Il nostro benessere psicologico è influenzato sia da fattori ambientali non condivisi – ossia quei fattori che non sono collegati alle esposizioni allo stesso ambiente familiare e domestico ma a esperienze e stili di vita che agiscono separatamente su ogni individuo – che da fattori genetici.
A questa conclusione è giunto uno studio pubblicato su Psychological Medicine, condotto dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio ha riguardato 742 coppie di gemelli, tra i 23-24 anni arruolati nel Registro Italiano Gemelli che è curato dal reparto di Epidemiologia Genetica del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’ISS. Dei gemelli sono state esaminate le 6 dimensioni del benessere psicologico, secondo il recente modello psicologico di C. Ryff.
Le 6 dimensioni riguardano: l’autonomia (capacità di resistere alle pressioni sociali che spingono ad agire in determinati modi), le relazioni positive con gli altri (avere relazioni interpersonali soddisfacenti e caratterizzate da fiducia) la crescita personale (avere la sensazione di realizzare le proprie potenzialità), l’accettazione di sé (delle proprie qualità sia positive che negative, avere sentimenti positivi nei confronti della vita passata), lo scopo nella vita (avere la sensazione che la propria vita presente e passata abbia un significato) e la padronanza ambientale (possedere un senso di padronanza e competenza nell’utilizzare efficacemente le opportunità offerte dall’ambiente).
“I risultati di questo studio mostrano che il benessere psicologico è influenzato sia da fattori ambientali non condivisi in ambito familiare che da fattori genetici – sottolineano Antonella Gigantesco e Corrado Fagnani, coautori della pubblicazione – In particolare, i fattori genetici influenzano largamente le relazioni positive con gli altri e la padronanza ambientale, mentre i fattori ambientali giocano un ruolo preponderante per quanto riguarda l’autonomia e la crescita personale. I risultati hanno anche mostrato che i fattori ambientali che hanno un’influenza sull’autonomia non sono gli stessi che hanno un’influenza sullo scopo nella vita, la crescita personale e l’accettazione di sé”.
Si può dunque promuovere il benessere o c’è poco che si possa fare per modificarlo, in quanto fortemente determinato da fattori genetici? “Questi risultati – conclude Gigantesco – sostengono la crescente consapevolezza che la promozione del benessere e della “salute mentale positiva” non solo è possibile ma fortemente auspicabile specie in specifiche popolazioni come gli adolescenti e le puerpere, e nei luoghi di lavoro, anche nella considerazione, suffragata da ampie evidenze scientifiche, che l’assenza di benessere psicologico rende gli individui più vulnerabili agli eventi stressanti e alle malattie, mentre la sua presenza aumenta le difese immunitarie e favorisce le capacità di recupero”.
Per saperne di più: il sito dell’Istituto Superiore di Sanità