Amori senza scandalo

Paolo Rigliano
Amori senza scandalo
Cosa vuol dire essere lesbica e gay
“Campi del sapere-Società” – Feltrinelli
pp. 280 euro 18,08

Chi ha detto che essere gay significhi per forza trasgressione, anomalia, devianza? Perché continuare a pensare in termini di “legittimazione del diverso”? È tempo di considerare l’omosessualità come uno dei possibili esiti di un percorso di vita normale e comune.

Il libro
Come si sviluppa la personalità gay? Perché gay non è solo una sessualità particolare ma è un mondo affettivo, un bisogno di relazionarsi sentimentalmente ed emotivamente con persone del proprio sesso. Questo libro sostiene una visione antideterministica dell’omosessualità, spiegandola in termini di normali dinamiche di sviluppo affettivo, il cui esito è guidato dal significato attribuito alle emozioni che il bambino prima, l’adolescente poi, elabora nel corso del suo sviluppo interagendo con le figure significative. I problemi, le vicissitudini, le opportunità e le scelte di questo percorso di vita aperto e non determinato vengono descritti nel libro dal punto di vista interiore della persona, raccontata seguendo la storia evolutiva – dall’infanzia alla maturità – nella rete delle relazioni familiari e sociali, nelle limitazioni che la società impone e nelle aperture oggi sempre più possibili. Per arrivare a delineare come si costituisca una coscienza positiva di sé, libera di realizzare il senso del proprio progetto esistenziale.

Paolo Rigliano presenta Amori senza scandalo.
Perché ha fatto questo libro?
Volevo offrire una visione completamente alternativa a quella corrente, perché mi pare che l’essenza di questa esperienza amorosa debba essere interamente ripensata: essa appartiene alla sfera dell’affettività e del desiderio amoroso, e dunque, anche erotico; si sviluppa e si realizza secondo gli stessi processi psicologici e relazionali di tutti, appartenendo a pieno titolo alle normali possibilità emotive che una persona può sperimentare. Mi sembra molto carente la riflessione, come dice il sottotitolo, su che cosa vuol dire essere lesbica e gay: quali sono i suoi fondamenti, che cosa la determina, quali elementi specifici la connotano, quali conseguenze ha sulla formazione dell’identità e sullo sviluppo della personalità, sulla costruzione dei rapporti interpersonali e sociali.

Mi sembra che riflettere sul fondamento proprio dell’affettività gay e lesbica sia un obiettivo fondamentale che consente di costruire una coscienza di sé autonoma, pienamente di valore e riconosciuta, non sopportata con finta tolleranza. Inoltre, ho scritto questo libro per cercare di contrastare false verità, miti e vere e proprie menzogne, ma anche per rispondere alle molte domande che tutte le persone, omosessuali e no, si fanno a proposito della cosiddetta omosessualità. Ho cercato quindi di verificare la consistenza e la fondatezza di tante scoperte e presunzioni scientifiche, di tanti luoghi comuni e certezze psicoanalitiche o biologiche. Mi pare che cercando di riflettere sull’essenza più profonda, cioè amorosa, psicologica, emotiva, di struttura dell’essere e dell’esperienza relazionale, si possa fondare solidamente la lotta e il valore per tutti, nessuno escluso, della emancipazione omosessuale: proprio questa lotta consente anche agli eterosessuali di conoscersi meglio e di maturare, da un punto di vista psicologico, ma anche politico e etico.

A chi si rivolge?
A chiunque vuole davvero riflettere su questa fondamentale esperienza di rapporto amoroso: ai gay e alle lesbiche, in primo luogo, e alle loro famiglie; poi, a chi ha con loro rapporti affettivi, amicali e sociali; agli educatori, agli insegnanti, a tutti gli operatori dei servizi sanitari e psicosociali, agli psicologi e a chiunque s’interroghi sulla pluralità e sulla libertà delle esperienze amorose. Ma il libro si rivolge anche a tutti gli eterosessuali per se stessi, perché indaga sui processi di formazione del desiderio, sulla formazione e sulla crescita delle rappresentazioni dei legami amorosi, che attraversano in tutte le persone processi comuni, pur nell’insopprimibile complessità e unicità che ognuno esprime. La liberazione di una minoranza oppressa è una possibilità di emancipazione per tutti dall’ignoranza e dalla violenza.
Quali sono le tesi più innovative che il libro propone?

