Modificare i fattori strutturali della demotivazione al lavoro
Christina Maslach e Michael P. Leiter
L. 32.000
Edizioni Erickson
La sindrome del burnout, che comporta l’esaurimento emozionale e psicofisico dell’individuo, si sta diffondendo sempre più nel mondo del lavoro, e a tutti i livelli.
Il libro, corredato da esempi tratti da situazioni concrete, analizza il dilagare di questo “deterioramento dell’anima” all’interno delle organizzazioni, individuando specifiche aree di “discrepanza” tra la persona e il proprio lavoro.
Il principio di base del libro è che il burnout sia da considerarsi un “problema professionale” causato da fattori strutturali-organizzativi. Viene così contrastata l’opinione secondo la quale il burnout sarebbe un problema solamente della persona o, addirittura, una sua “colpa” dovuta ad incapacità, debolezza o scarso impegno. In realtà, sostengono gli autori, il contesto interpersonale nel quale le persone lavorano è determinante e il cattivo funzionamento delle organizzazioni costituisce il principale motivo del rapido diffondersi del burnout, comportando per l’organizzazione un altissimo costo in termini sia umani che economici.
Vengono individuate sei aree critiche, comuni a ogni forma di organizzazione: il carico di lavoro, l’autonomia decisionale, le gratificazioni, il senso di appartenenza ad una comunità, l’equità e i valori. Esse diventano fonte di burnout nel momento in cui al loro interno viene a crearsi una situazione di squilibrio e una discordanza tra le richieste imposte dal lavoro e le necessità, i normali limiti psicofisici e le aspirazioni del lavoratore.