Un’epidemia anche per l’economia

Un’impresa difficile, quantificare da subito le conseguenze economiche dell’emergenza Coronavirus in Italia, ma nell’analizzare i dati che circolano lo scenario che emerge appare preoccupante. Una diminuzione del Prodotto interno lordo italiano compresa tra -1% e -3% nel primo e secondo trimestre 2020 è stimata dal Ref Ricerche, che quantifica la perdita tra i 9 e i 27 miliardi. La stima considera l’impatto diretto nelle regioni italiane: Lombardia e Veneto, le due più interessate dal fenomeno, pesano per il 31% del Pil italiano. Una contrazione del 10% del Pil in queste due regioni vale quindi una riduzione del 3% di quello dell’intero Paese.

Standard&Poor’s stima la tendenza di crescita per l’Italia nel 2020 a -0,3% rispetto al +0,4% precedente all’emergenza Coronavirus. L’Italia, afferma un rapporto dell’agenzia di rating, è il Paese in Europa che soffrirà l’impatto economico maggiore con crescita negativa nell’intero 2020.

“I viaggi e il turismo sono i settori destinati a risentire maggiormente dell’emergenza: le misure dei singoli Paesi per limitare il contagio e i timori dei viaggiatori a visitare zone considerate a rischio vanificheranno un intero anno di crescita per il comparto”, spiega Antonio Coviello, dell’Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Iriss) del Cnr, struttura che dal 2011 cura la pubblicazione del “Rapporto sul turismo italiano”, e docente di Marketing presso l’Università Parthenope di Napoli. Analizzando i vari scenari ipotizzati dalle società di rating (da quello con probabilità di accadimento “basso” fino a quello di rischio “alto”) applicati al “portafoglio di simulazione”, costituito da circa 25.000 valutazioni emesse dalla Credit Rating Agency (Cra), si conferma come settori turistico, ristorativo e alberghiero siano i più colpiti nell’immediato. I dati Confcommercio e Confturismo prevedono che dal primo marzo alla fine di maggio dell’anno nelle strutture ricettive si registrerà un calo di oltre 31,6 milioni di presenze, con una perdita stimata di 7,4 miliardi. Solo il settore delle gite scolastiche in Italia, ad esempio, muove un business da 316 milioni annui. Per l’impatto dell’inevitabile calo dei passeggeri, il Coronavirus costerà al settore aereo mondiale tra i 60 e i 110 miliardi di dollari, secondo la previsione della Iata (International Air Transport Association). Mentre l’Asstra (Associazione del trasporto pubblico) registra già una perdita di oltre il 50% dei propri passeggeri in Italia e una perdita secca di oltre 130 milioni di euro al mese. Un’azienda italiana su dieci fallirebbe, nel caso in cui l’emergenza Coronavirus non si arrestasse entro l’anno stando allo studio Cerved “Impact of the Coronavirus on the Italian non-financial corporates”.

“Lo stop al movimento delle persone, l’interruzione alle catene del valore e la perdita di ricchezza (si pensi alla perdita di trilioni di dollari con la caduta delle borse) rischiano di tagliare una fetta importante del Pil mondiale”, continua l’economista del Cnr-Iriss. “Per fare un esempio, un punto di crescita in meno in Cina significa 0,4 punti in meno di reddito globale, -542 miliardi di dollari, come se andasse in fumo l’intera economia svizzera”.

Anche gli economisti di S&P Global Ratings hanno rivisto al ribasso le stime di crescita globali per il 2020. “Con il Covid-19 ora presente in oltre 70 paesi, l’impatto macro-globale è raddoppiato dal nostro ultimo aggiornamento dello scorso 11 febbraio”, fanno sapere gli analisti. Il Pil mondiale, viene specificato, potrebbe scendere di 0,5 punti percentuali rispetto alla precedente previsione del 3,3%. S&P stima inoltre un rallentamento del ritmo di crescita del Pil cinese al 4,8% rispetto alle previsioni pre-epidemia del 5,7%. E una riduzione alla metà della crescita dell’area euro, con l’Italia che sta subendo un colpo più duro della media.
Fonte: Almanacco della Scienza – CNR
Per saperne di più: Almanacco della Scienza