La posta
Risponde la d.ssa Annarosa Pacini
pedagogista, grafologa, giornalista
“Ho 34 anni, sono innamorata del mio compagno di 40. E’ sposato ha due figli, sua moglie sa di me, che sono la sua amante, lui mi chiama la sua compagna. Con la scusa del lavoro si trattiene fuori di casa 3 giorni a settimana, e in questi 3 giorni si ferma da me. La ‘scusa’ non è più tale perchè sua moglie sa che lui dorme da me. Lui dice di amarmi, ma non ha il coraggio di affrontare l’argomento separazione con la moglie, che non accetta di perdere il marito, non accetta la fine del suo matrimonio, è disposta ad accettare questa situazione, pur di salvare il suo matrimonio Lui ha paura di perdere i figli di tenera età , non vuole fare soffrire i genitori all’insaputa di tutto, non vuole fare soffrire i figli. Per me non ci sono Natale, Pasqua, non c’è nessuna festa comandata perchè lui li trascorre in casa con i figli e con la moglie.
C’è stato un momento dove sembrava avesse preso coraggio, ed invece mi sono trovata in un mare di lacrime, mi trovo in un mare di lacrime, lui dice che è un momento di blocco, sia lui che lei hanno paura di affrontare l’argomento separazione. Se io gli dico che questo non è amore, lui mi risponde che io non capisco i suoi limiti, io avrò difficoltà a comprenderli i suoi limiti, ma intanto sono ancora qui ad aspettarlo. io sono innamorata, non riesco minimamente ad immaginare la mia vita senza lui, non riesco a pensare di stare senza lui. Lei penserà che sono una donna debole, che non ha amore per se stessa, che è disposta a rinunciare a tanto per non dire tutto pur di averlo accanto. Ho 34 anni e come ogni donna innamorata, desidera diventare mamma, un desiderio di maternità realizzabile solo con l’uomo che ho accanto. Non voglio un figlio, voglio un figlio dall’uomo della quale sono innamorata. Cerco solo un consiglio che mi dia coraggio”.
Carissima, spesso rispondo alle lettere che ricevo che non ho risposte da dare, quanto piuttosto riflessioni da condividere.
I modelli relazionali che danno un imprinting fondamentale a ciò che un giorno saremo sono quelli che ci trasmettono i nostri genitori.
I bambini hanno una capacità straordinaria di decodificare i messaggi a livello emozionale. Chissà quale sarà lo stato emozionale profondo della moglie del tuo amante, chissà quale quello del tuo amante.
Potrei chiamarlo compagno, però, al momento, il suo ruolo è quello di amante.
Chissà che messaggi trasmetteranno ai loro figli. Che l’inganno è meglio della verità. Che non serve il rispetto in una coppia o in famiglia. Che è meglio fuggire dai problemi piuttosto che affrontarli. Che la mamma non ha stima di sé. Che il padre non ha stima della madre. Ha stima della sua amante? Chissà…
Forse potrebbe trasferirsi un paese in cui sia ancora vigente la poligamia, avrebbe risolto i problemi di tutti.
L’argomento figli può essere approfondito anche dal tuo punto di vista. Lealtà, coraggio, sincerità, pare che siano doti che non ti interessano nel padre dei tuoi figli. D’altronde, ognuno è libero di scegliere, ogni scelta indica chi siamo e chi saremo, che vita abbiamo e che vita potremo avere.
Tu dirai: ma qui c’è l’amore. Può darsi. Bisognerebbe però cercare di capire che tipo di amore, di convenienza, cieco, sottomesso, debole, egoista, illuso?
Perché di amore nel pieno rispetto di sé e degli altri non ne vedo, al momento.
Forse queste riflessioni non saranno utili a darti coraggio. Magari potrebbero essere utili per vedere le cose da un punto di vista diverso e per riappropriarti della tua vita. Che a volte può significare anche fare le scelte più difficili, perché non sempre il futuro più vicino ma irraggiungibile è il migliore per noi.
Forse non è raggiungibile perché ce n’è un altro che ci aspetta, anche se ancora non riusciamo a vederlo.