Allarme: l’Everest si sta sciogliendo!

Il ghiacciaio da cui Sir Edmund Hilary e Tenzing Norgay quasi 50 anni orsono partirono alla volta della vetta dell’Everest, si è “ritirato”: adesso inizia quasi 5 chilometri più a monte.

La causa? Il riscaldamento globale del nostro pianeta, fenomeno sempre più preoccupante e comunemente noto con il nome di matrice anglosassone “global warming”. Un gruppo di alpinisti inviati sul monte Everest dal United Nations Environment Program (UNEP), ha visitato quei luoghi ormai storici il mese scorso, testimoniando come l’impatto dell’innalzarsi della temperatura sia ben visibile ovunque.

Il paesaggio è deturpato dalle cicatrici causate dalla inesorabile ritirata dei ghiacciai, mentre molti laghi ghiacciati si sono rigonfiati e sono prossimi a spaccarsi a causa dello scioglimento dei ghiacci. Durante la loro escursione, gli alpinisti hanno scoperto dalle testimonianze degli sherpa del luogo che questio fenomeno è in atto ormai da oltre 20 anni. Hilary, neozelandese, e Tenzing, nepalese, sono entrati nella storia perché nel 1953 furono i primi alpinisti a raggiungere la cima della montagna più alta del mondo. Hilary e Tenzing oggi dovrebbero camminare per oltre due ore prima di ritrovare il confine del ghiacciaio nelle cui vicinanze venne installato l’accampamento base per la loro spedizione.

L’UNEP, organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di preservare l’ambiente terrestre, aveva recentemente lanciato l’allarme, sostenendo che 40 laghi ghiacciati dell’Himalaya sono pericolosamente prossimi alla spaccatura, peraltro con un forte rischio per la vita di migliaia di persone, a causa dello scioglimento dei ghiacci dovuto al global warming. Secondo alcuni scienziati, la temperatura globale media del nostro pianeta potrebbe innalzarsi ai un minimo di 1,4 ad un massimo di 5,8 gradi Celsius nei prossimi cento anni, a meno che i governi mondiali non entrino prontamente in azione per ridurre l’emissione dei gas che producono l’effetto serra, come ad esempio il diossido di carbonio.