Confessioni di un maturo consumatore di ecstasy

Anonimo
Traduzione: Laura Noulian
Contributi: Nicholas Saunders
Collana: Super Universale Economica – Feltrinelli
Pagine: 80 – Prezzo: Euro 6,0

La drammatica e liberatoria testimonianza di un uomo che arriva all’ecstasy attraverso il figlio. Alle ragioni dello scandalo l’autore oppone quelle di una crisi profondissima e del suo superamento. L’ecstasy, dunque, fa bene?

Il libro
L’anonimo di questa straordinaria “confessione” è un professore e poeta americano, ha cinquant’anni, un figlio adolescente arrivato a due passi dal suicidio, una famiglia devastata, un matrimonio allo sfascio, e conosce un lungo periodo di abulia e abbrutimento. E` allora che il figlio – dopo essere stato, con la sua rabbia autodistruttiva, motore dello sfacelo – riappare come inatteso interlocutore. Il tema comune è la droga, l’ecstasy. Dapprima goffamente, poi sempre più lucidamente, il padre si avvicina, assapora, intensifica il suo rapporto con l’ecstasy. Ne segue una sorta di profonda rinascita. L’anonimo estensore di questo “documento” si fa paladino del consumo di ecstasy, ne rivendica la “delizia”, ne suggerisce l’uso, a fronte di una sofferta ma netta presa d’atto “che con la chimica si vive meglio”. La forza della confessione è tutta nel racconto, nella potenza, anche linguistica, con cui l’uomo scava nell’orrore del malessere e assapora la luce dell’armonia interiore, sino a rischiare l’apologia del consumo della droga.

Approfondimento
“Non pretendo di avere il monopolio della saggezza sulla questione. Ma l’ecstasy è una delizia e mi auguro vivamente – qui lo dico forte e chiaro – che tutti coloro la cui salute – fisica e psicologica – ne sconsigli l’assunzione, dovrebbero proprio provarla.. Che la provino tutti, giovani o vecchi, uomini e donne, ricchi e poveri, omosessuali e eterosessuali, bianchi e neri, santi e peccatori, genii e cocuzze, cristiani, ebrei e mussulmani, democratici repubblicani e indipendenti, legislatori e rivoluzionari, cinici senz’anima e sfrucugliatori di anime, degenerati del sesso e bacchettoni inzitelliti, che la prendano tutti i rappresentanti dell’umano convegno. (Sono deliberatamente provocatorio? Ebbene sì. Ma sto parlando anche molto molto seriamente)”.
Così dice l’anonimo maturo consumatore di ecstasy, chiudendo le sue confessioni. Ma questo piccolo volume non è un’apologia del consumo di sostanze stupefacenti, come potrebbe sembrare. È piuttosto il racconto di una maturità arrivata a un vicolo cieco: il matrimonio ha perso intimità e passione, le prospettive esistenziali si chiudono a imbuto, e così pure quelle professionali, anche se non vi si fa esplicitamente cenno per depistare l’identificazione. Inaspettatamente il figlio – allora minorenne – offre al padre la via d’uscita del raver, lo fa con la confidenza consapevole di un giovane che ha saputo leggere il dolore del genitore. Allo scandalo dell’oggettività (il figlio pusher con l’assenso del padre) l’autore oppone una gratitudine soggettiva, tanto difficile da spiegare quanto profondamente radicata: l’inattesa “salvezza” dal vuoto lo spinge a riflettere sugli effetti dell’assunzione di ecstasy al di là delle mode e della discorde opinione scientifica (e morale) sui suoi aspetti degenerativi. La vita, dice l’anonimo, non sembra, è migliore assumendo ecstasy. C’è un’alterazione chimica dello stato mentale? Sì. Ma “una mente sprecata è una cosa terribile”. L’autore non chiede di essere d’accordo ma ci mostra un percorso che vuole essere persuasivo. È apologia? Forse, ma alla luce di un così severo esame interiore queste “confessioni” diventano una grande testimonianza del nostro tempo e la storia di un’anima.

I figli che aspettano
Testimonianze e normative sull’adozione
Carla Forcolin
Collana: Serie Bianca – Feltrinelli Editore
Pagine: 216 – Prezzo: Euro 12,0

Adottare non è facile. Non è facile prima, quando matura la decisione. Non è facile durante, quando comincia la trafila burocratica. Non è facile dopo. Eppure si fa, e soprattutto si deve poter fare. Ce lo rammentano genitori, operatori sociali, giudici, figli adottivi. In prima persona.

Il libro
Il mondo è pieno di figli che aspettano di essere figli. Ma essere adottati non è facile, perché non è facile adottare. Eppure si fa, si deve poter fare. Carla Forcolin esplora il territorio in cui si muovono i “figli che aspettano”, analizza il macroscopico divario che esiste fra la disponibilità ad adottare e le adozioni attuate, scandaglia gli effetti delle nuove leggi, lascia emergere le contraddizioni che ne ostacolano o comunque ne rendono faticosa l’esecuzione. Insieme all’esame aggiornato delle più recenti normative, raccoglie testimonianze in prima persona di genitori adottivi, di single e coppie a cui affido o adozione sono stati negati, di figli adottivi, operatori sociali, psicologi, giornalisti, giudici e magistrati. Alla crudezza drammatica di episodi con esito infelice si affianca il racconto di esperienze andate a buon fine, alla maglia imbrogliata delle leggi si oppone l’urgente limpidezza dei “figli che aspettano”.

Approfondimento
“Questo libro è rivolto a chi vorrebbe adottare e sulla sua strada incontra continue difficoltà, a chi è stato escluso dall’adozione perché non sposato, a chi ha avuto in affidamento dei bambini a cui ha dedicato la vita per alcuni anni, senza sapere poi più nulla di loro, a chi è stato adottato e si rende conto di quanto è stato desiderato e a chi non se ne rende conto, perché lo capisca. Ai politici che le leggi devono fare e far funzionare, agli operatori perché possano avere un inusuale contatto con osservatori diversi dai propri su quei problemi che affrontano ogni giorno.”C’è un divario macroscopico tra la disponibilità degli italiani ad adottare e le adozioni attuate (23.807 domande di adozione nazionale pendenti a fine 1999, a fronte di 1020 decreti di adozione nazionale attuati e 25.000 minori circa in istituto) e tra la proclamazione di principi, che affermano sempre di voler conseguire il superiore interesse del minore, e la concretizzazione di quei principi in norme e consuetudini lontanissime dai bisogni dei bambini. Carla Forcolin, ex affidataria e ora responsabile di un’associazione per l’adozione nazionale e internazionale, esplora il mondo complesso che gira intorno ai “figli che aspettano” grazie ai contributi di testimonianze diverse (genitori adottivi, figli adottivi, assistenti sociali, giudici, politici) e delineando un quadro progressivo della legislazione e delle normative attualmente vigenti. Alla crudezza dolorosa di episodi con esito infelice o addirittura drammatico si affianca il racconto di esperienze andate a buon fine, alla maglia imbrogliata delle leggi si oppone la realtà sempre più urgente di chi aspetta una famiglia. Questo volume è un contributo al dibattito politico, un ritratto dell’adozione come fenomeno sociale, un viaggio dentro il labirinto dei sentimenti.