Dimmi di che ti fai… se lo sai

Esistono circa 470 nuove sostanze psicoattive, in continuo aumento e di tutti i tipi. Secondo i dati dell’Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), raccolti per l’Italia dall’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa, fra i 15 e i 19 anni si segnala anche un significativo numero di ragazzi che assumono sostanze psicoattive senza sapere che cosa siano. Ragazzi che si fanno ‘alla cieca’ per i quali prendere una pasticca o bere un liquido di cui si ignora il contenuto è la normalità.

Il ‘Corriere salute’ ha intrapreso un’iniziativa per fornire informazioni aggiornate sull’argomento droghe, creare nei giovani (e non) una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono con l’uso di queste sostanze e risvegliare l’attenzione di genitori, educatori, istituzioni, operatori sanitari sul problema, sempre più diffuso e aggressivo. Sui ‘social’ del Corriere si possono condividere con gli altri esperienze e opinioni su questi temi: sulla pagina Facebook di Corriere Salute, su YouTube – Corriere della Sera e su Twitter – @Corriere_Salute con l’hashtag #nonsaidichetifai.

Esistono circa 470 nuove sostanze psicoattive, in continuo aumento e di tutti i tipi. Secondo i dati dell’Espad (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), raccolti per l’Italia dall’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa, fra i 15 e i 19 anni si segnala anche un significativo numero di ragazzi che assumono sostanze psicoattive senza sapere che cosa siano. Ragazzi che si fanno ‘alla cieca’ per i quali prendere una pasticca o bere un liquido di cui si ignora il contenuto è la normalità.

“Per i medici che devono prendersi cura degli intossicati da sostanze psicoattive, inizia una partita a dadi con la sorte, perché quasi mai si sa che cosa abbia in corpo il malcapitato di turno. Nel 30% dei casi chi arriva in ospedale ignora cosa abbia preso, il 70% ha fatto un mix, è positivo a cannabis, cocaina e lo sarebbe pure a nuove droghe che non siamo in grado di rilevare”, spiega Carlo Locatelli responsabile Centro Antiveleni – Centro nazionale di informazione tossicologica della Fondazione Maugeri di Pavia. “Dal 2010 al 2014 alla nostra struttura sono arrivate richieste di consulenza per circa 8.600 casi, ma solo per 900 è stata possibile una diagnosi certa della sostanza assunta. Di solito si riconosce la positività a nuove sostanze quando si escludono tutte le altre per cui esistono i test”.

Come accorgersi se un figlio sta abusando di queste sostanze? “Non facendo gli investigatori, un atteggiamento che toglie fiducia ai ragazzi e non è mai d’aiuto”, osserva Simona Pichini, ricercatrice dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità. “Bisogna fare attenzione ai campanelli d’allarme: cambiamenti di peso o delle abitudini sonno-veglia, occhi arrossati, perdita di interessi e motivazione sono alcuni segnali. Come reagire? No all’aggressività e ai conflitti, vanno proposti messaggi positivi per far capire che non bisogna essere dominati da nessuna sostanza: dalle droghe, ma neppure dal tabacco, dall’alcol, dai farmaci o dal cibo. Se in famiglia c’è equilibrio, un eventuale ‘passo falso’ durante l’adolescenza può essere recuperato crescendo”.

Chi crede però che l’abuso di sostanze sia un problema da confinare allo sballo degli under 20 si sbaglia di grosso. “Circa la metà degli accessi al Pronto soccorso per intossicazione acuta da sostanze riguarda adulti con più di 30 anni che arrivano durante la settimana, dopo aver preso amfetamine per migliorare le performance sul lavoro”, chiarisce Locatelli. “Il consumo di droghe è cambiato negli ultimi anni, la mancanza di percezione dei rischi ha allargato il mercato.
Per saperne di più: Consiglio Nazionale delle Ricerche