La riduzione dell’Iva sui beni legati all’infanzia non sta avendo il beneficio sperato. Questo il risultato emerso dall’indagine Altroconsumo, che ha messo a confronto i prezzi di questi prodotti pre e post abbassamento dell’imposta. Tra i prodotti analizzati solo i pannolini hanno subito un decremento dei costi del 4,5% come auspicabile. Gli aumenti dovuti all’inflazione e l’inadeguata riduzione dei prezzi finali di alcuni prodotti non hanno portato al momento i vantaggi attesi con questa misura
È di questi giorni la notizia, giunta da fonti governative, di un’ipotesi di azzeramento dell’Iva su prodotti per l’infanzia e beni di prima necessità. Già da inizio anno i prodotti dell’infanzia dovevano essere venduti con una riduzione dell’imposta al 5%. Nonostante le premesse derivate dalla legge di bilancio, con la riduzione dell’Iva sui beni di necessità legati all’infanzia – dal 10% al 5%, per i pannolini e il latte artificiale, dal 22% al 5% per i seggiolini auto –le famiglie purtroppo non hanno sempre tratto il beneficio auspicato. Questo il dato che emerge dall’indagine (link in fondo alla pagina) di Altroconsumo che ha rilevato i prezzi di un campione di questi prodotti, prima e dopo l’entrata in vigore della misura, negli stessi punti vendita delle stesse città.
Tra i prodotti analizzati, i seggiolini auto sono la categoria merceologica che ha evidenziato il maggior scarto tra riduzione dei prezzi effettiva e auspicabile: -7,5%, contro il -13,9%. L’inchiesta, infatti, rileva una variazione di prezzi che va da -14% a +14% tra il 2022 e il 2023. Ciò significa che, sebbene l’Iva sia scesa dal 22% al 5% ,alcuni prodotti sono persino aumentati di prezzo nell’arco di tre mesi, mentre il costo degli altri è stato ridotto meno dell’atteso. Più specificamente, dei 42 seggiolini auto presi in considerazione, 12 modelli hanno avuto una riduzione di prezzo medio dal -11% al -14% (vicina al calo auspicabile del 13,9%);24 seggiolini hanno avuto una riduzione di prezzo medio compresa tra il – 10% al -2%; 6 seggiolini hanno subito un aumento di prezzo medio compreso tra il +1% e il +14%.
Per quanto riguarda i prezzi dei latti artificiali, dalla rilevazione dei prodotti presi in considerazione (16 liquidi e 22 in polvere), risultano essere calati in media del 2,4%, contro una riduzione auspicabile dei prezzi del 4,5%. Anche per questo prodotto si registra un abbassamento vicino, ma non pienamente aderente a quello atteso. Ma non tutti i prodotti rilevati hanno dato gli stessi risultati:13 latti artificiali hanno avuto una riduzione di prezzo medio tra – 4% e – 10% , vicina o addirittura superiore al calo auspicabile del – 4,5%;15 latti artificiali hanno avuto una riduzione di prezzo medio da – 0.3% a – 4% , inferiore o molto inferiore al calo auspicabile del – 4,5%;10 latti artificiali hanno mantenuto i prezzi stabili o hanno avuto un aumento del prezzo medio, fino al + 5%.
Nel complesso, tra i prodotti analizzati i pannolini sono quelli che hanno registrato una diminuzione di prezzo rilevante che conferma il valore atteso per la riduzione dell’imposta dal10% al 5% (4,5% in media). In questo caso, la variazione di prezzo è passata da -10% a +5% , ovvero la maggioranza dei prodotti ha abbassato i prezzi anche più del calo previsto, ma alcuni li hanno comunque aumentati. Nello specifico,11 pannolini hanno avuto una riduzione di prezzo medio da – 4% al – 10% , vicina o superiore al calo auspicabile del 4,5%;5 pannolini hanno mantenuto lo stesso costo o hanno avuto un aumento del prezzo medio fino a +5%.
Occorre però tenere presente che il mancato calo dei prezzi è determinato da molteplici fattori, quali il generale aumento dell’inflazione – spinta dai rincari dell’energia e delle materie prime degli scorsi mesi –, ei conseguenti rincari apportati dai produttori e rivenditori. Gli aumenti dovuti all’inflazione e l’inadeguata riduzione dei prezzi finali di alcuni prodotti non stanno portando al beneficio annunciato e tanto auspicato con questa misura.
Fonte: Altroconsumo.it/