L’efficacia e la sicurezza d’impiego degli psicofarmaci in età pediatrica sono state oggetto di dibattito negli ultimi anni, sia nella comunità scientifica che nella società civile, anche a seguito di alcuni provvedimenti regolatori. Al tema l’Istituto Superiore di Sanità ha dedicato un convegno.
Nel corso degli ultimi anni la prescrizione degli psicofarmaci nella popolazione generale è in continuo aumento. Nella popolazione pediatrica, dopo gli incrementi dei primi anni 2000 che per entità hanno superato quelli osservati negli adulti, il recente profilo prescrittivo degli psicofarmaci è stazionario. Tuttavia bisogna considerare che la quasi totalità delle prescrizioni di psicofarmaci ai bambini e agli adolescenti risulta “off-label” (al di fuori delle indicazioni approvate per l’immissione sul mercato e, ancor più preoccupante, al di fuori delle evidenze documentate di efficacia e sicurezza).
Le considerazioni che si possono fare circa la prescrizione degli psicofarmaci nel bambino e nell’adolescente possono essere così riassunte:
– la diagnosi del disturbo neuropsichiatrico deve essere effettuata da operatori della salute mentale dell’età evolutiva e deve sempre coinvolgere, oltre al bambino, i suoi genitori, gli insegnanti e il pediatra di famiglia;
– il programma di trattamento deve prevedere consigli, supporto e interventi psicologici specifici. La terapia con farmaci dovrebbe essere intrapresa solo se indicata dal neuropsichiatra infantile, in accordo con le evidenze riconosciute dalla comunità scientifica internazionale.
Per attuare queste indicazioni, limitare l’uso di psicofarmaci ai soli casi di reale bisogno e monitorare i percorsi assistenziali dei bambini (e delle relative famiglie) con disturbi neuropsichiatrici è auspicabile l’attivazione di un Registro Nazionale specifico per l’uso di tutti gli psicofarmaci nei bambini.
L’uso razionale degli psicofarmaci nel corso dell’età evolutiva, quale parte dell’intero percorso diagnostico-terapeutico dei disturbi neuropsichiatrici, necessita di interventi concordati e condivisi tra i vari operatori sanitari, le istituzioni e le famiglie.
Per saperne di più: il sito dell’Istituto Superiore di Sanità