Coronavirus: le donazioni non si fermano anche dopo le misure

Appello di Cns e Civis, “La raccolta cala in tutte le regioni, ogni giorno 1800 pazienti hanno bisogno di trasfusioni”. La raccolta di sangue continua anche dopo le misure adottate dal governo per ridurre la diffusione del nuovo coronavirus, e la donazione del sangue e degli emocomponenti può essere considerata inclusa tra le “situazioni di necessità” di cui al D.P.C.M; di conseguenza possono ritenersi consentiti gli spostamenti dei donatori che si recano presso le sedi di raccolta pubbliche e associative. Una specifica circolare della direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, datata 10 marzo, ricorda anche che, analogamente, è necessario consentire gli spostamenti del personale associativo operante sul territorio nazionale presso le unità di raccolta associative fisse e mobili; il Centro Nazionale Sangue e il Civis, il coordinamento delle associazioni dei donatori, ribadiscono come ogni giorno 1800 pazienti continuano ad avere bisogno di trasfusioni.

In questo momento tutte le regioni stanno segnalando una riduzione nella raccolta, che viene compensata soprattutto dalla decisione di rinviare gli interventi chirurgici non urgenti e in elezione. “Si cominciano a sentire gli effetti del COVID-19 anche sulla raccolta di sangue all’interno della rete trasfusionale nazionale – spiega Giancarlo Maria Liumbruno, direttore generale del Cns -. L’equilibrio è sempre più precario, anche perché gli interventi non elettivi non possono essere rinviati all’infinito. Le trasfusioni sono un Livello Essenziale di Assistenza, che deve essere garantito, quindi non si possono fermare le donazioni. Il consiglio ai donatori che sono in buona salute è prenotare la donazione, telefonando prima, per evitare affollamenti degli ambulatori a loro dedicati, ma per il resto sono state prese tutte le precauzioni per evitare contagi durante la donazione”.

Le raccomandazioni per chi dona e per i centri di raccolta sono illustrate in una nuova circolare del Cns che tiene conto degli ultimi Dpcm. In particolare è sospeso per 14 giorni chi rientra dalla Cina, chi è stato esposto a un soggetto contagiato e chi ha avuto il virus, fermo restando che può donare solo chi ha già ottemperato all’eventuale obbligo della misura di isolamento fiduciario domiciliare.

“In questo momento in cui l’attenzione è rivolta giustamente al coronavirus non si può dimenticare che ogni giorno ci sono pazienti che hanno bisogno di trasfusioni, si pensi ai talassemici – ricorda Gianpietro Briola, portavoce del Civis -. Le donazioni possono essere fatte in sicurezza, e le associazioni sono impegnate anche a garantire, a tutto il personale operante presso le Unità di raccolta, la diffusione capillare e costante delle informazioni inerenti all’applicazione delle indicazioni fornite dal Ministero della salute per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti”.

 Raccomandazioni per donare in sicurezza
Al fine di evitare l’aggregazione dei donatori nei locali di attesa e, di conseguenza, consentire il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale (almeno 1 metro), si raccomanda di:
– ricorrere preferenzialmente alla chiamata-convocazione programmata dei donatori al fine di regolare il numero degli accessi; ai fini della prevenzione del fattore di rischio rappresentato dal contatto stretto con soggetto affetto da COVID-19, si rimanda alla definizione di “contatto stretto” (close contact) resa disponibile dall’ECDC e dal Ministero della Salute;
– adottare misure di triage preliminare del donatore in occasione del contatto telefonico
– promuovere l’implementazione, presso i Servizi trasfusionali e le Unità di raccolta delle dipendenti reti di medicina trasfusionale, di semplici processi di triage nella fase di accoglienza dei donatori, comprendenti la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali di attesa attuando una pre-selezione dei donatori. Si suggerisce il valore di 37,5°C della temperatura corporea come parametro di rinvio temporaneo del donatore;
– gestire il flusso dei donatori all’interno delle strutture sanitarie e durante tutte le fasi del percorso di donazione, in modo regolare e cadenzato.
Fonte – Istituto Superiore di Sanità