Diabete: la calma è la miglior medicina

Una recente indagine condotta da ricercatori della Duke University di Durham (North Carolina) ha scoperto che i soggetti affetti da diabete di tipo 2 possono veder ridotti i livelli di zucchero nel sangue e molte altre complicazioni semplicemente… mantenendo la calma.

I soggetti capaci di controllare lo stress, aiutandosi da soli o grazie all’intervento di centri specializzati, possono trarre notevoli benefici e veder alleviati molti sintomi della malattia. L’indagine è stata svolta prendendo in esame 72 soggetti diabetici di tipo 2. Un gruppo dei pazienti (38), oltre alle cure “standard” a base di farmaci, esercizio fisico e diete, sono stati sottoposti anche ad una serie di sedute in cui veniva loro insegnato a riconoscere i momenti di stress e le tecniche per controllarli, tramite respirazioni profonde e immaginazioni guidate. Dopo sole 5 sessioni di programma “anti-stress” oltre il 30 percento dei 38 pazienti sottoposti al programma hanno ottenuto una riduzione media dell’1% dei livelli di glucosio, mentre nella media generale la riduzione è stata dello 0,5 per cento. Un risultato importante, che mette in luce il ruolo fondamentale svolto dal sistema nervoso sull’incidenza dei sintomi in una malattia diffusa come il diabete.

Troppa vitamina A aumenta il rischio di fratture
Le donne anziane che assumono dosi eccessive di vitamina A dal cibo o da integratori dietetici, potrebbero vedere aumentato il rischio di subire fratture all’anca. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association che aveva come protagoniste più di 72000 donne di un’età compresa tra i 34 ed i 72 anni ha evidenziato come il retinolo, un potente composto della vitamina A, è strettamente associato con fratture all’anca in donne che hanno oltrepassato la menopausa. Se infatti la vitamina A è una sostanza necessaria ed utile per la vista, la crescita, la riproduzione e per un efficiente sistema immunitario, dall’altro lato una sua eccessiva presenza nel corpo umano sembra inibire la crescita ossea ed aumentare il rischio di fratture. L’assunzione raccomandata di vitamina A è stabilita dai medici in 700 microgrammi giornalieri, con un limite massimo non superiore ai 3000 microgrammi. La ricerca ha avuto lo scopo di mettere in evidenza come l’assunzione cronica di eccessive dosi di vitamina A, in special modo di retinolo, contribuisca allo sviluppo di fratture all’anca da osteoporosi nelle donne. Ciò implica l’esigenza di rivalutare la quantità di retinolo generalmente presente nei cibi rinforzati e negli integratori vitaminici, prodotti a larghissimo consumo specialmente negli Stati Uniti. I ricercatori che hanno partecipato allo studio sottolineano che le vitamine, pur essendo sostanze nutrienti essenziali e fondamentali per il nostro corpo, se assunte in dosi eccessive possono avere effetti dannosi pari a quelli benefici.

Antica medicina cinese efficace contro l’asma
Un’antica medicina cinese, utilizzata da secoli per curare l’asma, è stata sottoposta ad un approfondito studio da parte di alcuni ricercatori, allo scopo di comprendere il suo meccanismo d azione e valutare la sua effettiva efficacia. Ebbene, i risultati, pubblicati sul numero di dicembre della rivista Allergy, affermano inequivocabilmente che lo xiao-qing-long-tang (XQLT), questo il nome dell’antica medicina cinese regolarmente somministrata in Asia da secoli, riesce effettivamente ad alleviare i sintomi dell’asma. L’XQLT svolge addirittura una duplice azione, in quanto favorisce la dilatazione dei bronchi ed impedisce alle cellule che innescano l’infiammazione di accumularsi nelle vie respiratorie. Utilizzando dei porcellini d’India come cavie, gli studiosi hanno rilevato che la medicina orientale impedisce ad un allergene di attivare un responso asmatico. Se somministrata una volta al giorno, la medicina riduce l’incremento delle cellule infiammatorie per un periodo superiore alle 72 ore. L’XQLT, inoltre, svolge un vero e proprio effetto broncodilatatore, poiché attiva alcune proteine che stimolano i muscoli bronchiali, aiutando a mantenere aperte le vie respiratorie. I medici si mantengono comunque ancora cauti sul preciso meccanismo d’azione dell’XQLT e tendono a evidenziare la necessità di svolgere ulteriori ed approfonditi studi.