Un nuovo dispositivo, realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr e dall’Università di Pisa, è in grado di valutare in modo non invasivo il corretto passaggio del sangue durante l’impianto di un bypass coronarico.
Sale operatorie sempre più tecnologiche e sicure, che da oggi si arricchiscono di un gioiello tutto italiano frutto degli studi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Università di Pisa. Si tratta di un sensore ad infrarossi che verifica il corretto passaggio del flusso sanguigno in un bypass coronarico durante l’intervento chirurgico di impianto.
Il dispositivo permette di ottenere, in modo assolutamente non invasivo e sfruttando la naturale emissione di energia elettromagnetica da parte dei tessuti umani, l’informazione sull’effettivo ripristino delle condizioni normali di circolazione del sangue all’interno del bypass impiantato, con la cassa toracica ancora aperta. Il sensore utilizzato rivela le variazioni di radiazioni infrarosse emesse dal vaso di interesse, direttamente correlate alla variazione di temperatura di quest’ultimo, dovuta al passaggio del sangue. Il sistema utilizza un sensore su cui una lente focalizza la radiazione emessa, mentre due puntatori laser a bassa potenza indicano il punto esatto di posizionamento del dispositivo.
“Durante un intervento di bypass coronarico”, spiega Valentina Hartwig dell’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr, “è importante verificare se il bypass appena impiantato garantisce la corretta riperfusione delle zone del cuore colpite da ischemia. Questo tipo di indagine viene fatto solitamente utilizzando una costosa termocamera ad infrarossi non dedicata a questa particolare applicazione, posta in un angolo della sala operatoria, soggetta ad una serie di problemi legati al rumore generato da fonti di calore esterne (staff medico, strumentazione…ecc)”. “Il prototipo da noi realizzato”, aggiunge Giulio Giovannetti, ricercatore del team Cnr, “è invece poco costoso, di piccole dimensioni e consente di ottenere informazioni sulla qualità dell’impianto subito dopo l’intervento del chirurgo, con il torace del paziente ancora aperto”.
Il sensore è stato inizialmente testato in laboratorio e successivamente i risultati sono stati validati da test in vivo. Grazie all’interazione tra hardware e software, il risultato della misura effettuata con il prototipo è visibile per il cardiochirurgo sul monitor di un PC in tempo reale e può essere gestito attraverso comandi da mouse o tastiera.
“Visti gli incoraggianti risultati ottenuti, gli sviluppi futuri di questo lavoro di ricerca”, conclude Luigi Landini, coordinatore della ricerca, “potrebbero essere orientati verso la determinazione di una relazione flusso/temperatura in modo da ottenere, con una misura di temperatura, informazioni specifiche sulla quantità di flusso sanguigno che attraversa il bypass e poter quindi giudicare in tempo reale la bontà dell’intervento”.