Eros Ramazzotti nasce a Roma il 28 ottobre 1963, nel popolare quartiere di Cinecittà. “Mio padre faceva il pittore edile e aveva tentato anche di fare il cantante incidendo alcune canzoni. Ricordo ancora i titoli: ‘Voglio andare sulla luna’ e ‘Lui è uno'”. “Alle elementari e alle medie ero uno studente normale. I problemi cominciarono quando chiesi di entrare in conservatorio. Fui bocciato all’esame di ammissione. Mi dissero che avrei dovuto prendere delle lezioni a pagamento per un anno e poi riprovare. La mia famiglia non aveva i mezzi. E allora mio padre mi iscrisse a ragioneria.
Fu un disastro perché non provavo alcun interesse per questo tipo di studio. E al secondo anno mi fermai. Se avessi potuto seguire subito la mia vocazione non sarebbe successo. Il mio dispiacere per quel no del conservatorio, é rimasto immutato nel tempo, malgrado le cose”. “Nonostante tutto questo non ho un cattivo ricordo della mia infanzia per le strade di Cinecittà: si giocava alla “nizza”, una specie di lippa. A volte veniva una signora con un furgoncino e ci portava a fare le comparse, nelle scene di massa di qualche film. Sulla strada ho imparato molte cose: capisci la vita, cosa sia il carattere, la decisione. Scopri che se vuoi sopravvivere devi sconfiggere la paura”.
“Nel 1972 le cose non andavano per niente bene. Mio padre era senza lavoro. Ci vendemmo perfino la macchina. E facemmo domanda per emigrare in Australia. Ma anche quella domanda fu respinta. Un’altra bocciatura. Per la mia famiglia e per me”. “Mio padre Rodolfo ha 63 anni e vive da solo a Passo Corese a 40 km da Roma. Gli sono molto grato per aver creduto in me. Ho deciso però di tenerlo lontano dal mio lavoro quando mi accorsi che si era dimenticato di considerare che, dei miei guadagni, metà sarebbe andata allo Stato per le tasse. Un errore comprensibile per un uomo che aveva fatto fino ad allora l’operaio e non il commercialista. Ma l’errore ebbe grande influenza sulla mia carriera e mi costrinse a dei compromessi contrattuali che ritardarono la mia crescita. Capii che era fondamentale avere accanto dei professionisti. Possibilmente bravi e onesti. L’amore e la famiglia non c’entrano. Mia madre Raffaella vive con mio fratello Marco (che lavora con me) a Milano”.
“Tra l’’82 e l’’85 ho fatto il pendolare fra Roma e Milano. Abitavo (condizione alquanto singolare per un artista) nella sede della casa discografica che mi aveva sotto contratto, la DDD. Ero una sorta di monaco di clausura: studio, lavoro, promozione. Un modo di vivere che è continuato anche quando mi sono trasferito definitivamente a Milano. Una città magica dove si crea (e si distrugge), ma in ogni caso tutto si muove. E da qualche anno anche mio fratello Marco fa parte dello staff. È nata una struttura che si chiama Radiorama, un gruppo di lavoro omogeneo che mi aiuta a sviluppare progetti e idee, diretto dal mio amico, l’avvocato Ugo Cerruti”. “La mia carriera musicale comincia quando mio padre riesce a farmi incontrare con Gianni Ravera, il potente ‘patron’ del Festival di Sanremo, che mi fa partecipare al concorso Voci Nuove di Castrocaro nel 1981. Arrivo in finale, ma non nei primi tre posti. La canzone che cantavo si chiamava ‘Rock 80’. L’avevo scritta io stesso. Non era un granchè. Ma ottenni il mio primo contratto discografico”.
“Il contratto era con una giovane etichetta, la DDD. L’anno successivo uscì il mio primo 45 giri ‘Ad un amico’. Non accadde nulla. Ma intanto mi trasferii a Milano e cominciai a studiare chitarra. Il mio discografico, Roberto Galanti, mi mise accanto Piero Cassano che aveva appena abbandonato i Matia Bazar. La collaborazione con lui si rivelò proficua. Passavo le giornate a studiare, a provare canzoni, gli atteggiamenti in scena, il playback”.
