articolare , né consentirà ad una frattura di saldarsi adeguatamente (così si ricorrerà a chirurgia maxillo-facciale); la medicina cinese sicuramente può aiutare in fase diagnostica per comprendere e decodificare quei casi in cui non si rilevino importanti alterazioni organiche, biomeccaniche e/o strutturali. Trattasi dei casi in cui sovente l’assistito si sente rispondere ‘lei non ha niente, i suoi disturbi sono psicosomatici’, o si vede proporre bite o altri dispositivi a puro scopo diagnostico senza che la selezione e la scelta sia stata ponderata poiché spesso l’operatore non dispone di altri elementi di decodifica diagnostica. Molti ausili dignostici possono essere estrapolati da una medicina così antica e con tradizioni così profonde e validate. attraverso particolari interrogatori, attente osservazioni morfopsicobiotipologiche, esami pulsologici, glossoscopici (l’esame della lingua) e molto altro ancora.
Individuare in toto un soggetto attraverso la sua osservazione consente con rapidità ad un operatore esperto di comprenderne punti di forza e di debolezza e di farsi una rapida idea di quello che potrebbe essere il quadro complessivo dei suoi disturbi ancor prima di visitarlo, un ausilio diagnostico certamente non trascurabile per una visione ‘olistica’ della problematica. Così speso consigli comportamentali, dietetici o semplici ausili fitoterapici possono precedere interventi più complessi, dispendiosi, invasivi e spesso irreversibili, fornendo risultati veramente entusiasmanti. Tutto questo, naturalmente senza assolutizzare la procedura, o si commetterebbe un grossissimo errore: l’assolutizzazione di una tecnica, procedura o di un concetto riduce la prospettiva di esame della problematica, di per sé multifattoriale, limitandone campo di esame e di azione”.
“L’articolazione temporo-mandibolare – i DTM secondo la valutazione tradizionale e integrata con medicine non convenzionali” è una dei suoi ultimi lavori. Un libro indirizzato soltanto agli esperti oppure potrebbe fornire utili spunti anche al lettore comune?
“Il testo cui lei fa riferimento è stato prodotto proprio nei termini espressi sopra: era necessario che qualcuno si ponesse nell’ottica di integrare discipline apparentemente lontane per principi, metodiche e campi di applicazione. E’ stato necessario un lavoro molto duro che mi ha portato via davvero molti anni, ma il fine principale mi sembra sia stato raggiunto. Il testo, al quale ho voluto dar un taglio prettamente didattico (tanto per gli studenti del corso di Laurea, quanto per partecipanti a Master o corsi di Perfezionamento) fornisce un’ampia carrellata della problematica partendo dalle basi anatomo-fisiologiche e finendo ad esaminare quelle che sono oggi considerate le medicine non convenzionali. Lo spirito critico, l’ampia documentazione scientifica, la vastissima bibliografia e l’iconografia presente, hanno fatto sì che il testo potesse essere utilizzato tanto da professionisti esperti quanto da lettori comuni. Non di rado giungono mail di lettori semplicemente incuriositi per propria necessità dall’argomento, che mi richiedano chiarimenti o approfondimenti dopo averlo letto. Ciascuno ha trovato spunti di riflessione ed approfondimento. Sembra peraltro (a sentire le recensioni prodotte, la casa editrice e le richieste di lettori italiani e stranieri) che sia assolutamente il primo lavoro al mondo prodotto in quest’ottica medica ‘integrata’, per questo probabilmente sarà tradotto in più lingue”.
L’integrazione con medicina cinese o altre metodiche non convenzionali costituisce solo uno degli aspetti di cui si occupa…
“In effetti è vero. Ho scritto altri libri sulla semeiotica clinica e l’esame ai tessuti molli articolari Martina edizioni 2005), sui rapporti tra Occlusione ed Oculomotricità (Martina edizioni 2007), sull’utilizzo della fitoterapia nei disordini cranio-cervico-mandibolari (Casa Editrice Ambrosiana in press) ed un atlante sull’utilizzo della Risonanza Magnetica Nucleare nella patologia dell’ATM ( Martina Edizioni in press). Nella genesi dei disturbi temporo-mandibolari intervengono moltissimi fattori eziologici così moltissimi approcci terapeutici possono essere necessari o ausiliari ( ricordiamo a tal proposito interventi fisioterapici, chirurgici, logopedici, posturali, ecc.). E’ compito del professionista dare priorità e consequenzialità a ciascuno di questi, oltre a monitoraggio ed assistenza al paziente, sì che si possa programmare ma anche, adattare e variare in corso d’opera ogni specifico intervento personalizzandolo in ogni specifico frangente per ogni singolo paziente. Credo molto all’approccio ‘individuale’ e non alla standardizzazione terapeutica, pur ritenendo necessarie linee guida e criteri base di valutazione diagnostica e prognostica. In ultimo mi consenta di ringraziarla per la su cortesia e disponibilità per avermi dato la possibilità di chiarire il mio pensiero in un ambito (il Web) in cui spesso messaggi ed informazioni sono inseriti senza alcun controllo e contribuiscono a confondere coloro che, alla ricerca di una risposta alle loro domande, finiscono per attingervi. E’ consolante scorgere professionisti come lei che sono molto attenti alla fonte di provenienza delle informazioni”.
(seconda parte – vai alla prima parte)
Immagine – Prof. Francesco Deodato, gnatologoFrancesco Deodato, Professore a contratto di Gnatologia – Università degli Studi di Siena, Professore a contratto presso numerosi corsi di laurea e di specializzazione Università degli Studi di Sienam Socio fondatore e segretario della SIDA nel biennio 2002-2003, (Società Italiana Disfunzioni e Algie dell’ATM).