In allergologia pediatrica occorre fare attenzione soprattutto a un alimento: le uova.
Lo rivelano i risultati di una ricerca presentati a Verona, durante il 16° Congresso nazionale “Asma bronchiale e Bpco: strategie per la governance”, patrocinato – tra gli altri – da Simer (Società italiana di medicina respiratoria) e Aimar (Associazione interdisciplinare malattie respiratorie), in cui si è analizzata la relazione tra malattie respiratorie e alimenti.
«L’allergia alle uova è il più forte predittore riconosciuto di allergie respiratorie nei bambini, oltre che di asma negli adulti» afferma Nunzio Crimi, docente di Malattie respiratorie all’Università di Catania «e i pazienti che hanno sia allergie alimentari che asma rischiano maggiormente reazioni anafilattiche e mortali».
Non è un caso che i soggetti asmatici o con patologie respiratorie croniche e con allergie alimentari ricorrono sei volte di più ai pronto soccorso per le forme più gravi di asma. Secondo gli esperti gli alimenti che più comunemente provocano allergie sono, per i bambini da 0 a 3 anni, latte e appunto uova; i sintomi sono eczema, orticaria, vomito, diarrea.
Da 1 a 3 anni ‘imputate’ ancora latte e uova, più nocciole e arachidi, potenziali causa di eczema, diarrea, dolori addominali e sibili. Nella fascia d’età fra 3 e 4 anni si aggiungono alla lista degli alimenti a rischio il grano, la soia e la frutta, che possono dare disturbi gastrointestinali, asma, rinite ed eczema.
Dai 7 ai 15 anni i pericoli maggiori vengono da frutta e vegetali, nocciole e arachidi, pesce e frutti di mare: i sintomi più comuni sono sindrome orale allergica, asma, rinite, disturbi gastrointestinali e anafilassi.
Gli stessi disturbi sono provocati, dopo i 15 anni fino all’età adulta, da frutta e vegetali, nocciole e arachidi, semi, pesce, frutti di mare e grano. I sintomi sospetti di allergia alimentare, da riconoscere e trattare tempestivamente per evitare anafilassi e decesso, sono essenzialmente gastrointestinali, cutanei e respiratori.
(Fonte: Pediatria33)