Limiti, vicinanza, rispetto tra adulti e bambini
Jesper Juul
Traduzione: Lucia Cornalba
Collana: Universale Economica Saggi – Feltrinelli
Pagine: 96 Prezzo: Euro 7
“Porre limiti ai bambini” ponendoli in prima istanza a se stessi. È questo il presupposto perché tra bambini e adulti si instauri un rapporto positivo.
Il libro
Di che cosa parla questo libro? Di come “porre limiti ai bambini” ponendoli in prima istanza a se stessi. È questo il presupposto perché tra bambini e adulti si instauri un rapporto positivo. Se infatti il sentire di essere amati è fondamentale per una crescita sana ed equilibrata, si tratta di un vissuto che cambia da individuo a individuo e per i figli dipende da come i genitori traducono il proprio amore in atti affettuosi. In ogni caso, tanto gli adulti quanto i bambini, quando percepiscono una violazione dei confini della personalità, non si sentono più amati e questo intacca la loro autostima, e conseguentemente il rapporto col prossimo. Tuttavia, per imparare a conoscere i propri limiti e confini, occorre del tempo e l’esperienza, subita o agita, del loro superamento.
Ogni società riguardo al rispetto dei confini ha le sue regole, che impongono di mantenere una certa distanza per evitare di ferire qualcuno calpestandone i sentimenti. In famiglia però vige la regola della vicinanza: ecco che allora bisogna dosare vicinanza e distanza, indispensabili entrambe per la formazione della personalità dei figli. Per ridurre i sensi di colpa, rafforzare l’autostima e facilitare così il rapporto con gli altri è necessario conoscere e saper esprimere i propri limiti. Questo libro è pensato dunque come un invito al lettore a fare chiarezza sulle proprie scelte ed esperienze educative. Senza giudicare sulla base di categorie come quelle di vero e falso, o di giusto e sbagliato, esorta a diventare più sicuri di sé e a riconoscere, ove necessario, le proprie incertezze di genitori.
Jesper Juul, Eccomi! Tu chi sei? Limiti, vicinanza, rispetto tra adulti e bambini
Traduzione: Lucia Cornalba
Introduzione
Di che cosa parla questo libro? Con espressione un po’ desueta potremmo dire che tratta di come “porre limiti ai bambini”. Descrive come sia possibile porre a se stessi dei limiti nei confronti degli altri – compresi i bambini più o meno piccoli – in modo che tra le due parti interessate si instauri un rapporto positivo e nessuna delle due abbia a risentirne. Noi viviamo l’amore che proviamo per i nostri figli e per gli adulti che ci sono vicini in maniera diversa da come lo vivono loro, e loro lo vivono diversamente da noi. Il loro vissuto dipende da come traduciamo il nostro affetto e il nostro amore in atti affettuosi. Quello di sentirsi amati è un vissuto che cambia da individuo a individuo. Qualcosa però è comune a tutti noi: non ci sentiamo amati quando i nostri limiti personali vengono violati o non vengono rispettati. Se le violazioni sono gravi e frequenti, ne risente l’autostima, e quindi anche la capacità di agire in modo costruttivo. A questo punto non riusciamo più a prenderci cura di noi stessi né a stabilire un contatto con chi ci ha feriti. Questo vale in ugual misura per gli adulti e per i bambini.
Ci vuole del tempo per imparare a conoscere i propri limiti e confini. Alcuni li percepiamo istintivamente, altri li individuiamo dopo anni, e solo allora riusciamo a definirli in modo tale che anche gli altri li possano identificare.
Ecco uno dei tanti paradossi della vita: riconosciamo i nostri limiti personali solo quando altri li oltrepassano. E, analogamente, capiamo quali sono i confini degli altri quando senza volerlo ci sbattiamo contro o addirittura li violiamo.
Nella comune vita sociale con le persone con cui non abbiamo un legame affettivo impariamo alcune regole formali del gioco che ci consentono di evitare di calpestare i sentimenti degli altri. Sono regole che cambiano da cultura a cultura e nei diversi gruppi sociali; ma si tratta sempre di mantenere una certa distanza in modo da non rischiare di ferire qualcuno.
Nella convivenza in famiglia c’è il problema opposto: la vicinanza.
I bambini piccoli sembrano a volte avere un bisogno insaziabile di vicinanza, benché anche loro sentano l’esigenza di pause e di distanza. Non conoscono ancora i limiti dei genitori e imparano a conoscerli solo con l’andare del tempo, scontrandosi con essi. Uno dei regali più preziosi che i figli fanno ai genitori è la possibilità di conoscere i loro stessi limiti e di modificarli, rendendoli il più possibile costruttivi per ambo le parti. Accade esattamente lo stesso in un rapporto affettivo fra adulti. L’unica differenza fra un bambino e un partner adulto è che il bambino ha un minore bagaglio di esperienze. Ma in ogni caso occorrono circa dieci anni per diventare consapevoli dei propri limiti.
Più conosciamo i nostri limiti e li sappiamo esprimere in modo personale, più il nostro contatto con gli altri diventa soddisfacente – e viceversa. (…)