Contro il fanatismo

Amos Oz
Traduzione: Elena Loewenthal
Collana: Super Universale Economica – Feltrinelli
Pagine: 80 Prezzo: Euro 4,5

Le tre lezioni che Amos Oz ha tenuto a Tubinga in Germania. Un tema: il fanatismo. Una domanda: come curarlo? Una risposta: l’esercizio salutare del compromesso.

Il libro
“Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell’Afganistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un’altra. Completamente diversa. L’attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele/Palestina non discende dai valori dell’Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba.
Assolutamente no. Ha invece a che fare con l’antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza.
Il fanatismo nasce molto prima dell’Islam, del cristianesimo, del giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Viene prima di qualsiasi ideologia o credo. Disgraziatamente, il fanatismo è una componente sempre presente nella natura umana, è, se così si può dire, un gene del male.”
Amos Oz

No al fanatismo…sì alla lettura! Amos Oz e Giangiacomo Feltrinelli Editore per la scuola: 10.000 copie di Contro il fanatismo in regalo a 2.000 istituti
10.000 copie di Contro il fanatismo di Amos Oz, pubblicato da Feltrinelli, verso 2000 scuole medie sparse in tutta Italia: regalate alle biblioteche d’istituto dall’autore e dall’editore che rinunciano a ogni diritto. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla fondamentale collaborazione con l’Associazione per la lettura Giovanni Enriques che, nell’ambito dell’iniziativa “Il Giralibro” volta a promuovere la lettura tra i giovani, garantisce il contatto con le scuole: ognuna di esse riceve 5 copie del libro, assieme a una lettera dell’editore Carlo Feltrinelli per gli insegnanti.

In essa, Feltrinelli riassume lo spirito del progetto, sposando appieno la volontà di Oz di far circolare un’opera come questa – in cui si propone l’esercizio del compromesso come cura contro il male del fanatismo – senza vincoli commerciali, per arrivare “là dove le idee si formano, là dove il Paese è fatto di intelligenze ancora agili, snodate, fresche. (…) Queste copie ce le immaginiamo lette, prestate, regalate, insomma vissute come un messaggio vitale, utile e bello insieme. Ci immaginiamo che in quei passaggi di mano (…) passi un germe della civiltà del libro”.
Con l’inizio del nuovo anno scolastico – si conclude nel testo – appare tanto più significativo e importante poter compiere un piccolo gesto “all’insegna della tolleranza e della concordia”.

Prima lezione – Passioni oscure
(estratto dal libro)
Un conto è dar la caccia a un manipolo di fanatici sui monti dell’Afghanistan o per i meandri di Gaza e Baghdad. Tutt’altra cosa è invece arginare, guarire dal fanatismo. Per parte mia non ho alcuna specifica competenza nel campo della caccia, ma serbo qualche pensiero sulla natura del fanatismo e sui modi per ammansirlo, se non redimerlo. L’attacco all’America dell’11 settembre non è classificabile tout court come uno scontro fra povertà e ricchezza. Però non sono qui per parlare di guerra e pace e pace e amore e amore e rancore – di cui avremo modo di discutere, spero, in un’altra occasione, e più a lungo. Quest’oggi sono qui per parlarvi della mia attività. Operazione incestuosa da parte di un autore, questo disquisire del proprio scrivere. Molti anni fa pubblicai un libro per ragazzi, intitolato Soumchi: vi svelavo qualcosa della mia infanzia, in tono assai intimo, in prima persona.

Allora un giornalista mi abbordò chiedendomi: “Signor Oz, può dirci per favore con parole sue di che cosa tratta questo libro?”. Dunque, in sostanza, è la stessa questione che si pone per me: spiegarvi con parole mie di che cosa tratta la mia scrittura. Vi dirò per prima cosa ciò che non intendo fare: non azzarderò alcuna analisi, non proverò a sfidare gli esperti sul loro terreno, e nemmeno tenterò di dimostrarvi quanto sono bravo come scrittore. Vi racconterò invece alcune storie su come lo sono diventato, su come scrivo e come cancello, vi esporrò alcune delle mie frustrazioni e altrettanti momenti di gioia. So che è molto comune, in particolare in Germania, nella tradizione tedesca, parlare della sofferenza e del travaglio che la scrittura implica. Conosco persino la parola Schmerz usata in questo contesto. Ma preferisco dirvi qualcosa a proposito della gioia di scrivere. O di alcune sue occasioni. (…)