“Il successo arrivò improvviso nel 1984 quando mi presentai nella sezione ‘nuove proposte’ del Festival di Sanremo con la canzone ‘Terra promessa’. Arrivai primo. Le giurie mi dettero una valanga di punti. I critici dei giornali rimasero sorpresi. Non solo ero uno sconosciuto, ma nelle interviste ero abbastanza laconico e tendevo ad essere scortese probabilmente per timidezza. Ricordo il critico del più grande quotidiano italiano che, allontanandosi dal divano della hall dell’albergo in cui era stato costretto a intervistarmi (‘costretto’ perchè ero arrivato primo), disse a mezza voce al mio discografico ‘dio che buzzurro'”.
“Mi offrono concerti, serate. Ma io, anche ben consigliato, dico di no. E l’anno successivo (avevo 22 anni) torno a Sanremo, Arrivo sesto con ‘Una storia importante’. Io ci rimango male. Mi sembrava di meritare di più. Ma la canzone piace, arriva ai vertici delle classifiche in Italia e all’estero così come l’album che la contiene ‘Cuori agitati’. Leggo i giornali: dicono che ho tutto quello che ci si deve aspettare da un cantante italiano: voce possente impostazione lirica, fisico da calciatore. Sarà”.
“Nel 1986 torno a Sanremo fra i big e stavolta vinco con ‘Adesso tu’. Il decollo internazionale continua. La canzone è inclusa nell’album ‘Nuovi eroi’.”
“Il terzo Lp, ‘In certi momenti’, uscito nel 1987 (con la partecipazione di Patsy Kensit nel brano ‘La luce buona delle stelle’), va ancora meglio. La tournèe, che segue la pubblicazione dell’album, mi porta a cantare per nove mesi di fronte ad oltre un milione di spettatori. Mi dicono che sia il primo rock show italiano ad imporsi ad un’audience così vasta”.
“Nella tarda primavera del 1988 viene pubblicato il mini-album ‘Musica è’, che ha un impatto inatteso sui mercati discografici, superando le vendite di ‘In certi momenti’. Dopo due anni di lontananza dai palcoscenici, nel 1990 esce ‘In ogni senso’, l’album che anticipa la mia prima esibizione negli USA, uno show sold out al Radio City Music Hall di New York. Il lungo periodo trascorso in tournèe si conclude con la pubblicazione di un doppio album live, ‘Eros in concert’ (1991). In seguito canto a Barcellona in un concerto che viene trasmesso in Mondovisione. Pausa di riflessione”.
“Tre anni dopo torno alla ribalta pubblicando con ‘Tutte storie’, il lavoro fino ad allora più impegnativo della mia carriera che raggiunge in breve tempo la vetta di tutte le classifiche europee. Il videoclip di ‘Cose della vita’, il primo singolo, è girato dal celebre regista Spike Lee”.
“La tournèe europea è tra le più importanti della stagione e si conclude oltreoceano, dove con l’aiuto di un vecchio aereo da carico sovietico suono negli stadi di quindici paesi latino-americani. Un’esperienza che in quel momento trovai stressante, ma che oggi mi sembra un’avventura di grande coraggio inventata col promoter Salvadori della Trident. Al rientro in Italia mi invento il ‘trio’, l’evento musicale dell’anno, dove canto insieme a Pino Daniele e Jovanotti. Soprattutto con quest’ultimo nasce un rapporto che con gli anni si trasformerà in vera e propria amicizia”.
“Nel novembre ’94 vengo invitato agli MTV Awards europei di Berlino, dove canto dal vivo. In questo periodo creo una mia struttura di management, ‘Radiorama’ e firmo un nuovo contratto discografico mondiale per la BMG International. Durante l’estate ‘95 partecipo al Summer Festival, l’happening musicale europeo in cui sono co-protagonisti Rod Stewart, Elton John e Joe Cocker”.
