In Sud Sudan 6,35 milioni di persone non hanno certezza di un pasto sicuro. Nel 2020 1,3 milioni di bambini saranno colpiti da malnutrizione acuta. 12 Settembre 2019, JUBA – Nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di sicurezza alimentare da giugno 2019, oltre la metà della popolazione del Sud Sudan, circa 6,35 milioni di persone, non ha la certezza di un pasto sicuro. È questo l’allarme lanciato da FAO, UNICEF e World Food Programme. Secondo l’aggiornamento dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), pubblicato congiuntamente dal Governo della Repubblica del Sud Sudan e da FAO, UNICEF e WFP, il 54 per cento delle persone in Sud Sudan vive ancora in condizioni di grave insicurezza alimentare.
Il rapporto stima che 10.000 persone attualmente affrontino un livello di insicurezza alimentare classificato come Catastrofe (fase IPC 5) con un’estrema mancanza di cibo, mentre 1,7 milioni sono in condizioni di Emergenza (fase IPC 4) e altri 4,6 milioni sono a livello di Crisi (fase IPC 3).
La regione del Greater Upper Nile continua ad essere la più insicura dal punto di vista alimentare, seguita dalla regione del Greater Bahr el Ghazal, mentre quelle nella fase 5 di Catastrofe si trovano a Yirol Est dell’ex stato dei Laghi e avranno bisogno di aiuti umanitari urgenti per salvare le vite delle persone colpite.
La pace può migliorare l’accesso a mezzi di sussistenza, mercati e assistenza umanitaria
Nonostante l’insicurezza alimentare sia grave, i recenti miglioramenti possono ampiamente essere attribuiti al Rinnovato Accordo di Pace, sottoscritto a settembre 2018. Il calo dei conflitti armati ha incoraggiato il ritorno volontario degli agricoltori, incrementando l’accesso ai beni di sussistenza e migliorando i mercati. Uno scenario politico più stabile ha anche consentito una migliore distribuzione di assistenza umanitaria alle popolazioni più vulnerabili.
“Con la stabilità politica e una pace durevole, il Sud Sudan può velocemente riprendersi dalla crisi e ampliare la produzione di cibo. I risultati del rapporto sono allarmanti, ma mostrano anche che il rinnovato accordo di pace sta producendo i suoi frutti e la sua piena attuazione è della massima importanza per il paese,” ha dichiarato Meshack Malo, Rappresentante FAO in Sud Sudan. “La FAO sta lavorando con gli agricoltori che hanno fatto ritorno per sostenerli mentre si reinsediano e cercano di ricostruire i loro mezzi di sussistenza e produrre il proprio cibo.”
Livelli allarmanti di malnutrizione acuta
I livelli di malnutrizione acuta fra i bambini sotto i cinque anni sono aumentati significativamente, dal 13% del 2018 al 16% del 2019 – sopra la soglia di emergenza del 15%. Si stima che 1,3 milioni di bambini nel 2020 saranno colpiti da malnutrizione acuta.
“L’aumento della malnutrizione acuta fra i bambini in Sud Sudan ci indica quanto sia complessa la malnutrizione, ma anche quanto più tempo ci voglia per ricostruire un paese rispetto a distruggerlo”, ha dichiarato Mohamed Ag Ayoya, Rappresentante dell’UNICEF in Sud Sudan.
“Questa situazione richiede un cambio di paradigma: mettere la prevenzione al primo posto, prima del potenziamento delle cure. Questo cambiamento include la promozione di un’alimentazione complementare adatta all’età per i bambini, la prevenzione di malaria e diarrea, accesso ad acqua pulita, una corretta igiene e assistenza sanitaria. Solo allora i bambini potranno veramente crescere”.
Alti livelli di fame persistenti
Ci si aspetta che la situazione della sicurezza alimentare in Sud Sudan migliori da ora e verso la fine dell’anno, quando ci saranno i i raccolti stagionali. Tuttavia, le agenzie delle Nazioni Unite stimano che 4,5 milioni di persone affronteranno ancora livelli di insicurezza alimentare di Crisi, Emergenza o Catastrofe e avranno bisogno di assistenza.
“L’ultimo rapporto dimostra che se diamo una possibilità alla pace, è facile che la sicurezza alimentare diventi una realtà”, ha dichiarato Matthew Hollingworth, Direttore del WFP in Sud Sudan. “Non è il momento di riposare sugli allori, mentre milioni di persone stanno ancora lottando per la sopravvivenza nel paese. Piuttosto, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi e mantenere i risultati che la pace ha permesso”.
Rispondere alla crisi
La FAO sta fornendo degli “starter kit”, composti da sementi per le colture adatti alle condizioni locali, attrezzi per l’agricoltura e per la pesca e interventi basati su aiuti in denaro con l’obiettivo di eliminare il divario alimentare per circa un milione di famiglie contadine. Inoltre, la FAO sta conducendo una vaccinazione su larga scala e trattamenti per circa 7 milioni di capi di bestiame a sostegno degli allevatori, proteggendo i loro mezzi di sussistenza e aprendo opportunità di mercato
L’UNICEF e 40 organizzazioni della società civile stanno fornendo interventi nutrizionali fondamentali per i bambini e le donne in Sud Sudan. Attualmente, l’UNICEF sta supportando 1.150 centri per programmi terapeutici ambulatoriali e 99 centri per la stabilizzazione in Sud Sudan. Da gennaio a luglio 2019, oltre 144.000 bambini colpiti da malnutrizione acuta grave sono stati curati con servizi di alta qualità, oltre il 90% dei quali si sono ripresi. Tuttavia, l’UNICEF aumenterà la sua promozione di alimenti complementari adeguati per i bambini e la prevenzione di malaria e diarrea. Una forte collaborazione con i settori idrico e igienico-sanitario, della salute, dell’istruzione e dell’agricoltura che affronti le cause alla radice della malnutrizione, continua ad essere una priorità per l’UNICEF.
Il WFP e i suoi partner hanno risposto con distribuzione di cibo e denaro nelle aree maggiormente colpite e fino ad ora hanno raggiunto circa 3,9 milioni di persone vulnerabili. Con sufficienti risorse, il WFP fornirà a aiuti vari, fra cui cibo salvavita e distribuzione di aiuti in denaro in aree con mercati che funzionano a 5,1 milioni di persone, oltre a cibo in cambio di lavoro per la costruzione e la riabilitazione di beni per la comunità e cibo per i pasti scolastici. Nello specifico, il WFP fornirà prodotti speciali per la prevenzione e la cura della malnutrizione a circa 1,6 milioni di bambini e donne in gravidanza o allattamento.
Per maggiori info: www.unicef.it