Io ritengo che essere lesbica e gay voglia dire provare affetto amoroso verso persone del proprio sesso: l’affettività è la sfera propria dell’omosessualità, e il motore e l’obiettivo del legame amoroso sono gli affetti rivolti verso una persona del proprio genere. L’omosessualità non è una dimensione psicologica e relazionale che si pone primariamente sul piano sessuale. Come per l’eterosessualità, questo piano viene coinvolto dentro il desiderio primario di realizzare se stessi in modo ricco e soddisfacente, grazie all’unione con una persona del proprio sesso. Sia all’origine, sia in tutte le sue espressioni adulte, essa non è mai un fenomeno solo o primariamente sessuale. L’omosessualità non è quindi una tendenza verso un organo sessuale o un atto, non è un meccanismo automatico che porta ad avere sfoghi orgasmici con chi ha un corpo cui non si sa resistere a causa di alterazioni ormonali o pulsionali. Essere lesbica o gay significa aver sviluppato una strutturazione affettiva e relazionale che attraversa tutti i piani dell’esistenza e, dunque, anche quello sessuale, e implica sempre l’espressione di tali relazioni dentro il contesto sociale. L’omosessualità è un desiderio globale di legame che solo secondariamente diventerà anche sessuale. Esattamente come tutti i desideri amorosi, anche quello omosessuale, quando entra in uno stadio maturo, incorpora il sistema del piacere sessuale. Prima di essere un desiderio fisico, l’omosessualità è un sogno mentale e affettivo, intessuto di immagini e di rappresentazioni di sé in rapporto all’altro, nell’attesa di una gratificazione desiderata su tutti i piani dell’essere. L’omosessualità è così un altro nome dell’amore: un’altra possibilità di desiderio emotivo di essere con l’altro.

L’affettività gay si struttura nelle rappresentazioni mentali della relazione io-altro, sviluppo che inizia già durante la prima infanzia. Questa esperienza plasma e investe tutti gli aspetti della personalità, dai desideri e dalle emozioni fino alla consapevolezza e all’autostima. Tale costruzione interiore si forma assai precocemente, a partire dai significati che il bambino attribuisce a sé in rapporto con l’altro ed in base alle emozioni provate nella relazione con le figure significative. La persona raggiunge la piena consapevolezza di tale struttura tra la fine della seconda infanzia e l’adolescenza. L’affettività omosessuale non è dunque determinata da alcunché, ma viene prodotta dalle emozioni e dai significati che il bambino attribuisce a se stesso insieme all’altro. Tali processi sono gli stessi che guidano la costituzione della struttura relazionale eterosessuale, in cui l’altro è del sesso opposto. Il mio libro avanza l’ipotesi che il processo di costituzione dell’affetto omosessuale sia uguale a quello eterosessuale: non c’è una norma eterosessuale obbligata e naturale, di cui l’omosessualità sarebbe devianza o scarto.

C’è invece una gamma di possibilità, tra cui l’affetto omosessuale. Perciò il radicarsi di tale affetto dentro la persona corrisponde a una possibilità normale dello sviluppo umano. È proprio della specie umana il poter costruire le relazioni affettive in molteplici direzioni, ma tutto il sistema sociale che circonda il piccolo in crescita è predisposto rigidamente a selezionare e permettere solo l’affettività eterosessuale. La visione che propongo fa comprendere come sia del tutto priva di fondamento quella biologica dell’omosessualità, fondata cioè su una qualche forma di determinismo biologico (genetico, ormonale o neurobiologico); e d’altronde io respingo l’inconsistenza fuorviante dell’approccio psicoanalitico. Soprattutto, propongo di considerare la centralità attiva e generatrice del bambino, con i suoi processi emotivi sempre unici, con le sue attribuzioni di significato sempre personale, volte a ricercare uno stato di sé migliore grazie e con l’altro. La mia proposta, perciò, è quella dell’omosessualità come sviluppo interiore e relazione di una rappresentazione di sé legato all’altro, cui si connettono fortissime emozioni e dinamiche globali e sempre personali.

Essa è la costruzione emotiva di sé, come l’insieme delle strutture portanti della casa è la casa, l’anima e la forza di quella casa. Non è una scelta, né un corpo estraneo che opprime come un macigno: come tutti i processi psicologici, essa ha un’evoluzione, grazie alla quale la persona può acquisire valore e possibilità esistenziale. Non si nasce, ma si diventa lesbica e gay come normale possibilità dello sviluppo. E non si sceglie di essere lesbica o gay, ma si sceglie sempre come esserlo.