“Il 13 maggio 1996 esce ‘Dove c’é musica’, l’ottavo album, il primo completamente autoprodotto. Ho infatti creato un nuovo gruppo di lavoro in cui non figurano più una serie di personaggi ‘storici’ della mia vita di artista. ‘Dove c’è musica’ è realizzato tra l’Italia e la California, arricchito dalla collaborazione di musicisti di fama internazionale. Il pubblico e la critica parlano di ‘nuovo Eros’, creativo e stimolante, che si combina con quello già noto. Il risultato discografico è entusiasmante: oltre sette milioni di copie vendute. La tournèe europea che segue l’uscita del CD termina pochi giorni prima della nascita di Aurora Sophie, mia figlia avuta con Michelle Hunziker che oggi è mia moglie. Nei mesi successivi faccio il papà, metto le basi per il nuovo album e scrivo “That’s all I need to know” per Joe Cocker.”
“Esce ‘Eros’, un ‘greatest hits’ dove cerco di collegare la spontaneità delle prime canzoni con il pop-rock internazionale di ‘Dove c’è musica’. E aggiungo due canzoni inedite. ‘Eros’ comprende sedici canzoni: cinque in versione originale (tra cui ‘Favola’, ‘L’aurora’ e ‘Più bella cosa’), sette reincise (da ‘Terra promessa’ ad ‘Adesso tu’) e le due inedite: ‘Quanto amore sei’ e ‘Ancora un minuto di sole’. Due le sorprese assolute in forma di duetto: ‘Musica è’, insolita collaborazione con Andrea Bocelli, e ‘Cose della vita/Can’t stop thinking of you’, con la leggendaria Tina Turner”. Nell’ottobre del 2000 Ramazzotti torna alla ribalta con ‘Stilelibero’, un album ricco di canzoni di grande impatto e prestigiose collaborazioni internazionali.
Eros Ramazzotti – Stile libero
Si chiama “Stilelibero”, l’album di Eros Ramazzotti uscito per BMG International, in tutto il mondo, il 27 ottobre 2000. Dodici brani inediti, racchiusi in un disco di studio curato personalmente fino all’ultima nota, con la collaborazione di Claudio Guidetti e Celso Valli, già presenti nei precedenti album, e con due vere e proprie star della discografia mondiale come Trevor Horn e Rick Nowels, che portano, in particolare nei brani da loro prodotti, un’aria di assoluta novità al mondo di Eros. L’uscita di “Stilelibero” è stata anticipata dal singolo “Fuoco nel fuoco”, che è una canzone molto sanguigna, dai bagliori esotici, scritta dallo stesso Ramazzotti con Claudio Guidetti e Adelio Cogliati. Al centro del brano c’è il fuoco della passione che accende i sensi e diventa un ballabile sfrenato nel quale risulta impossibile separare gli elementi che contribuiscono così a formare una grande fiamma. Un brano a tinte forti, emotivo ed intenso con il quale Ramazzotti, con eleganza e intelligenza, sembra divertirsi a giocare con l’immaginario erotico-esotico del pubblico. Il singolo è entrato la prima settimana di programmazione direttamente al primo posto della classifica Music Control ed è stata la più alta new entry nella storia delle classifiche radiofoniche. Il video di “Fuoco nel fuoco” è stato girato a Londra dal regista Gregg Masuak.
Eros Ramazzotti ha chiamato al suo fianco per questo nuovo album alcuni tra i più importanti musicisti del panorama internazionale, tra cui: Nathan East (basso), Michael Landau (chitarre), Steve Ferrone (batteria e percussioni), Greg Phillingaines (piano), Tim Pierce (chitarre), Charles Judge (tastiere, synths), Luis Conte (percussioni), Gary Grant (tromba), Jerry Hay (tromba), Larry Williams (sax tenore), Tim Carmon (organo), Ramone Stagnaro (chitarra spagnola), Paul Bushnell (basso), Brian Auger (organo Hammond), Lenny Castro e Rafael Padilla (percussioni), John Robinson (batteria). L’album, inoltre, contiene grandi sorprese tra le quali il toccante duetto con Cher in “Più che puoi” e la collaborazione di Jovanotti, autore del testo di “Improvvisa luce ad est”. Nel cd c’è anche una traccia interattiva, che contiene: la biografia, la discografia, alcune foto nuove scaricabili, il videoclip di “Fuoco nel fuoco” e un video inedito con alcune immagini di Los Angeles. In Italia è disponibile anche la versione spagnola dell’album, intitolata “Estilolibre”.