Chronicles

VOLUME I
Bob Dylan
Traduzione: Alessandro Carrera
Collana: Varia
Pagine: 272
Prezzo: Euro 18

Il primo volume della trilogia autobiografica di Bob Dylan, dedicato agli anni della formazione e poi a quelli degli incontri decisivi, ricco di episodi inediti raccontati con la semplicità del discepolo che non ha mai abbandonato la mano dei maestri, neanche dopo essere stato acclamato più grande di loro. Non costretto da gabbie cronologiche, il libro spazia dall’epoca del Greenwich Village alla fine degli anni sessanta, e da lì alla fine degli ottanta.

Il libro
Chronicles, Volume primo è l’inizio dell’attesissima trilogia autobiografica di Bob Dylan. Un libro che Dylan ha coltivato in sé per molti anni, fin da quando, arrivato ventenne a New York dal Minnesota solo con la chitarra e neanche un soldo in tasca, voleva mettere per iscritto le cose che aveva visto e le persone che aveva incontrato. Dopo più di quarant’anni, Dylan ha mantenuto la promessa. Basta sfogliare le prime pagine di Chronicles perché la New York di quegli anni torni in vita. Il magico quadrato del Greenwich Village, con le sue vecchie case e i locali fumosi, le grandi avenue sferzate dal vento e dalla neve, gli uffici dei padroni della musica e le sale di registrazione che sembrano uscire da un’epica urbana in bianco e nero. Un’era irripetibile ritorna presente, tangibile, infinitamente più vera del suo mito: Woody Guthrie nel suo letto d’ospedale, Dave Van Ronk con i suoi occhiali spessi, la voce di Joan Baez evocata in una pagina perfetta, Suze Rotolo che gli fa scoprire Brecht e Rimbaud, il produttore John Hammond che lo inizia al blues di Robert Johnson…Con i suoi mutamenti d’umore, l’inflessibile determinazione che lo sovrasta, i paesaggi di nuovole e di vento evocati a ogni pagina, il senso di continua meraviglia davanti a una musica allora così sconosciuta e così grande che è quasi impossibile crederci, il tono fondamentale di Chronicles è la gratitudine per chi ha reso possibile che Bob Dylan fosse Bob Dylan: verso il poeta Archibald MacLeish, che indirettamente lo guida alla realizzazione di New Morning, o verso Daniel Lanois, musicista e produttore che direttamente lo aiuta a creare Oh Mercy. Woodstock, San Francisco, New Orleans, città dell’anima, evocate con pochi tratti scuri, completano così la geografia interiore di un’America invisibile ma mai davvero scomparsa, e che ancora porta le tracce di quella “Terra dei giganti”, per usare le aprole dello stesso Dylan, dove si muovevano i grandi e anonimi poeti del suo popolo.