I ricercatori della Michigan State University hanno recentemente portato alla luce un’informazione tanto preziosa quanto curiosa: le ciliegie possiedono notevoli impieghi terapeutici, perché proteggono il cuore e hanno effetti antidolorifici.
Sembra infatti che nel frutto siano presenti una grande quantità di antociani, dei sali che avrebbero la stessa azione antidolorifica dell’aspirina (senza effetti collaterali, però). Questi stessi sali sono responsabili del colore rosso-arancio delle ciliegie. Secondo i ricercatori le ciliegie sarebbero anche preziosissime nella riduzione dell’ipertensione, nel facilitare il transito intestinale e nel favorire la diuresi. Bisogna poi ricordare che questo gustoso frutto estivo è ricco di vitamine, soprattutto del gruppo A e C, contiene molti sali minerali come il potassio, il calcio e il ferro. E’ inoltre povero di calorie, apportandone circa 38 per 100 grammi di prodotto. Tutte queste caratteristiche rendono le ciliegie un alimento ottimo per qualsiasi dieta, anche se bisogna saper scegliere! Le ciliegie che possiedono tutte le qualità sopra elencate sono quelle ben mature, sode, prive di ammaccature e con il picciolo di colore verde vivo e intenso. Queste qualità sono pressoché impossibili da trovare nelle bancarelle del fruttivendolo, vista l’incapacità delle ciliegie di proseguire la maturazione dopo il raccolto. Dunque chi possiede un giardino dovrebbe prendere in considerazione l’idea di coltivare un bel ciliegio… terapeutico!
No al fritto nella lotta al cancro
Attenzione ai cibi fritti e a quelli cotti al forno: contengono sostanze cancerogene! Questo è quello che affermano alcuni scienziati norvegesi, confermando precedenti ricerche condotte in Svezia. Sulla base di questi studi le autorità norvegesi che vigilano sulla qualità dei cibi hanno lanciato un allarme diretto verso tutti i grandi consumatori di pane e fritto. Gli studiosi hanno infatti rilevato in questi cibi un’alta percentuale di acrilamide, una sostanza cancerogena responsabile di circa 30 casi di tumore in un anno su tutta la popolazione della Norvegia. Uno studio simile condotto in Svezia il mese scorso ha evidenziato che le patate fritte, i prodotti da forno e i biscotti contengono quantità allarmanti di acrilamide. Questa sostanza si forma in alte concentrazioni quando i cibi ricchi di carboidrati vengono cotti al forno o fritti. I ricercatori svedesi hanno ritenuto questi risultati a dir poco scioccanti: fino a che la ricerca non fornirà nuovi dati più precisi, è bene che i grandi consumatori di questo tipo di pietanze si adattino ad una dieta più varia se hanno a cuore la propria salute. Per non cedere a pericolosi allarmismi, è opportuno sottolineare che il pane non è da considerarsi a rischio in quanto contiene livelli di acrilamide molto bassi. Anzi, gli effetti positivi sull’organismo che derivano dal pane sono di gran lunga maggiori rispetto alla sua controindicazione come cancerogeno.
Bimbi più magri senza la TV a letto!
L’obesità nei bambini in età prescolare è un fenomeno in continuo aumento negli ultimi anni e per questo motivo sono stati condotti numerosi studi a riguardo. Nuovissime ricerche condotte dalla Columbia University di New York consigliano di combattere questa tendenza attuando una semplice regola: niente TV nelle camerette dei bambini. Lo studio è stato condotto su un gruppo di bambini da 1 a 5 anni di età. Si è osservato che i piccoli che hanno la televisione in camera passano davanti allo schermo circa 5 ore in più alla settimana rispetto ai bambini che non la possiedono, e sembrano avere un rischio molto maggiore di diventare obesi. Su 2700 bambini presi in esame il 40% aveva la TV in camera: circa 1/3 di questi bambini ha sviluppato una precoce forma di obesità. Non è ben chiaro il legame tra aumento di peso e tubo catodico; sembra comunque improbabile che sia soltanto un problema di sedentarietà. In attesa di studi più approfonditi sull’argomento gli esperti comunque consigliano di eliminare gli apparecchi televisivi dalle camerette dei bambini e di accertarsi che non passino davanti allo schermo più di 2 ore al giorno.