Banche e risparmiatori nell’era Fazio
Giuseppe Oddo – Giovanni Pons
Feltrinelli
Pagine: 224 Prezzo: Euro 13
Il libro che svela i mille perché dei casi Cirio e Parmalat e che impietosamente mette il dito nelle gravi contraddizioni del sistema Italia.
Il libro
Una parte crescente dell’opinione pubblica ritiene le banche corresponsabili dei crack Cirio e Parmalat. L’accusa rivolta ai maggiori istituti di credito è di avere offerto al dettaglio ai risparmiatori prodotti obbligazionari ad altissimo rischio, i famigerati corporate bond, senza averli adeguatamente informati dei pericoli associati a questo tipo d’investimento. La convinzione è che le banche fossero informate dello stato di dissesto di questi gruppi e che, per recuperare i loro crediti altrimenti inesigibili, abbiano aiutato i bancarottieri Cragnotti e Tanzi a emettere bond e a venderli allo sportello, come se fossero titoli a rendimento garantito. L’obiettivo di questo libro è individuare le responsabilità di quanto è successo, risalendo alle cause del fenomeno. Che cosa non ha funzionato e cosa non funziona nel sistema bancario?
Che cosa ha fatto chi aveva il dovere di controllare? Che cosa c’è all’origine di certe degenerazioni? Come hanno potuto affermarsi certe consorterie di potere? Come mai le banche hanno tradito la fiducia dei risparmiatori? Secondo gli autori, la risposta a queste domande va ricercata nei cambiamenti del sistema bancario seguiti alla caduta dei tassi d’interesse, all’ingresso dell’Italia nell’euro, allo sviluppo del risparmio gestito, alla bolla speculativa di Borsa e alla calata delle grandi banche d’affari internazionali nel nostro paese. Gli istituti, con la grave crisi finanziaria che attanaglia i maggiori gruppi industriali e con il vuoto crescente di leadership imprenditoriale, stanno diventando per inerzia i padroni delle aziende.
E gli imprenditori, invece di concentrarsi sullo sviluppo delle società e investire in ricerca e sviluppo, fanno quasi a gara per entrare nell’azionariato delle banche, in modo da assicurarsi una via preferenziale d’accesso al credito. Ne deriva un sistema ancora in larga misura bloccato, refrattario alla concorrenza, volto alla difesa di posizioni di privilegio, di fatto noncurante dell’interesse generale dei risparmiatori.