La truffa dei capelli rasta

Mi chiamo Andrea, abito a Firenze e (a mio avviso) sono stato vittima di una truffa. Più di un mese fa ho trovato sulle Pagine Gialle un parrucchiere in grado di fare i rasta (un particolare tipo di acconciatura) al prezzo di 350.000. Questo tipo di pettinatura è tipica degli africani ma grazie ad alcune tecniche che in pochi conoscono, è possibile avere ottimi risultati anche su capelli europei (lisci e fini). Il parrucchiere si era dichiarato in grado di effettuarlo (io gli ho anche fatto delle domande di accertamento ma “sembrava” convinto). La conclusione è che i capelli dopo pochi giorni sono tornati come prima. Per un mese ho provato tutte le mattine a trattarli come mi aveva detto di fare perdendo molto tempo e fatica (tengo a specificare che in realtà non ce ne sarebbe stato assolutamente bisogno se li avesse fatti bene) ma poi spazientito gli ho chiesto se poteva farci altri trattamenti. A quel punto non sapendo più cosa fare, ha iniziato a citarmi possibili metodi improbabili e caserecci alquanto improfessionali e io ho deciso di farmeli altrove (intanto avevo trovato un posto veramente valido dove mi avevano detto che i miei “rasta” erano fatti da un incapace e a questa affermazione seguì una loro documentazione fotografica dei loro clienti prima con i capelli normali e dopo – anche 3 anni – con i rasta ed erano capelli simili ai miei e soprattutto non c’era stato più bisogno di toccarli). Tenendo conto che il lavoro è stato svolto a nero (ma ho diversi testimoni e documenti a mio favore), posso avere un risarcimento anche parziale?

Certamente che si può ottenere il rimborso. Se la prestazione d’opera non è stata eseguita correttamente lei ha diritto alla restituzione del prezzo pagato ed al risarcimento del maggior danno. Sinceramente trattandosi di un caso particolare è necessario che un esperto attesti che la prima acconciatura non è stata eseguita correttamente.

Non si può cambiar di nome
“Ecco la mia questione: sono registrato all’anagrafe con il nome di Marzio (30) e mio fratello (27) invece con il nome di Miki. Da sempre però io vengo chiamato Miki e mio fratello Emanuele… È possibile aggiustare la situazione almeno aggiungendo per entrambi un secondo nome (Marzio Miki per me e Miki Emanuele per mio fratello)? Se sì, con quali modalità?”

Secondo la normativa vigente è possibile chiedere il cambiamento del nome solo quando questo è denigratorio per la persona. Nella sua situazione non mi pare ricorrano questi presupposti.

Di chi sono i reperti archeologici?
“Ho scoperto da poco questa rubrica su Internet e approfitto della sua opera per porle un quesito che mi sta a cuore. In un terreno di mia proprietà, in seguito alle lavorazioni ordinarie, spesso vengono alla luce dei reparti archeologici, credo risalenti ad epoca romana. Ora possiedo una ventina di oggetti tra vasetti, punte di lancia e qualche moneta. Vorrei metterli in casa mia su di una bacheca, però tutti mi consigliano di nasconderli perché mi possono essere confiscati dalle autorità (Carabinieri, Finanza, ecc). Vorrei sapere, dunque, se posso tenerli regolarmente o devo dichiararli e se veramente incorro nel rischio di un’eventuale confisca. Quale è la normativa che regola questa materia?” Carmine

La materia è molto complessa ed è impossibile sapere se tali oggetti hanno interesse storico artistico oppure no. Il consiglio è quello di avvertire immediatamente la locale Soprintendenza al momento del ritrovamento degli oggetti.

Gli insoluti li paga il vecchio proprietario
“Sono proprietario di un appartamento per il quale risultano degli insoluti nei confronti del condominio, da parte del precedente proprietario. Mi domando: cosa sono tenuto a versare al condominio in relazione agli insoluti?”.

Le spese condominiali relative al periodo precedente l’acquisto sono dovute dal vecchio proprietario. Mentre l’eventuale quota condominiale va divisa proporzionalmente tra vecchio e nuovo proprietario.

Affitti e spese
“Ho un appartamento che ho dato in locazione da circa tre anni. Adesso si è rotta la pompa della caldaia. A chi spetta la sostituzione?” Rosanna

Credo che in questo caso si possa parlare di manutenzione straordinaria e non ordinaria. Dunque se si tratta di manutenzione straordinaria questa grava sul proprietario mentre l’inquilino deve provvedere all’ordinaria manutenzione.

Quando l’ottico sbaglia le lenti
“Sono una signora di età avanzata che come gran parte delle persone della mia età ha problemi con la vista. Per verificare se le lenti bifocali dei miei occhiali andavano ancora bene ho deciso di fare una visita di controllo presso un ottico optometrista. Dalla visita è emerso che le diottrie delle lenti dovevano essere leggermente modificate perché la mia vista si era leggermente ridotta. Anche per avere un paio di occhiali di scorta ho deciso di acquistarne un nuovo paio con le lenti prescritte dall’ottico. Gli occhiali sono stati ritirati da mio figlio e quando li ho provati, con amara sorpresa ho scoperto che le nuove lenti mi impediscono di leggere da vicino. Resami conto che quegli occhiali non potevo conservarli e comunque avendoli già pagati mi sono chiesta se l’ottico era tenuto a correggere le lenti o quanto meno a rimborsarmi la spesa per evidente mia insoddisfazione dell’acquisto”. G.

La prima cosa da fare è inviare all’ottico subito una lettera raccomandata. Se le nuove lenti sono diverse da quelle fatte provare dall’ottico, lei ha diritto di risolvere il contratto per la carenza di qualità e/o vizio occulto e/o diversa qualità, del prodotto venduto.

A cura dell’avv. Marco Festelli

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