Secondo l’ultimo Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha pubblicato i dati del Global Health Observatory sulle stime dei decessi per causa, età, sesso e paese relative al periodo 2000-2016, il diabete nel 2016 ha ucciso 1,6 milioni di persone.
Una cifra elevata, che registra un aumento significativo rispetto al 2000, anno in cui le morti provocate da questa malattia non raggiungevano il milione. All’origine della maggiore diffusione e mortalità c’è l’incremento del sovrappeso e dell’obesità, principali cause del diabete di tipo 2, una delle due forme della patologia, come spiega Rosalba Giacco dell’Istituto di scienze alimentari (Isa) del Cnr: “Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da un’alterazione del metabolismo del glucosio, che determina livelli elevati di glicemia. È associata inoltre a complicanze vascolari invalidanti a carico di diversi organi, dall’infarto del miocardio all’ictus, a danni oculari e renali.
Esistono due diverse forme di diabete mellito, il tipo 1 poco frequente, colpisce prevalentemente i giovani ed è causato da un deficit assoluto di insulina, l’ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas, che regola il metabolismo dei carboidrati; il tipo 2, causato da un utilizzo inadeguato del glucosio anche in presenza di livelli circolanti d’insulina normali o elevati, è molto più diffuso, ha la maggiore incidenza in età adulta ed è associato nell’80-90% dei casi a obesità localizzata a livello viscerale. È conosciuto come diabete dell’anziano, ma negli ultimi anni colpisce anche i giovani a causa dell’incremento di sovrappeso e di obesità in questa fascia d’età. Chi soffre di diabete tipo 2, presenta spesso anche pressione arteriosa elevata, alti livelli di trigliceridi e un basso livello di colesterolo Hdl, tutti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari”.
È importante quindi individuare il più presto possibile la presenza di questa malattia, che si manifesta con sintomi piuttosto evidenti. “L’aumento della frequenza della minzione (poliuria) e la conseguente necessità di introdurre molti liquidi per compensarne le perdite, una fame costante, carenza di energia e stanchezza, oltre a vista offuscata sono segni che possono indurre il sospetto del diabete”, spiega la ricercatrice del Cnr-Isa. “Nei bambini e nei giovani, si aggiungono sintomi quali arresto della crescita e perdita di peso corporeo. In presenza di queste manifestazioni è consigliabile dunque controllare i valori della glicemia e, se questa risulta maggiore di 200 mg/dL, bisogna valutare la diagnosi di diabete”.
Prevenire in maniera efficace questa patologia è fondamentale. Il diabete è molto diffuso anche nel nostro Paese, dove colpisce il 5.8% della popolazione, a circa 3.516.333 persone di cui solo una su 10 è affetta da diabete tipo 1. Ma negli ultimi 15 anni si è registrato un aumento del 25% di casi di diabete di tipo 2 a causa dell’incremento di peso degli italiani, come già si accennava. “Occorre modificare lo stile di vita, evitare gli eccessi alimentari e puntare sulla qualità della dieta, aumentando l’assunzione di alimenti di origine vegetale e limitando quelli di origine animale, pur senza escluderli del tutto”, conclude Giacco. “È consigliabile consumare almeno due porzioni di verdura al giorno e due di frutta, legumi o pasta con legumi almeno due-tre volte la settimana. Inoltre è consigliato preferire i cereali integrali, mangiare pesce almeno due volte la settimana, limitare il consumo di carne rossa, uova e formaggi e quello di dolci, biscotti e bevande zuccherate. Bisogna poi incrementare l’esercizio fisico, che previene l’accumulo di grasso corporeo, camminando tutti i giorni a passo svelto per almeno 30-45 minuti e praticando altre attività che permettono di aumentare il dispendio energetico”.
Fonte: Almanacco della Scienza – CNR
Per saperne di più: Almanacco della Scienza