Il digiuno, come l’attività fisica, rappresenta uno stress per l’organismo. E’ anche un gesto simbolico, di purificazione. Ma non bisogna mai abusarne.
Milioni di persone, di ogni fede e provenienza, hanno recentemente aderito alla giornata planetaria di ‘preghiera e digiuno’ per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero, voluta da Papa Francesco. Una conferma di come il digiuno non significhi soltanto privarsi degli alimenti. “Il digiuno è sempre simbolico, è una purificazione”, spiega il teologo e biblista, padre gesuita Silvano Fausti. “Si tratta di trovare in sé la propria libertà interiore, di entrare in una relazione corretta e libera con le cose e con gli altri: ciascuno decide in coscienza ciò da cui astenersi, le cose che lo rendono schiavo o con le quali rende schiavi gli altri”.
“L’astinenza dal mangiare e dal bere viene praticata per ragioni di fede o morali in diverse religioni e culture, a simboleggiare il distacco dalle passioni che, idealmente, culminerebbe nel lasciarsi volontariamente morire di fame”, aggiunge Gennaro Spera, medico del Consiglio nazionale delle ricerche. “Non toccavano cibo gli antichi greci prima di consultare l’oracolo, così come fanno gli sciamani africani per mettersi in contatto con gli spiriti, come se il digiuno favorisse la chiarezza di visione e le introspezioni mistiche”. Molte persone ricorrono poi al digiuno spinte da mode o convinzioni alimentari e salutistiche talvolta discutibili, considerandolo una forma di purificazione fisica, volta a eliminare le tossine accumulate a causa di un regime alimentare sbagliato. Dannoso e pericoloso per la salute, secondo la medicina tradizionale, per i fautori di quella considerata ‘alternativa’ avrebbe invece effetti benefici.
“Comunque sia, il digiuno, come l’attività fisica, rappresenta uno stress per l’organismo”, prosegue Spera. “Mentre lo sport però porta a un miglioramento delle capacità organiche, il digiuno si muove in direzione opposta: la prolungata mancanza di assunzione di nutrienti riduce le masse muscolari e il metabolismo basale (fino al 40% nei casi estremi), con conseguenze quali annebbiamento della mente e diminuzione della capacità di concentrazione, debilitazione, diminuzione della forza muscolare”. Negli ultimi anni si è occupato del digiuno cosiddetto breve un team di ricercatori del National Institute on Ageing di Baltimora, secondo cui proteggerebbe il cervello da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. “Questa affermazione nasce dall’osservazione dell’aumento del 40% della longevità di cavie sottoposte a un introito decisamente ipo calorico. Gli studiosi suppongono quindi che un basso apporto calorico favorisca la crescita dei neuroni e riduca lo stress al quale sono sottoposte le cellule cerebrali, favorendone la crescita”. riferisce il medico del Cnr.
Il principio va però applicato con buon senso. “Dopo un cenone, per esempio, è utile seguire per un paio di giorni una dieta ipocalorica, ricca di liquidi e verdure”, conclude Spera. “L’importante è associare a questi alimenti anche una certa quantità di proteine, magari ricavate da pesci magri e di facile digestione, e di grassi, per esempio consumando una manciata di frutta secca. In questo modo si evita di ‘cannibalizzare i propri muscoli’ e di deprimere eccessivamente il proprio metabolismo”.
(Fonte: Almanacco della scienza – CNR)
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